giorgio armani
Nel giorno in cui a Milano scendono in piazza estrema destra e antifascisti, Giorgio Armani presenta una collezione all'insegna dell'inclusione «gentile». E a domanda precisa sui cortei, fornisce suggerimenti su come portare fuori dalla moda la sua formula di integrazione: «non volere a tutti i costi strafare con un'emotività facile».
TESTE MOZZATE ALLA SFILATA DI GUCCI
Non che certi toni siano assenti dalle passerelle: anche qui c'è un'emotività facile «che è una spettacolarizzazione» sottolinea Armani. «Vi faccio una domanda - dice dopo la sfilata - uno può fare ciò che vuole ma, fatemelo dire, se metto in pedana una testa, sotto un braccio, mozzata, siamo al limite e io non sto a questo gioco, mi tolgo da questo gioco. Non vorrei neanche che i miei guardassero ciò che hanno fatto gli altri. Se quello che fanno gli altri è questo, meglio che stiamo a casa nostra». Il riferimento è alla sfilata di Gucci, dove Alessandro Michele ha fatto uscire in passerella due modelli che avevano in mano la copia perfetta della loro testa.
TESTE MOZZATE ALLA SFILATA DI GUCCI
TESTE MOZZATE ALLA SFILATA DI GUCCI