GUERRE DI CARTA - ANCHE PENATI LASCIA IL "CORRIERE DELLA SERA" E "L'UNITA'" ATTACCA BUTTAFUOCO ("IL FOGLIO") E FACCI ("IL GIORNALE").
Rinaldo Gianola per l'Unità
Al Corriere della Sera non stanno mai fermi. E' un via vai continuo. Ferruccio De Bortoli lascia la direzione per «motivi personali». «Nel segno della continuità» gli succede Stefano Folli. Intanto abbandona il collaboratore Corrado Stajano perchè non crede che De Bortoli abbia mollato perchè era stanco. E non è finita. Tra le "firme", gli editorialisti, i prestigiosi collaboratori ci si interroga sul futuro. Attendono un cenno, una telefonata di Folli. Ma non tutti aspettano. Ad esempio Alessando Penati, economista e docente universitario, editorialista del quotidiano, ha smesso di scrivere. Stop, la sua firma non si vede più.
Forse Folli lo chiamerà per convincerlo a restare. Penati, voluto da De Bortoli, è titolare di una apprezzata quanto temuta rubrica, «Il mercato», che appare ogni domenica (ma domenica scorsa non c'era) sulla copertina della sezione economia del Corriere. E' un esperto di cose dell'economia e della finanza, osserva le grandi tendenze dei mercati, le innovazioni legislative, e fa anche le pulci ai bilanci, ai comportamenti di amministratori, manager e società quotate. Chi gli è vicino racconta che Penati ha deciso di smettere di scrivere per il Corriere in coincidenza con le dimissio-ni di De Bortoli. Sarà un caso? Possibile.
Certo questi casi, come la cancellazione delle rubriche delle scrittrici Maraini e Ravera sul settimanale femminile «Io Donna», possono indurre qualche sospetto. Proprio adesso che Berlusconi ha ottenuto la testa di De Bortoli, scusate: che De Bortoli ha lasciato perchè molto stanco, si cambiano certe firme magari un po' troppo di sinistra. Certo Penati non è di sinistra. Lui è un liberale, un liberale che si dimette addirittura. Non per fare paragoni, ma un esempio lo facciamo: Ostellino dice sempre di essere liberale, ma non ha lasciato il Corriere nemmeno quando gli tolsero la direzione perchè La Repubblica lo aveva surclassato e affondato.
Penati è un fustigatore, uno che non le manda a dire, ma le scrive. Non ha rispetto nemmeno per le aziende dei numerosi azionisti della Rcs Media, già Hdp, già Gemina, società editrice del Corriere. Abbiamo già ricordato su queste pagine che una volta Penati esaminò la Pirelli, ne uscì un articolo non proprio gradito a Tronchetti Provera che convocò il direttore De Bortoli e lo stesso Penati nel suo studio di via Negri. I due ospiti si trovarono di fronte uno schieramento di avvocati.
Ma Penati ha provocato più di un fastidio a De Bortoli. Di volta in volta ha preso di mira Carlo De Benedetti e la sua operazione Cdb Webtech, ha fatto i conti non proprio brillanti della Banca di Roma (oggi Capitalia) sotto la guida di Cesare Geronzi, ha criticato la comunicazione di Parmalat e messo in riga la ristrutturazione Ifi-Ifil degli Agnelli. Insomma, questioni delicate. E ogni volta De Bortoli riceveva la telefonata di protesta, la rettifi-a, la lettera di precisazione dei potenti di turno.
Non sappiamo se il nuovo direttore del Corriere convincerà Penati a proseguire la proficua collaborazione. Sappiamo però che altri collaboratori importanti hanno pensato di mollare e proprio De Bortoli li ha chiamati per convincerli a restare. Almeno per ora, per evitare una diaspora di firme che sarebbe stata un brutto segnale.
Raccontiamo questi fatti non perchè ci piaccia occuparci di giornali e giornalisti, ma per offrire gratuitamente qualche spunto al collega fascistello Buttafuoco de il Foglio di Berlusconi e Ferrara, e a Facci del Giornale-cognato, che si vantava su Panorama di mangiare il filetto con le mani perchè gli dava una formidabile carica erotica (ma impara a usare le posate!). I due cercano, faticosamente perchè la loro penna è greve, di fare dell'ironia sulle firme del Corriere che finiscono per scrivere su l'Unità. E' naturale quando uno molla un grande giornale ne cerca un altro prestigioso, dove valga le pena mettere la propria firma.
Coraggio fatevene una ragione e datevi da fare: cercate e scrivete qualche notizia leggibile sui giornali della vostra parte, vi compriamo tutti i giorni e costate troppo caro per quello che ci date.
