Emanuele Buzzi per corriere.it
di battista di maio
“Se prendo tanti voti, lo farò pesare: non potranno prescindere dall’affrontare le istanze che rappresento. Le dovranno Risolvere definitivamente”: Alessandro Di Battista appare deciso alla vigilia degli Stati generali. Chi ha avuto modo di sentirlo sottolinea come l’ex deputato si stia preparando alla kermesse in programma nel weekend in assoluta tranquillità.
Di Battista cerca di evitare le polemiche, tira dritto sul presunto accerchiamento messo in atto dai governisti nei suoi confronti e - ai suoi interlocutori - continua a ribadire: “Quello che mi interessa non sono i ruoli, ma il progetto, l’agenda, la realizzazione”.
ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO
Ecco perché l’ex membro del direttorio tiene per ora le distanze dall’idea di una segreteria, ma vuol far contare il suo peso politico, proprio mentre nelle ultime ore infuria la polemica nel Movimento sulla mancata trasparenza nella comunicazione dei voti per i relatori della giornata conclusiva degli Stati generali.
DI BATTISTA DI MAIO
Un peso che - sostengono alcuni sostenitori - potrebbe appunto essere già stato definito dalla votazione sui 30 delegati, ma i dati non sono stati resi pubblici. Di Battista è consapevole del suo ruolo di punto di riferimento per una frangia di attivisti e ala ribelle e da qui - appunto - muove l’esigenza di far “pesare” i voti ricevuti. Tradotto: stop a deroghe per un eventuale terzo mandato parlamentare e stop anche ad alleanze strutturali con i dem e sì all’istituzione di un organo di garanzia interno al Movimento sulle nomine pubbliche composto anche da attivisti.
LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA BY LUGHINO
Intanto la sfida interna pare spostarsi dall’organo collegiale al peso tra la base. Un peso che potrà probabilmente essere misurato da tutti i big nella votazione che ci dovrebbe essere per scegliere i nuovi membri dell’organo direttivo M5S che, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe essere a cinque o, più probabilmente, a sette. E la votazione per eleggerlo dovrebbe ricalcare quella appena svoltasi per i relatori della fase conclusiva della kermesse. Voto quindi al singolo candidato e non a gruppi. Ma Di Battista copre le carte e ricorda quanto aveva dichiarato sui social mesi fa: “In campo? Solo se lo vorrà il popolo italiano”.
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