EDITORIA IN ALLEGRIA - QUANTI SOLDI DA PALAZZO CHIGI AI QUOTIDIANI: 6 MILIONI PER AVVENIRE, 5 PER ITALIA OGGI, QUASI 2 PER PRIMORSKI DNEVNIK (CHE PACCHIA PER I GIORNALI DELLE DIOCESI
)
Luciana Barbetti, Eugenio Bruno per Il Sole 24 Ore
Oltre 58 milioni di . È questa la somma che il Dipartimento per l'informazione e l'editoria di palazzo Chigi ha destinato nel 2001 al finanziamento delle cooperative giornalistiche. Su 57 richieste pervenute, le testate risultate idonee sono state 51. Il fenomeno è in crescita; nel 2002 le domande sono diventate 73. Il meccanismo di erogazione è lo stesso previsto per "gli organi di stampa dei partiti politici" (si veda «Il Sole-24 Ore» del 28 agosto): la liquidazione delle provvidenze avviene l'anno successivo a quello di riferimento. Per il 2002 l'istruttoria è ancora in corso e si concluderà entro dicembre 2003. Anche in questo caso, in attesa della decisione del dipartimento, quotidiani e periodici possono contare su un anticipo pari al 50% della somma ricevuta l'anno precedente. Un sistema destinato a cambiare, forse già da quest'anno, in virtù del Ddl 4163, che le Camere esamineranno dopo la pausa estiva.
Le regole. A dare una sistemazione organica alle provvidenze per le cooperative editoriali, è intervenuta la legge n. 62 del 2001. In precedenza, la materia era disciplinata dalle leggi 416 del 1981 e 251 de 1990, ché, nel corso degli anni, hanno subito modifiche sporadiche e frammentarie, spesso finalizzate alla soluzione di casi specifici. La nuova legge sull'editoria individua tre categorie di beneficiari: le cooperative di giornalisti costituite da almeno tre anni; quelle che editano giornali destinati a minoranze linguistiche nelle zone di confine o quotidiani italiani all'estero; le imprese editrici di quotidiani, in cui la maggioranza del capitale appartiene a cooperative, fondazioni, o enti morali senza scopo di lucro.
Ai fondi può avere accesso solo una testata per ogni gruppo editoriale. Inoltre, è necessario che quotidiani e periodici esistano da almeno tre anni e che lo statuto non preveda la distribuzione degli utili. Per tutti il finanziamento avviene attraverso un contributo fisso (massimo 2 miliardi di vecchie lire per i quotidiani, 600 milioni per i periodici), commisurato ai costi medi, o uno variabile sulla base della tiratura. Il tetto finale è del 60% dei costi medi degli ultimi due esercizi.
I quotidiani. Pochi i volti noti, che tuttavia fanno la parte del leone. Nella classifica delle provvidenze, primeggia il giornale deIla Conferenza episcopale italiana, l'«Avvenire», con più di 6 milioni 300 mila . A distanza di un milione di euro, «Italia oggi» (5.061.278 ), edito dalla Erinne srI, società del gruppo Class. Quasi il doppio rispetto, al genovese «Il Corriere mercantile», (2.582.285 ) Due milioni e 66mila vanno a «Il Manifesto» e un milione 412mila al quotidiano liberalsocialista «Avanti» (con l'apostrofo; ndr), uno degli eredi dello storico quotidiano del Psi «L'Avanti».
Nel resto della lista prevalgono i localismi. Abbondano gazzette e corrieri regionali. II pii fortunato è «II Corriere di Forlì», che ha ricevuto più di due milioni e mezzo di euro. Simile il risultato ottenuto dal molisano «Nuovo oggi» (2.065.828). Nella competizione tra testate nazionali e locali, spunta anche un outsider: «Cavalli e corse», che ha ottenuto circa 500mila in più de «Il Manifesto».
I Periodici. Il 47% delle testate finanziate dallo Stato è composto da periodici, appartenenti ai settori più disparati: dallo sport alla musica, dal sindacato alla Chiesa. In cima alla lista c'é un gruppo di sette testate con lo stesso contributo (516.457 ): «Fare vela», «Luna nuova», «Motocross», «II Mucchio selvaggio», «Rassegna sindacale», «Il Salvagente» e «Trenta giorni nella Chiesa e nel mondo».
Le minoranze. Quattro organi di stampa ottengono provvidenze per tre milioni 800mila , in virtù, della tutela riservata alle minoranze linguistiche nelle regioni di confine. In testa «Primorski dnevnik» (1.936.113 ), seguito da «Dolomiten» (877.977 ) e «Die neue sudtiroler tageszeitung», (730.198 ). Ultimo «Novi mataiur» con circa 266mila euro.
Gli italiani all'estero. Una delle categorie aggiunte dalle nuove norme sull'editoria è quella dei quotidiani italiani all'estero. Nel 2001 a beneficiare dei finanziamenti pubblici sono solo in due: «America oggi» con quasi un milione e mezzo di euro e il «Corriere canadese» (2.582.285 ). Stessa cosa per il 2002. Ma il numero è destinato a crescere; nel 2003 sono nate altre due testate, una in Venezuela e l'altra in Croazia.
