Estratto dell’articolo di Riccardo De Palo per “il Messaggero”
scherzi in redazione
Ha la levità e la vena ribelle di un tempo ormai tramontato, Scherzi in redazione, il nuovo libro di un veterano del giornalismo italiano, Filippo Anastasi. L'autore è stato direttore di Rai Giubileo, capo dell'informazione religiosa della radiofonia, ideatore e conduttore di Oggi2000, vicedirettore dei Giornali Radio Rai, vicedirettore del Tg2, conduttore e caporedattore del Tg1, inviato del Messaggero. Ed è proprio il palazzo della sede romana del giornale, in via del Tritone, a campeggiare nella copertina.
[…] Perché è qui che si sono svolti molti degli scherzi raccontati da Anastasi, colpi alla Tre uomini in barca, spesso con la complicità di molti colleghi e superiori. Si parte dal giornale Il Male, antesignano delle fake news (ma solo per ridere), che alla fine degli Anni Settanta architettò una serie di scherzi diventati celebri. Come l'arresto (finto) di Ugo Tognazzi, e le false prime pagine di molti quotidiani, come quella di Paese Sera in cui l'attore di Amici Miei viene descritto come il «capo delle Br»; o lo pseudo-Corriere dello Sport che il 13 giugno del 1978 titolò: «Annullati i mondiali», perché, nella partita contro gli azzurri, gli olandesi erano risultati «tutti drogati».
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Ma è la falsa prima pagina del Corriere della Sera a superare ogni limite, annunciando lo sbarco dei marziani: «Da un'altra galassia hanno raggiunto la Terra». […]
REMOTI
Molti scherzi ricordati da Anastasi sono più caserecci, artigianali, ambientati in redazione. In tempi ormai remoti. Come quel viaggio premio di un giornalista del Messaggero, in crociera a Montecarlo, con moglie al seguito, che sbianca vedendo i (falsi) dispacci d'agenzia in cui si parla di un'improvvisa e devastante scossa di terremoto nel Principato, con Ranieri e Grace Kelly costretti ad abbandonare il palazzo. Il giornale sta quasi per dare la notizia, finché non viene confessato il misfatto al caporedattore centrale.
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Erano tempi in cui la stampa era uno dei principali canali di diffusione delle notizie, e anche per questo era facile orchestrare scherzi. Oggi, basterebbe consultare Google per smascherare tiri del genere. […]
LA RIFLESSIONE
Il libro di Anastasi fa riflettere: non solo perché ci rendiamo conto quanto il politicamente corretto e la seriosità imperanti abbiano danneggiato l'umorismo (non solo come genere letterario), ma anche perché torna in mente un mondo in cui fare il giornalista implicava una lavoro incessante e qualificante di verifica (e di ricerca) delle notizie, prima dell'avvento di Internet.
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