Fabio Licari e Guglielmo Longhi per “la Gazzetta dello Sport”
Dove può arrivare l' Italia?
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«Spero vada il più avanti possibile, ma ci sono squadre sulla carta più qualificate.
Abbiamo sempre la memoria corta: quante volte abbiamo vinto l' Europeo? Solo nel 1968. E gli ultimi risultati? Abbiamo saltato il Mondiale. E i club? Non vincono da undici anni Perché allora la Nazionale dovrebbe vincere? Non chiediamole più di quello che può. Quando una squadra dà tutto quello che ha, ha già vinto».
Chi sarà l' uomo decisivo?
«Decisiva sarà la squadra.Ancora oggi c' è qualcuno che pensa che il calcio sia uno sport individuale, ma 1×1 fa 1, mentre 1 × 10 fa 10. Per esperienza e talento ci sono squadre più forti, ma il calcio è uno sport di squadra, di sinergie e collaborazione.
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Andremo avanti giocando da squadra. Oggi non è possibile avere giocatori che non siano polivalenti: tutti attaccano e tutti difendono, in spazi strettissimi. Poi dipende dall' atteggiamento: se si va in vantaggio e si arretra...».
Che giudizio dà su Mancini?
«Sta facendo un lavoro enorme. Anche dal punto di vista storico. All' Euro 2016 con Conte siamo usciti, ma con dignità. Chiediamogli la dignità. La sua impresa è coraggiosa e innovatrice.
Entusiasmo, modestia e intelligenza sono le nostre armi. Abbiamo fatto squadra due volte grazie agli effetti del pubblico ludibrio nel 1982 e nel 2006. Cerchiamo di migliorare anche culturalmente. Dopo il Mondiale 94 scrissi solo "grazie a tutti", perché siamo andati oltre le nostre possibilità».
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