Le agenzie: Nell'elenco le agenzie di stampa sono in netta minoranza, per giunta in via d'estinzione. Mantenute in vita da norme ad hoc. Nel 2001 erano presenti in due: l' agenzia radiofonica «A.r.e.a.» (1.032.914 ) e «Dire» (478.336 ). Salvo modifiche dell'ultimora, nel 2002 la seconda non dovrebbe beneficiare del finanziamento, nonostante abbia presentato comunque la richiesta. Il presupposto che la teneva in vita (l'obbligo di utilizzare la telescrivente) é venuto meno nel dicembre 2001, con l'andata in pensione della telescrivente.
Le donne. Tra le eredità lasciate dalla legge dell'81; c'è una disposizione che tutela le cooperative di donne, accomunandole a quelle giornalistiche anche se l'attività svolta non è esclusivamente editoriale. La legge 62 del 2001 l'ha mantenuta in vita. Ecco spiegata la presenza, tra i beneficiari dei fondi, di due mensili editi da cooperative femminili: «Minerva» (262.321 ) e «Noi donne», con circa 110mila euro.
PUBBLICAZIONI DELLE DIOCESI, QUASI 3 MILIONI DI EURO
Un pareggio in famiglia quello tra le due testate delle edizioni paoline, «Famiglia cristiana» e «Il giornalino» Nel 2001 hanno ottenuto circa 210 mila a testa di contributi pubblici, in virtù dell'articolo 3 comma 3 della- legge 250 del 1990. Un sistema di provvidenze riservato ai quotidiani e ai periodici di cooperative, fondazioni o enti morali o editi da società, in cui la maggioranza del capitale appartiene a cooperative, fondazioni, o enti morali senza fini di lucro. A condizione che le società esistano da tre anni o la testata sia edita da almeno cinque. Il contributo è calcolato in 200 lire per ogni copia stampata, fino a 40mila copie di tiratura media. Sempre che gli introiti pubblicitari non abbiano superato il 40% dei costi: La spesa dello Stato, nel 2001 è stata di quasi tre milioni di euro; 106 gli aggiudicatari su 134 richieste. Spesso si tratta di giornali diocesani, esperienze editoriali piccolissime, in cui il finanziamento pubblico costituisce la voce più rilevante del bilancio. Edizioni paoline a parte, le provvidenze maggiori sono andate ai settimanali «L'Amico del popolo» (103.798 ), «Il Corriere di Saluzzo» (82.131 ) e «Toscana oggi» (88.646 ). Fanalino di coda il mensile «Dialogo in valle» con circa 930 euro.
Dagospia.com 1 Settembre 2003
Oltre 58 milioni di . È questa la somma che il Dipartimento per l'informazione e l'editoria di palazzo Chigi ha destinato nel 2001 al finanziamento delle cooperative giornalistiche. Su 57 richieste pervenute, le testate risultate idonee sono state 51. Il fenomeno è in crescita; nel 2002 le domande sono diventate 73. Il meccanismo di erogazione è lo stesso previsto per "gli organi di stampa dei partiti politici" (si veda «Il Sole-24 Ore» del 28 agosto): la liquidazione delle provvidenze avviene l'anno successivo a quello di riferimento. Per il 2002 l'istruttoria è ancora in corso e si concluderà entro dicembre 2003. Anche in questo caso, in attesa della decisione del dipartimento, quotidiani e periodici possono contare su un anticipo pari al 50% della somma ricevuta l'anno precedente. Un sistema destinato a cambiare, forse già da quest'anno, in virtù del Ddl 4163, che le Camere esamineranno dopo la pausa estiva.
Le regole. A dare una sistemazione organica alle provvidenze per le cooperative editoriali, è intervenuta la legge n. 62 del 2001. In precedenza, la materia era disciplinata dalle leggi 416 del 1981 e 251 de 1990, ché, nel corso degli anni, hanno subito modifiche sporadiche e frammentarie, spesso finalizzate alla soluzione di casi specifici. La nuova legge sull'editoria individua tre categorie di beneficiari: le cooperative di giornalisti costituite da almeno tre anni; quelle che editano giornali destinati a minoranze linguistiche nelle zone di confine o quotidiani italiani all'estero; le imprese editrici di quotidiani, in cui la maggioranza del capitale appartiene a cooperative, fondazioni, o enti morali senza scopo di lucro.
Ai fondi può avere accesso solo una testata per ogni gruppo editoriale. Inoltre, è necessario che quotidiani e periodici esistano da almeno tre anni e che lo statuto non preveda la distribuzione degli utili. Per tutti il finanziamento avviene attraverso un contributo fisso (massimo 2 miliardi di vecchie lire per i quotidiani, 600 milioni per i periodici), commisurato ai costi medi, o uno variabile sulla base della tiratura. Il tetto finale è del 60% dei costi medi degli ultimi due esercizi.