Dagospia.com 16 Giugno 2003
Al Corriere della Sera non stanno mai fermi. E' un via vai continuo. Ferruccio De Bortoli lascia la direzione per «motivi personali». «Nel segno della continuità» gli succede Stefano Folli. Intanto abbandona il collaboratore Corrado Stajano perchè non crede che De Bortoli abbia mollato perchè era stanco. E non è finita. Tra le "firme", gli editorialisti, i prestigiosi collaboratori ci si interroga sul futuro. Attendono un cenno, una telefonata di Folli. Ma non tutti aspettano. Ad esempio Alessando Penati, economista e docente universitario, editorialista del quotidiano, ha smesso di scrivere. Stop, la sua firma non si vede più.
Forse Folli lo chiamerà per convincerlo a restare. Penati, voluto da De Bortoli, è titolare di una apprezzata quanto temuta rubrica, «Il mercato», che appare ogni domenica (ma domenica scorsa non c'era) sulla copertina della sezione economia del Corriere. E' un esperto di cose dell'economia e della finanza, osserva le grandi tendenze dei mercati, le innovazioni legislative, e fa anche le pulci ai bilanci, ai comportamenti di amministratori, manager e società quotate. Chi gli è vicino racconta che Penati ha deciso di smettere di scrivere per il Corriere in coincidenza con le dimissio-ni di De Bortoli. Sarà un caso? Possibile.
Certo questi casi, come la cancellazione delle rubriche delle scrittrici Maraini e Ravera sul settimanale femminile «Io Donna», possono indurre qualche sospetto. Proprio adesso che Berlusconi ha ottenuto la testa di De Bortoli, scusate: che De Bortoli ha lasciato perchè molto stanco, si cambiano certe firme magari un po' troppo di sinistra. Certo Penati non è di sinistra. Lui è un liberale, un liberale che si dimette addirittura. Non per fare paragoni, ma un esempio lo facciamo: Ostellino dice sempre di essere liberale, ma non ha lasciato il Corriere nemmeno quando gli tolsero la direzione perchè La Repubblica lo aveva surclassato e affondato.
Penati è un fustigatore, uno che non le manda a dire, ma le scrive. Non ha rispetto nemmeno per le aziende dei numerosi azionisti della Rcs Media, già Hdp, già Gemina, società editrice del Corriere. Abbiamo già ricordato su queste pagine che una volta Penati esaminò la Pirelli, ne uscì un articolo non proprio gradito a Tronchetti Provera che convocò il direttore De Bortoli e lo stesso Penati nel suo studio di via Negri. I due ospiti si trovarono di fronte uno schieramento di avvocati.
Ma Penati ha provocato più di un fastidio a De Bortoli. Di volta in volta ha preso di mira Carlo De Benedetti e la sua operazione Cdb Webtech, ha fatto i conti non proprio brillanti della Banca di Roma (oggi Capitalia) sotto la guida di Cesare Geronzi, ha criticato la comunicazione di Parmalat e messo in riga la ristrutturazione Ifi-Ifil degli Agnelli. Insomma, questioni delicate. E ogni volta De Bortoli riceveva la telefonata di protesta, la rettifi-a, la lettera di precisazione dei potenti di turno.
Non sappiamo se il nuovo direttore del Corriere convincerà Penati a proseguire la proficua collaborazione. Sappiamo però che altri collaboratori importanti hanno pensato di mollare e proprio De Bortoli li ha chiamati per convincerli a restare. Almeno per ora, per evitare una diaspora di firme che sarebbe stata un brutto segnale.
Raccontiamo questi fatti non perchè ci piaccia occuparci di giornali e giornalisti, ma per offrire gratuitamente qualche spunto al collega fascistello Buttafuoco de il Foglio di Berlusconi e Ferrara, e a Facci del Giornale-cognato, che si vantava su Panorama di mangiare il filetto con le mani perchè gli dava una formidabile carica erotica (ma impara a usare le posate!). I due cercano, faticosamente perchè la loro penna è greve, di fare dell'ironia sulle firme del Corriere che finiscono per scrivere su l'Unità. E' naturale quando uno molla un grande giornale ne cerca un altro prestigioso, dove valga le pena mettere la propria firma.
Coraggio fatevene una ragione e datevi da fare: cercate e scrivete qualche notizia leggibile sui giornali della vostra parte, vi compriamo tutti i giorni e costate troppo caro per quello che ci date.
Dagospia.com 16 Giugno 2003