EDITORIA - CALABRO' VOLA (D'AMATO ADDIO); GENTILI HA UN NAPOLETANO ALLE PORTE; CESARONE ROMITI CORREGGE MAURIZIO (PER ME COMPITO DI 'CONSIGLIERE')
Dal primo dicembre - annuncia l'AdnKronos - Antonio Calabrò lascia il Gruppo Sole 24 Ore di cui e' direttore editoriale. L'abbandono di Calabrò è un addio stra-annunciato. La partenza di Ernesto Auci verso la casa editrice de La Stampa, a causa dei pessimi rapporti con il fumantino presidente di Confindustria Antonio D'Amato, prefigurava anche il volo di Calabrò. Denise Pardo su L'espresso aveva spifferato di un atterraggio del Calabrò a Torino al posto di Marcello Sorgi - quest'ultimo molto gettonato per il posto di Baldassarre a viale Mazzini. Ma i giochi in Rai sono più variabili della roulette di Montecarlo.
Anche l'aria che tira al Sole è poco salubre. D'Amato spinge il suo fedele Roberto Napoletano dalla carica di vice direttore a quella di condirettore trovando l'ostacolo di Guido Gentili. Il direttore del quotidiano confindustriale, a causa Finanziaria di Giulietto Tremonti, è entrato in rotta di collisione con D'Amato che lo ha rimproverato di avere una linea troppo soft nei confronti dell'indigesto governo. Ma Gentili è il nome in ballo per la poltrona del Corriere della Sera; quindi, per lui, non è il caso di attaccarsi al collo di Berlusconi.
Intanto, Cesare Romiti corregge il tiro all'impulsivo figliolo Maurizio che aveva solennemente dettato a Paolo Madron su Il Giornale che la leadership dell'Hdp era nella manone sante del babbo: "Tatò? Solo un prezioso supporto.". Oggi, a margine dell'assemblea degli industriali di Rovigo, Romiti senior ha precisato che, con la fusione Hdp-Rcs, si ritaglierà un ruolo di "consigliere": "''Rimarrà un presidente, che sarà il presidente del gruppo, che è Tatò. C'è un amministratore delegato, ed io gradualmente mi ritaglierò, sempre di più, un compito che sarà quello di proteggere, di consigliare, piu' che di gestire". E Tatò ha incassato la sua piccola rivincita.
Dagospia.com 29 Novembre 2002
Anche l'aria che tira al Sole è poco salubre. D'Amato spinge il suo fedele Roberto Napoletano dalla carica di vice direttore a quella di condirettore trovando l'ostacolo di Guido Gentili. Il direttore del quotidiano confindustriale, a causa Finanziaria di Giulietto Tremonti, è entrato in rotta di collisione con D'Amato che lo ha rimproverato di avere una linea troppo soft nei confronti dell'indigesto governo. Ma Gentili è il nome in ballo per la poltrona del Corriere della Sera; quindi, per lui, non è il caso di attaccarsi al collo di Berlusconi.
Intanto, Cesare Romiti corregge il tiro all'impulsivo figliolo Maurizio che aveva solennemente dettato a Paolo Madron su Il Giornale che la leadership dell'Hdp era nella manone sante del babbo: "Tatò? Solo un prezioso supporto.". Oggi, a margine dell'assemblea degli industriali di Rovigo, Romiti senior ha precisato che, con la fusione Hdp-Rcs, si ritaglierà un ruolo di "consigliere": "''Rimarrà un presidente, che sarà il presidente del gruppo, che è Tatò. C'è un amministratore delegato, ed io gradualmente mi ritaglierò, sempre di più, un compito che sarà quello di proteggere, di consigliare, piu' che di gestire". E Tatò ha incassato la sua piccola rivincita.
Dagospia.com 29 Novembre 2002