LEONARDO DI CAPRIO: QUANDO IL DIVISMO RIMA CON STRONZISMO
Sappiamo che i miti cinematografici sono per lo più intellettualmente molesti. Il che non sarebbe gran danno (hanno ormai la scadenza di uno yogurth), non fosse che sono presuntuosi, pompati dall'ero e dalla coca, timbrati con tatuaggi e pizzicati da orecchini, drogati dalle tipografie, gonfiati dalle telecamere, e a lungo termine fasulli; così che, anno dopo anno, vanno assumendo l'aspetto di un disturbo mentale di massa.
In tale contesto di spaccio cult-pop, il segreto è resistere alla prima impressione. Che è la seguente: se questo Leonardo Di Caprio è l'idolo più luminoso del cinema giovane, lo scoglio di umanità a cui si aggrappano le nuove leve generazionali, non si potrebbe ritornare a Rin-Tin-Tin? Fra l'altro avremmo meno rotture di coglioni.
Come sapete il bolso protagonista del Titanic da alcuni mesi alloggia all'hotel Hilton di Roma per girare "Gangs of New York", il nuovo film di Martin Scorsese (che è stato costretto dalla produzione Miramax a scegliere il Di Caprio). Ebbene, sulle bizze quotidiane del giovincello il settimanale "Sette" ci tieni aggiornati con apposita rubrica. Sia chiaro: non è che sia particolarmente stronzo; è l'overdose di divismo che danneggia i neuroni.
Questa sera, sabato 27 gennaio, nei Saloni dei Cavalieri Hilton si festeggia il Premio Rodolfo Valentino (a favore della Telethon di Suni Agnelli) e gli organizzatori hanno avuto la brillante idea di coinvolgere il Di Caprio sul palco dei premiati. Facile, no? Sta pure nello stesso albergo, prende l'ascensore ed è arrivato sul palco.
Risultato parziale: una tragedia. Subito si sono fatti sotto gli avvocati della star che hanno imposto - pena multe salatissime - quanto segue:
Primo. Il titanico ganzo non parteciparà al galà limitandosi a scendere dalla suite dell'albergo solo quando Maria Grazia Cucinotta farà il suo nome.
Secondo. Il suo ingresso sul proscenio deve avvenire dall'ingresso posteriore: gli fa schifo stare a contatti con gli ospiti.
Terzo. Guai, ma saranno veramente guai giudiziari - se ci saranno in circolazione paparazzi.
Quarto. La società organizzatrice è stata costretta ad assoldare un fotografo della Miramax per poter immortalare Di Caprio - il quale sceglierà personalmente le immagini da distribuire ai giornali.
Quinto. Nero su bianco, il divo Leo non è tenuto a parlare o a rispondere al saluto della Cucinotta. Magari se gli va.. Ma è inutile insistere.
Sesto. La ripresa televisiva della Rai - per la parte che riguarda la sua premiazione - deve essere sottoposta, "frame by frame", all'attenzione di sua maestà. Se la ripresa non deturpa il suo faccione - è incicciottato di 15 kili per esigenze di copione - allora potrà esserci l'okkei.
Settimo. E' fatto divieto assoluto di chiedere autografi o, peggio, richiesta di foto.
Ottavo. Se qualche ospite-fans, nel momento topico, sfodera una telecamerina o una macchina fotografica, la colpa cadrà sull'organizzazione. Dunque la security è tenuta a perquisire i gentili invitati.
Nono. Ma perché non l'hanno spedito a quel paese?
( Leonardo Di Caprio )
( Copyright Dagospia.com 27-01-2001)
In tale contesto di spaccio cult-pop, il segreto è resistere alla prima impressione. Che è la seguente: se questo Leonardo Di Caprio è l'idolo più luminoso del cinema giovane, lo scoglio di umanità a cui si aggrappano le nuove leve generazionali, non si potrebbe ritornare a Rin-Tin-Tin? Fra l'altro avremmo meno rotture di coglioni.
Come sapete il bolso protagonista del Titanic da alcuni mesi alloggia all'hotel Hilton di Roma per girare "Gangs of New York", il nuovo film di Martin Scorsese (che è stato costretto dalla produzione Miramax a scegliere il Di Caprio). Ebbene, sulle bizze quotidiane del giovincello il settimanale "Sette" ci tieni aggiornati con apposita rubrica. Sia chiaro: non è che sia particolarmente stronzo; è l'overdose di divismo che danneggia i neuroni.
Questa sera, sabato 27 gennaio, nei Saloni dei Cavalieri Hilton si festeggia il Premio Rodolfo Valentino (a favore della Telethon di Suni Agnelli) e gli organizzatori hanno avuto la brillante idea di coinvolgere il Di Caprio sul palco dei premiati. Facile, no? Sta pure nello stesso albergo, prende l'ascensore ed è arrivato sul palco.
Risultato parziale: una tragedia. Subito si sono fatti sotto gli avvocati della star che hanno imposto - pena multe salatissime - quanto segue:
Primo. Il titanico ganzo non parteciparà al galà limitandosi a scendere dalla suite dell'albergo solo quando Maria Grazia Cucinotta farà il suo nome.
Secondo. Il suo ingresso sul proscenio deve avvenire dall'ingresso posteriore: gli fa schifo stare a contatti con gli ospiti.
Terzo. Guai, ma saranno veramente guai giudiziari - se ci saranno in circolazione paparazzi.
Quarto. La società organizzatrice è stata costretta ad assoldare un fotografo della Miramax per poter immortalare Di Caprio - il quale sceglierà personalmente le immagini da distribuire ai giornali.
Quinto. Nero su bianco, il divo Leo non è tenuto a parlare o a rispondere al saluto della Cucinotta. Magari se gli va.. Ma è inutile insistere.
Sesto. La ripresa televisiva della Rai - per la parte che riguarda la sua premiazione - deve essere sottoposta, "frame by frame", all'attenzione di sua maestà. Se la ripresa non deturpa il suo faccione - è incicciottato di 15 kili per esigenze di copione - allora potrà esserci l'okkei.
Settimo. E' fatto divieto assoluto di chiedere autografi o, peggio, richiesta di foto.
Ottavo. Se qualche ospite-fans, nel momento topico, sfodera una telecamerina o una macchina fotografica, la colpa cadrà sull'organizzazione. Dunque la security è tenuta a perquisire i gentili invitati.
Nono. Ma perché non l'hanno spedito a quel paese?
( Leonardo Di Caprio )
( Copyright Dagospia.com 27-01-2001)