PAOLO GUZZANTI DIFENDE BERLUSCONI SU "THE SPECTATOR"
IL DUCE? UN RIVOLUZIONARIO DI SINISTRA, NEMICO DELLA BORGHESIA
NESSUN EBREO FU MAI DEPORTATO DALL'ITALIA IN UN CAMPO NAZISTA
CRIMINI BEN PEGGIORI COMMISERO LENIN, STALIN E PALMIRO TOGLIATTI.
IL DUCE? UN RIVOLUZIONARIO DI SINISTRA, NEMICO DELLA BORGHESIA
NESSUN EBREO FU MAI DEPORTATO DALL'ITALIA IN UN CAMPO NAZISTA
CRIMINI BEN PEGGIORI COMMISERO LENIN, STALIN E PALMIRO TOGLIATTI.
Paolo Guzzanti è senatore di Forza Italia e vice direttore de Il Giornale ma anche responsabile di aver consigliato Silvio Berlusconi ad accogliere la richiesta di intervista dei giornalisti britannici Boris Johnson, corrispondente del settimanale di destra "The Spectator", e di Nicholas Farrell, collaboratore de "La voce di Romagna". Un colloquio ormai famigerato, nel quale il Cavaliere dichiarò che i giudici erano "pazzi" e "antropologicamente differenti" dal resto del genere umano e che Mussolini fu un "dittatore benigno che non uccise nessuno ma inviò i suoi oppositori in vacanza a Ventotene e Ponza", ridenti località di villeggiatura antifascista. Con tutte le durissime polemiche che seguirono, fino al punto che Berlusconi fu costretto dal Quirinale a chiedere solennemente scusa alla comunità ebraica.
Oggi, "The Spectator" pubblica un articolo di Guzzanti - ovviamente a difesa delle dichiarazioni del Cavaliere - che è destinato a gettare altra benzina sul fuoco. Abbiamo tagliato la parte iniziale del lungo pezzo, dove ripercorreva i precedenti che ben conosciamo, per venire subito al sodo del pensiero revisionista (o rovesciato?) di Guzzanti. Leggete e giudicate.
HOW BAD WAS MUSSOLINI?
Articolo di Paolo Guzzanti per The Spectator -
(.) La storia, dopotutto, la scrivono i vincitori, e se c'è stato un vincitore nell'Italia del 1945, è stata la Sinistra. La storia ufficiale obbliga gli italiani a guardare al nazismo tedesco e al fascismo italiano come fossero la stessa cosa, e che tutti i crimini commessi dai nazisti fossero anche responsabilità dei fascisti, soprattutto il crimine più grave di tutti - l'Olocausto.
Questo è semplicemente falso. È vero che fra tutti i crimini commessi dai fascisti, la promulgazione delle Leggi Razziali nel 1938 è il più odioso. Ma Mussolini e il suo regime non ebbero mai alcuna intenzione di sterminare gli ebrei. Nessun ebreo è mai stato deportato dall'Italia in un campo di concentramento nazista fino alla caduta di Mussolini nel luglio del 1943. Gli ebrei deportati successivamente - 8 mila su un totale di 50 mila - furono arrestati su ordine dei tedeschi, non degli italiani. Intanto, nel sud est delle Francia, occupato dalle nostre forze, gli italiani salvarono migliaia di ebrei dalla deportazione alla quale erano stati destinati dagli attivissimi francesi.
E non è vero neanche che l'alleanza tra Italia e Germania fosse l'inevitabile conseguenza della dottrina politica del Duce. Soltanto la scorsa settimana è stato scoperto uno straordinario documento negli archivi Vaticani. Rivela che nell'aprile del 1938, solo un mese dopo l'Anschluss (l'annessione dell'Austria da parte di Hilter, ndt), che portò i nazisti a confinare con l'Italia, Mussolini cercò di convincere il Papa a scomunicare Hitler. Questo fa ritenere che la scelta del Duce di combattere a fianco della Germania fosse più dettata dalla paura nei confronti del Furher che non dalla brama di conquista.
Nel ventennio in cui restò al potere, prima della seconda guerra mondiale, il regime fascista condannò a morte 42 persone e solo meno della metà delle condanne venne eseguita, e ne assassinò una mezza dozzina. Quindi, quello che Berlusconi ha detto su Mussolini è più o meno corretto, almeno se paragoniamo il Duce agli altri dittatori della sua epoca.
