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Donatella Zorzetto per www.repubblica.it
Cinque volte più veloce della variante Omicron 5. Arriva dall'India e fa già paura. Porta la sigla BA 2.75 ed è una sotto-variante con potenzialità per preoccupare, quindi da monitorare da vicino.
I casi confermati sono ancora pochissimi: al 4 luglio scorso una quarantina, ma, a parte un gruppo più numeroso in India, la distribuzione geografica è già internazionale: la nuova super variante ha toccato Australia, Canada, Germania, UK e Nuova Zelanda (che hanno depositato almeno una sequenza).
L'esame sulla super variante
L’analisi della variante BA.2.75 è stata fatta da Tom Peacock, virologo del Department of Infectious Disease all’Imperial College di Londra: possiede 45 mutazioni in comune con BA.5 e 15 peculiari. Tra queste, 8 mutazioni nella spike (BA.5 ne ha "solo" 3).
In particolare, differisce in modo apprezzabile rispetto al "genitore" BA.2 con due mutazioni chiave: G446S e R493Q. G446S, sintetizzano gli scienziati del Laboratorio di Evoluzione Proteine e Virus del Fred Hutch (Usa), è in uno dei più potenti siti di fuga dagli anticorpi indotti dagli attuali vaccini che ancora neutralizzano BA.2.
Quindi, la più nuova del gruppo e, dal punto di vista delle mutazioni della proteina spike, è ancora più interessante di BA5. Cambiamenti che sono preoccupanti sulla carta, e soprattutto dai dati Indiani pare essere 5 volte più contagiosa di BA5, che sta infatti rimpiazzando.
Un limite alla velocità di contagio
Sull'entrata in scena della nuova sotto-variante indiana, interviene il virologo Giovanni Maga, direttore del Cnr di Pavia. Che mette un freno all'ipotesi di un'estensione illimitata della velocità di contagio attribuita alle varianti Covid che si stanno susseguendo. "Credo che ci sia un limite a questo - sottolinea Maga -.
Già l'attuale, la BA.5 è efficiente, e lo vediamo dall'elevato numero di infezioni che provoca. Non so, però, quanto possano aumentare la capacità di contagio. E non ritengo che sia un processo in grado di ripetersi all'infinito".
"Semmai ci saranno varianti in grado di soppiantare l'attuale BA.5, cosa non facile, la tendenza sarà una aumentata capacità di contagiare, ma non oltre certi limiti, perchè questa proteina più di tanto non può sopportare.
Non è facile pensare a una variante che sia dieci volte più contagiosa di BA.5. Quando all'ultima isolata, la BA2.75, sembra che abbia una maggiore capacità di evadere la risposta degli anticorpi. Però è presto per trarre conclusioni".
La linea evolutiva non cambia
Maga sottolinea un aspetto che in questa pandemia sembra essere centrale. "Quello che vediamo nell'evoluzione del SARS-CoV-2 è che tutte le varianti che si stanno selezionando sembrano seguire la stessa linea evolutiva: ottimizzare l'interazione con il recettore da un lato e minimizzare quello con gli anticorpi dall'altro - spiega il virologo -.
Ma dal punto di vista clinico le cose sono diverse: non sembra che questa aumentata capacità si accompagni ad una malattia più acuta. Tutto ciò ha una spiegazione di fondo: la grande differenza la fa chi è vaccinato e con quante dosi".
Il virus non è meno patogeno
Quindi non confondiamo i piani: non è che il virus sia diventato meno patogeno, e lo si riscontra in questi giorni con gli ospedali che vedono tornare pazienti con le polmoniti.
"La tendenza del SARS-CoV-2 è di aumenare la propria efficacia nel diffondersi, che non si traduce però nell'incrementare patologie più gravi - conferma Maga - . Cosa accadrà in futuro? Credo che ci sia un limite, lo ripeto. Già Omicron 5 è efficiente, e lo vediamo da quanto riesce a diffondersi. Quindi non so quanto le prossime eventuali varianti o sottovarianti possano aumentare la capacità di contagio".
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