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    ARMA-NICOMIO! - SALVINI PENSA CHE SIAMO TUTTI PAZZI O SMEMORATI E ORA FA QUELLO CONTRO LE ARMI, COMMENTANDO IL DISCORSO DI ZELENSKY A MONTECITORIO: "QUANDO SENTO PARLARE DI ARMI NON SONO MAI FELICE" - MA È LO STESSO SALVINI CHE IMBRACCIAVA FUCILI E PISTOLONI A TUTTO SPIANO, A FAVORE DI TELECAMERA, SPINGENDO SULLA LEGITTIMA DIFESA E DICENDO DI VOLER FACILITARE LA VENDITA DI ARMI DA FUOCO PER USO PERSONALE?


     
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    1 - UCRAINA: SALVINI, QUANDO SI PARLA DI ARMI NON SONO MAI FELICE

    (ANSA) - "Credo che la telefonata tra il Santo Padre e Zelensky sia la chiave. L'uomo di governo che sta lavorando di più per la pace è il Santo Padre. Quando sento parlare di armi non sono mai felice".

     

    Così Matteo Salvini al termine dell'intervento di Zelensky a Montecitorio parlando della guerra in Ucraina.

     

    2 - TABACCAIO SPARA E UCCIDE UN LADRO. SALVINI: “BENE, È LEGITTIMA DIFESA”

    Andrea Bucci e Alessandro Previati per www.lastampa.it dell'8 giugno 2019

     

    Tre ladri che assaltano una ricevitoria nel cuore della notte. Il titolare che scende dall’alloggio di sopra, impugna una pistola, spara e ammazza uno dei balordi. Legittima difesa? O reazione eccessivamente violenta?

     

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    La nuova legge sulla legittima difesa è alla prima prova del fuoco. Quella vera, in cui c’è una magistratura che deve decidere se applicarle o meno. Per questo, Franco Marcellino Iachi Bonvin, 67 anni, ora è indagato a piede libero per eccesso colposo di legittima difesa.

     

    «Un atto dovuto», assicura il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando. Il dubbio resta: Iachi Bonvin per difendere la sua attività non ha esitato un attimo l’altra notte. È sceso in cortile e ha aperto il fuoco contro i ladri incappucciati che stavano rubando nella sua tabaccheria. Uno di loro è morto, raggiunto da un colpo al petto. Gli altri due sono fuggiti. La vittima è Ion Stavila, cittadino moldavo, 24 anni, incensurato.

     

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    «Il tabaccaio è stato indagato per garantirgli il diritto alla difesa e la presenza di un avvocato», ha affermato il capo della procura eporediese. Potrebbe beneficiare della nuova legge sulla legittima difesa?

     

    «Ci sono molti aspetti da valutare. Siamo rimasti d’accordo che la prossima settimana ci spiegherà come sono andate le cose. Umanamente è molto provato e ha capito che in ogni caso è stato un fatto grave. Mi è apparsa una persona pacata, di una famiglia perbene». Dubbi, insomma, perché la dinamica dell’accaduto non è chiara.

     

    Dubbi che non ha il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ieri ha affidato ai social il suo pensiero. «Un tabaccaio di 67 anni, incensurato e già rapinato numerose volte, stanotte si è difeso durante l’ennesimo furto e (purtroppo) ha ucciso uno dei tre ladri con un’arma legalmente detenuta. Nel pieno rispetto delle indagini della Procura, a lui la va la mia solidarietà umana e politica. #Iostocoltabaccaio».

     

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    Iachi Bonvin vive sopra la tabaccheria insieme alla moglie. I figli, Vanessa e Cristian hanno preso in mano la gestione dell’attività. Assistito dal suo legale, l’avvocato Sara Rore Lazzaro del Foro di Ivrea, è comparso in procura e si è avvalso della facoltà di non rispondere.

     

    Lunedì alle 12.30 all’istituto di medicina legale a Strambino il medico Roberto Testi eseguirà l’autopsia sul corpo del moldavo. Intanto la polizia di Ivrea sta cercando di ricostruire la dinamica della sparatoria. Il tabaccaio sarebbe stato svegliato dall’allarme dell’attività.

     

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    Una volta sceso in strada ha sorpreso i tre ladri che, armati di un palanchino, stavano portando via dalla tabaccheria una macchinetta cambia soldi al cui interno c’erano circa 2 mila euro. I malviventi la stavano caricando su un furgone bianco rubato qualche giorno fa ad Ivrea.

     

    Franco Iachi Bonvin li ha affrontati e al termine di una breve colluttazione, ha aperto il fuoco impugnando la sua revolver calibro 3.57 regolarmente denunciata. Il 24enne è stato colpito al petto. È morto subito dopo, disteso a terra sul marciapiede lungo la provinciale. I complici, invece, si sono dileguati e sono ricercati.

     

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    A chiamare la polizia è stato lo stesso tabaccaio. Agli investigatori non ha nascosto la sua esasperazione per i furti subiti. Almeno sette da quando ha ristrutturato i locali nel 2004. Una sequela di assalti che lo avrebbe convinto, qualche anno fa, ad armarsi.

     

    «Non vogliamo criminalizzare nessuno - spiega il procuratore Ferrando - ma si è verificato un fatto grave e ci sono ancora diversi aspetti da chiarire. C’è stato un furto, una reazione da parte del proprietario dell’attività e un ragazzo morto.

     

    Potrebbe rientrare nella legittima difesa ma dobbiamo esserne certi». Le ricerche dei complici, intanto, sono in corso in tutto il Canavese. Potrebbe essere la stessa banda che di recente ha saccheggiato alcune tabaccherie della zona, in particolare nel quartiere Bellavista a Ivrea.

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