Berlusconi non è un apologeta di Mussolini, e non lo sono neanche io. E senza dubbio lui è tanto antifascista quanto me. Ha semplicemente detto la verità su Mussolini. Ma in Italia questo è severamente proibito - e da qui le grida di protesta. Perché la verità contraddice la versione degli eventi data abitualmente in pasto al popolo italiano - una versione che rimane intrappolata nella ideologica e quasi religiosa camicia di forza imposta alla fine della seconda guerra mondiale. In Italia, la verità storica - che altrove in Occidente è soggetta a continue revisioni - resta imbalsamata come Lenin nel suo mausoleo. Per preservarla, è necessario insegnare che il fascismo e Mussolini furono ugualmente sanguinari e assassini. Ai ben peggiori crimini di Stalin, nel frattempo, si mette la sordina.
Ai nostri studenti, non è mai stato detto che durante gli anni '30, diverse centinaia di comunisti italiani furono assassinati senza processo e che le esecuzioni ebbero luogo a Mosca, non a Roma. Che i responsabili erano i comunisti di Stalin, non i fascisti di Mussolini. E nemmeno viene detto loro che le condanne a morte vennero sempre eseguite con l'accordo di Palmiro Togliatti, il leader del Partito Comunista Italiano che, nel suo altro lavoro di numero due del Comintern, aveva allegramente organizzato la liquidazione degli anarchici, dei trotskysti e degli antifascisti in Spagna durante la guerra civile. E subito dopo fu anche responsabile dell'eliminazione della leadership del partito Comunista polacco, preludio dell'invasione della Polonia da parte di Hitler e Stalin nel 1939.
Il fascismo è morto in Italia nel 1945 ma, malgrado il collasso dell'Unione Sovietica, il comunismo non è mai morto. Oggi nel Parlamento italiano siedono due partiti comunisti e un partito post comunista, i Democratici di sinistra, che sono anche il principale partito di opposizione.
Ciò che si dimentica spesso è che, al contrario di Hitler, Mussolini fu un vero leader della sinistra rivoluzionaria e che in origine il fascismo era socialista e giacobino. Lenin considerava Mussolini il solo vero rivoluzionario italiano. Il partito fascista - come quello comunista - è nato in Italia a seguito delle numerose scissioni del partito socialista e dell'impotenza del sistema democratico.
Descrivere Mussolini come un uomo di destra, significa semplificare grossolanamente la politica e la storia. Il Duce restò fino all'ultimo un violento e sincero nemico della borghesia, del capitalismo, del libero mercato e di tutti quei valori che hanno permesso la nascita della democrazia in Gran Bretagna, in America e, con qualche singhiozzo, in Francia.
Parlando in quel modo allo Spectator, Berlusconi seguiva il suo istinto e diceva qualcosa in cui crede la maggioranza degli italiani. Così come la quasi totalità dei miei compatrioti, io non ho alcuna simpatia per il fascismo, ma, ancora, come moltissimi italiani, ne ho piene le tasche delle bugie sul periodo fascista.
E' vero, Berlusconi parla in modo diretto e non è "politically correct", è per questo che è così popolare. Ancora una volta ha fatto venire i brividi ai suoi amici e alleati - non solo ai suoi nemici. Non è la prima volta e non sarà l'ultima.
Dagospia.com 3 Ottobre 2003
Oggi, "The Spectator" pubblica un articolo di Guzzanti - ovviamente a difesa delle dichiarazioni del Cavaliere - che è destinato a gettare altra benzina sul fuoco. Abbiamo tagliato la parte iniziale del lungo pezzo, dove ripercorreva i precedenti che ben conosciamo, per venire subito al sodo del pensiero revisionista (o rovesciato?) di Guzzanti. Leggete e giudicate.
HOW BAD WAS MUSSOLINI?
Articolo di Paolo Guzzanti per The Spectator -
(.) La storia, dopotutto, la scrivono i vincitori, e se c'è stato un vincitore nell'Italia del 1945, è stata la Sinistra. La storia ufficiale obbliga gli italiani a guardare al nazismo tedesco e al fascismo italiano come fossero la stessa cosa, e che tutti i crimini commessi dai nazisti fossero anche responsabilità dei fascisti, soprattutto il crimine più grave di tutti - l'Olocausto.
Questo è semplicemente falso. È vero che fra tutti i crimini commessi dai fascisti, la promulgazione delle Leggi Razziali nel 1938 è il più odioso. Ma Mussolini e il suo regime non ebbero mai alcuna intenzione di sterminare gli ebrei. Nessun ebreo è mai stato deportato dall'Italia in un campo di concentramento nazista fino alla caduta di Mussolini nel luglio del 1943. Gli ebrei deportati successivamente - 8 mila su un totale di 50 mila - furono arrestati su ordine dei tedeschi, non degli italiani. Intanto, nel sud est delle Francia, occupato dalle nostre forze, gli italiani salvarono migliaia di ebrei dalla deportazione alla quale erano stati destinati dagli attivissimi francesi.
