Diego Gabutti per Italia Oggi
SILVIO BERLUSCONI FORZA ITALIA 9
Un tempo, prima che andassero al potere i bibitari, si parlava soltanto di lui. Silvio di qua, Berlusconi di là. Tutto e tutti gli ruotavano intorno. Aveva nemici mortali e tifosi sfegatati. Più che il leader d'un partito politico, sia pure personale e molto sui generis, il Cavaliere (così lo chiamavano, chi con rispetto, chi con disprezzo) era il centravanti d'una squadra di calcio. Ogni volta che segnava un gol la curva sud del centrodestra esplodeva in urla di giubilo da tirare giù il cielo e la magistratura, curva sud del centrosinistra, invadeva il campo di gioco agitando cartellini rossi nell'aria.
E oggi? Anziano, debole di salute, vittima del Long Covid, il Cavaliere non desta più gli entusiasmi e le indignazioni d'un tempo. È l'ombra del vecchio moschettiere guascone che incrociava la spada dietro il convento delle Carmelitane Scalze con Romano Prodi, Massimo D'Alema, Rosy Bindi, Francesco Rutelli. Persino Giorgia Meloni, diventata per un imperscrutabile disegno del fato la Regina di Cuori del nostro sventurato Paese delle meraviglie, gli può dare impunemente del sorpassato: «Berlusconi non ha molte possibilità di salire al Colle» e il centrodestra deve trovarsi un candidato meno imbarazzante.
silvio berlusconi saluta i giovani di forza italia foto di bacco (2)
Sia chiaro che Meloni ha perfettamente ragione, come lo stesso Berlusconi sa benissimo: la sua candidatura, anche se fosse politicamente opportuna, e non lo è, sarebbe sconsiderata e grottesca sotto ogni altro aspetto. Non si può eleggere alla presidenza della repubblica un presidente che entra ed esce dagli ospedali, che continua a dover rispondere di reati (sia pure immaginari) in tribunale e che evita di presenziare, per motivi di salute, alle manifestazioni pubbliche del suo stesso partito.
silvio berlusconi 3
Senza contare che, se il berlusconismo è ai minimi storici, l'antiberlusconismo continua a covare sotto la cenere, e che basterebbe un soffio a farne divampare di nuovo le fiamme (benché al momento Pd, M5S e Forza Italia governino insieme, basta guardare in faccia Enrico Letta e Giuseppe Conte per capire come reagirebbero a una candidatura Berlusconi). Detto ciò, la parte moderata del paese (moderata fino all'astensionismo, perché c'è un limite a tutto, anche al turarsi il naso e al tracciare croci ciniche sulla scheda elettorale) rimpiange il vecchio reprobo, le sue barzellette sozze, il «buu!» dietro i cespugli ad Angela Merkel, persino «il mio amico Putin», il bunga bunga e le Olgettine. Quando al governo o all'opposizione c'era lui, i moderati rimpiangevano la prima repubblica: Craxi, Andreotti, Longo, La Malfa. Sotto i bibitari e il Pd 5stelle, è «Silvio c'è» che rimpiangono, le sue mattane, i sorrisi da squalo, i conflitti d'interesse.
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