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    “MI DOMANDO SE I MALATI ONCOLOGICI SIANO DIVENTATI CITTADINI DI SERIE B” – IL DIRETTORE DEL “CANCER CENTER” DI HUMANITAS MILANO ARMANDO SANTORO: “MOLTI OSPEDALI SI SONO TROPPO ORIENTATI SUL COVID-19 TRASCURANDO GLI ALTRI PAZIENTI: SERVE MAGGIOR EQUILIBRIO” – “LA PANDEMIA È STATA ENORME, PERÒ HA FATTO METTERE DA PARTE LE ALTRE MALATTIE E QUESTO È UN ERRORE IMPERDONABILE. QUELLO CHE MI PREOCCUPA È LA REAZIONE DELLE PERSONE…”


     
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    Simona Bertuzzi per “Libero Quotidiano”

     

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    Professor Santoro, finalmente calano i ricoveri per Covid-19. Siamo fuori dal tunnel?

    «Non completamente, anche se osserviamo segnali positivi. Sono dieci giorni che la pressione è allentata, il pronto soccorso è meno affollato e diminuiscono i pazienti Covid, sia come ricoveri che come terapie intensive».

     

    Armando Santoro è il direttore del "Cancer center" di Humanitas Milano, hub regionale per le cure oncologiche e per il Coronavirus. Uno dei pochi ospedali oncologici, dotato di pronto soccorso, che è stato costretto a riconvertire l' attività per far fronte alla pandemia in atto e continuare a gestire i malati di tumore.

    «Quello che mi preoccupa è la reazione delle persone», ammette Santoro.

     

    In che senso?

    OSPEDALE HUMANITAS ROZZANO OSPEDALE HUMANITAS ROZZANO

    «Non sono convinto che gli italiani abbiano realizzato che il lockdown era indispensabile per ridurre i picchi della malattia e la sofferenza del sistema sanitario nazionale. Invece è stato fondamentale e nulla potrà tornare come prima».

     

    Sta parlando della fase 2?

    covid tumore torino covid tumore torino

    «Esatto. Ci saranno nuovi contagi, ma sarà un incremento controllabile e l' opinione pubblica dovrà imparare a non scagliarsi contro chi ha deciso la riapertura».

     

    L' impressione è che in questi mesi di pandemia i malati oncologici siano stati trattati come pazienti di serie b.

    «È un' impressione corretta, e mi spingo un po' più in là nella provocazione. Mi domando se i malati oncologici siano diventati cittadini di serie b e se si siano dimenticate tutte le altre patologie. La pandemia è stata enorme per virulenza e gravità, però ha fatto mettere da parte le altre malattie e questo è un errore imperdonabile.

    coronavirus columbus covid 2 hospital a roma coronavirus columbus covid 2 hospital a roma

     

    Per i malati oncologici sono cambiate le linee guida di trattamento e di accesso all' ospedale. E abbiamo assistito ad atteggiamenti rinunciatari nella prescrizione delle terapie e nella chirurgia. Leggevo l' altro giorno un articolo sul "New England" di un medico americano. Mi ha colpito il titolo: Scilla e Cariddi. L' autore paventava il rischio di un picco di altre malattie: salvare più vite per Covid-19 e trascurare i malati di tumore rischiando un picco di mortalità oncologiche è una vittoria di Pirro».

     

    Lei condivide?

    armando santoro armando santoro

    «Io penso che se crediamo alla scadenza dei trattamenti oncologici, non farli possa solo peggiorare i risultati terapeutici. Molti ospedali si sono troppo orientati sul Covid-19 trascurando gli altri pazienti: serve maggior equilibrio».

     

    I malati oncologici rischiano di più?

    «Premesso che quando si parla di pazienti oncologici bisogna sempre distinguere tra quelli guariti e quelli attivi (che hanno in corso terapie, ndr), direi che non esistono dati chiari che dimostrino un aumento di casi di contagio o di morti per complicanze da Covid nei pazienti oncologici».

     

    Humanitas ha creato 7 degenze per i Covid, la terapia intensiva e il pronto soccorso hanno raddoppiato capacità e posti letto.

    «Ci siamo attivati rapidamente per far fronte all' epidemia. Ma abbiamo avuto il coraggio, in assenza di dati chiari sull' aumentato rischio, di continuare a trattare i pazienti oncologici con terapie mirate, compresi trapianti di midollo e Car-T. Le terapie in day hospital sono diminuite di appena il 6%. Il numero di trapianti di midollo è rimasto costante, erano 40 al 15 aprile 2019 e sono stati 38 quest' anno.

     

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    Solo la chirurgia ha subito una flessione, perché gli interventi che ponevano un rischio di rianimazione non potevano essere fatti in un momento in cui le terapie intensive servivano per i pazienti Covid. Certo, alcune precauzioni sono state adottate. I pazienti che avevano terapia orale hanno ricevuto le medicine a domicilio. Il follow up, la fase di controllo periodico, è avvenuto telefonicamente, e per i pazienti in buona salute abbiamo rimandato le visite a dopo l' estate. Siamo stati rigidi sugli accompagnamenti familiari, e gli accessi dalle altre regioni sono diminuiti per la paura del contagio e la quarantena...».

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    E ora che cosa accadrà?

    «Ora ci avviamo alla sanificazione e alla riapertura di alcuni reparti. Il meccanismo è modularsi sulla base delle necessità. A breve verrà realizzato un ospedale Covid nel comprensorio Humanitas».

     

    C' è stata molta polemica sui tamponi.

    «Il governo può decidere che vengano fatti a tutti, ma si pone il problema di dove reperirli. Inoltre i limiti sono noti: oggi sei negativo, ma tra 5 giorni puoi essere positivo. Finché non avremo il metodo per stabilire se siamo immunizzati o meno, e questo metodo non esiste ancora, il tampone da solo non basterà».

    terapia intensiva coronavirus 1 terapia intensiva coronavirus 1

     

    La sanità lombarda è finita sulla graticola.

    «La sanità lombarda resta forse la migliore in Italia e fra le migliori nel mondo. Davanti a un' epidemia acuta, con complicanze gravi, qualunque sistema sarebbe andato in crisi».

     

    Non c' è stata lacuna?

    «La Lombardia si è lanciata su strutture di eccellenza che richiamano pazienti da tutto il Paese. Forse però è mancata la medicina di territorio».

     

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    I medici hanno pagato più di tutti... in Humanitas come è andata?

    «Nelle prime fasi ci sono state poche precauzioni, e molti medici, compreso il sottoscritto, si sono ammalati. Personalmente in modo asintomatico».

     

    Tanti gli asintomatici?

    «L' 85% dei malati non si accorge di avere la malattia. E vorrei sottoporle un dato: in Italia sono morte 25mila persone per Covid. Ma 70mila muoiono ogni anno di fumo, parte per tumore ai polmoni e parte per patologie cardio respiratorie. Non sminuisco l' allarme, ma i numeri vanno letti in modo critico».

     

    A Pavia usano un antitumorale contro il Covid.

    coronavirus Italia coronavirus Italia

    «Ogni giorno spunta una terapia. Sono tutte possibilità per rendere meno aggressivo il virus. Mi fido più del vaccino».

     

    Bastano i fondi per la ricerca?

    «I fondi bastano, ma sarebbe bene che gli investimenti non si facessero tutti in un' unica direzione. Vedo troppi bandi orientati su Covid e forse i dati si avranno quando il virus sarà stato debellato».

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