I quotidiani. Pochi i volti noti, che tuttavia fanno la parte del leone. Nella classifica delle provvidenze, primeggia il giornale deIla Conferenza episcopale italiana, l'«Avvenire», con più di 6 milioni 300 mila . A distanza di un milione di euro, «Italia oggi» (5.061.278 ), edito dalla Erinne srI, società del gruppo Class. Quasi il doppio rispetto, al genovese «Il Corriere mercantile», (2.582.285 ) Due milioni e 66mila vanno a «Il Manifesto» e un milione 412mila al quotidiano liberalsocialista «Avanti» (con l'apostrofo; ndr), uno degli eredi dello storico quotidiano del Psi «L'Avanti».
Nel resto della lista prevalgono i localismi. Abbondano gazzette e corrieri regionali. II pii fortunato è «II Corriere di Forlì», che ha ricevuto più di due milioni e mezzo di euro. Simile il risultato ottenuto dal molisano «Nuovo oggi» (2.065.828). Nella competizione tra testate nazionali e locali, spunta anche un outsider: «Cavalli e corse», che ha ottenuto circa 500mila in più de «Il Manifesto».
I Periodici. Il 47% delle testate finanziate dallo Stato è composto da periodici, appartenenti ai settori più disparati: dallo sport alla musica, dal sindacato alla Chiesa. In cima alla lista c'é un gruppo di sette testate con lo stesso contributo (516.457 ): «Fare vela», «Luna nuova», «Motocross», «II Mucchio selvaggio», «Rassegna sindacale», «Il Salvagente» e «Trenta giorni nella Chiesa e nel mondo».
Le minoranze. Quattro organi di stampa ottengono provvidenze per tre milioni 800mila , in virtù, della tutela riservata alle minoranze linguistiche nelle regioni di confine. In testa «Primorski dnevnik» (1.936.113 ), seguito da «Dolomiten» (877.977 ) e «Die neue sudtiroler tageszeitung», (730.198 ). Ultimo «Novi mataiur» con circa 266mila euro.
Gli italiani all'estero. Una delle categorie aggiunte dalle nuove norme sull'editoria è quella dei quotidiani italiani all'estero. Nel 2001 a beneficiare dei finanziamenti pubblici sono solo in due: «America oggi» con quasi un milione e mezzo di euro e il «Corriere canadese» (2.582.285 ). Stessa cosa per il 2002. Ma il numero è destinato a crescere; nel 2003 sono nate altre due testate, una in Venezuela e l'altra in Croazia.
Le agenzie: Nell'elenco le agenzie di stampa sono in netta minoranza, per giunta in via d'estinzione. Mantenute in vita da norme ad hoc. Nel 2001 erano presenti in due: l' agenzia radiofonica «A.r.e.a.» (1.032.914 ) e «Dire» (478.336 ). Salvo modifiche dell'ultimora, nel 2002 la seconda non dovrebbe beneficiare del finanziamento, nonostante abbia presentato comunque la richiesta. Il presupposto che la teneva in vita (l'obbligo di utilizzare la telescrivente) é venuto meno nel dicembre 2001, con l'andata in pensione della telescrivente.
Le donne. Tra le eredità lasciate dalla legge dell'81; c'è una disposizione che tutela le cooperative di donne, accomunandole a quelle giornalistiche anche se l'attività svolta non è esclusivamente editoriale. La legge 62 del 2001 l'ha mantenuta in vita. Ecco spiegata la presenza, tra i beneficiari dei fondi, di due mensili editi da cooperative femminili: «Minerva» (262.321 ) e «Noi donne», con circa 110mila euro.
PUBBLICAZIONI DELLE DIOCESI, QUASI 3 MILIONI DI EURO
Un pareggio in famiglia quello tra le due testate delle edizioni paoline, «Famiglia cristiana» e «Il giornalino» Nel 2001 hanno ottenuto circa 210 mila a testa di contributi pubblici, in virtù dell'articolo 3 comma 3 della- legge 250 del 1990. Un sistema di provvidenze riservato ai quotidiani e ai periodici di cooperative, fondazioni o enti morali o editi da società, in cui la maggioranza del capitale appartiene a cooperative, fondazioni, o enti morali senza fini di lucro. A condizione che le società esistano da tre anni o la testata sia edita da almeno cinque. Il contributo è calcolato in 200 lire per ogni copia stampata, fino a 40mila copie di tiratura media. Sempre che gli introiti pubblicitari non abbiano superato il 40% dei costi: La spesa dello Stato, nel 2001 è stata di quasi tre milioni di euro; 106 gli aggiudicatari su 134 richieste. Spesso si tratta di giornali diocesani, esperienze editoriali piccolissime, in cui il finanziamento pubblico costituisce la voce più rilevante del bilancio. Edizioni paoline a parte, le provvidenze maggiori sono andate ai settimanali «L'Amico del popolo» (103.798 ), «Il Corriere di Saluzzo» (82.131 ) e «Toscana oggi» (88.646 ). Fanalino di coda il mensile «Dialogo in valle» con circa 930 euro.
Dagospia.com 1 Settembre 2003