E non è vero neanche che l'alleanza tra Italia e Germania fosse l'inevitabile conseguenza della dottrina politica del Duce. Soltanto la scorsa settimana è stato scoperto uno straordinario documento negli archivi Vaticani. Rivela che nell'aprile del 1938, solo un mese dopo l'Anschluss (l'annessione dell'Austria da parte di Hilter, ndt), che portò i nazisti a confinare con l'Italia, Mussolini cercò di convincere il Papa a scomunicare Hitler. Questo fa ritenere che la scelta del Duce di combattere a fianco della Germania fosse più dettata dalla paura nei confronti del Furher che non dalla brama di conquista.
Nel ventennio in cui restò al potere, prima della seconda guerra mondiale, il regime fascista condannò a morte 42 persone e solo meno della metà delle condanne venne eseguita, e ne assassinò una mezza dozzina. Quindi, quello che Berlusconi ha detto su Mussolini è più o meno corretto, almeno se paragoniamo il Duce agli altri dittatori della sua epoca.
Berlusconi non è un apologeta di Mussolini, e non lo sono neanche io. E senza dubbio lui è tanto antifascista quanto me. Ha semplicemente detto la verità su Mussolini. Ma in Italia questo è severamente proibito - e da qui le grida di protesta. Perché la verità contraddice la versione degli eventi data abitualmente in pasto al popolo italiano - una versione che rimane intrappolata nella ideologica e quasi religiosa camicia di forza imposta alla fine della seconda guerra mondiale. In Italia, la verità storica - che altrove in Occidente è soggetta a continue revisioni - resta imbalsamata come Lenin nel suo mausoleo. Per preservarla, è necessario insegnare che il fascismo e Mussolini furono ugualmente sanguinari e assassini. Ai ben peggiori crimini di Stalin, nel frattempo, si mette la sordina.
Ai nostri studenti, non è mai stato detto che durante gli anni '30, diverse centinaia di comunisti italiani furono assassinati senza processo e che le esecuzioni ebbero luogo a Mosca, non a Roma. Che i responsabili erano i comunisti di Stalin, non i fascisti di Mussolini. E nemmeno viene detto loro che le condanne a morte vennero sempre eseguite con l'accordo di Palmiro Togliatti, il leader del Partito Comunista Italiano che, nel suo altro lavoro di numero due del Comintern, aveva allegramente organizzato la liquidazione degli anarchici, dei trotskysti e degli antifascisti in Spagna durante la guerra civile. E subito dopo fu anche responsabile dell'eliminazione della leadership del partito Comunista polacco, preludio dell'invasione della Polonia da parte di Hitler e Stalin nel 1939.
Il fascismo è morto in Italia nel 1945 ma, malgrado il collasso dell'Unione Sovietica, il comunismo non è mai morto. Oggi nel Parlamento italiano siedono due partiti comunisti e un partito post comunista, i Democratici di sinistra, che sono anche il principale partito di opposizione.
Ciò che si dimentica spesso è che, al contrario di Hitler, Mussolini fu un vero leader della sinistra rivoluzionaria e che in origine il fascismo era socialista e giacobino. Lenin considerava Mussolini il solo vero rivoluzionario italiano. Il partito fascista - come quello comunista - è nato in Italia a seguito delle numerose scissioni del partito socialista e dell'impotenza del sistema democratico.
Descrivere Mussolini come un uomo di destra, significa semplificare grossolanamente la politica e la storia. Il Duce restò fino all'ultimo un violento e sincero nemico della borghesia, del capitalismo, del libero mercato e di tutti quei valori che hanno permesso la nascita della democrazia in Gran Bretagna, in America e, con qualche singhiozzo, in Francia.
Parlando in quel modo allo Spectator, Berlusconi seguiva il suo istinto e diceva qualcosa in cui crede la maggioranza degli italiani. Così come la quasi totalità dei miei compatrioti, io non ho alcuna simpatia per il fascismo, ma, ancora, come moltissimi italiani, ne ho piene le tasche delle bugie sul periodo fascista.
E' vero, Berlusconi parla in modo diretto e non è "politically correct", è per questo che è così popolare. Ancora una volta ha fatto venire i brividi ai suoi amici e alleati - non solo ai suoi nemici. Non è la prima volta e non sarà l'ultima.
Dagospia.com 3 Ottobre 2003