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Maggioranza alle prese con una serie di nodi in Parlamento: dai diritti tv al decreto benzina mentre rispunta, nel dl Pnrr, l'ipotesi per la Pubblica amministrazione di assegnare incarichi di vertice retribuiti al personale in pensione. I fronti aperti sono, dunque, più di uno ma, intanto, sul decreto carburante si sarebbe trovata un'intesa dopo i distinguo dei giorni scorsi venuti da Forza Italia. Intanto, nel decreto Pnrr rispunta la misura, già contenuta in un emendamento del governo al milleproroghe e poi ritirato, sulle nomine a pensionati per i vertici della P.a.
La nuova norma consentirebbe di affidare incarichi di vertice retribuiti al personale in pensione, ma solo se conferiti da organi costituzionali e previo parere favorevole delle commissioni parlamentari competenti. Una misura, si spiega, che si applicherebbe, ad esempio, alla presidenza dell'Istat e che sarebbe stata inserita nell'ultima bozza del decreto, al vaglio dei tecnici in vista del Cdm che si dovrebbe tenere giovedì.
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Il decreto, che contiene semplificazioni e una revisione del governance del Piano, dovrebbe peraltro essere sdoppiato e, tra un paio di settimane, ne dovrebbe arrivare uno ad hoc per le assunzioni legate al Pnrr. Prosegue in Senato, nel frattempo, l'esame del milleproroghe, approdato in Aula per la discussione generale e sul quale il governo non porrà la questione di fiducia con l'obiettivo di non comprimere il dibattito. Dal decreto verrà stralciata la norma entrata con una proposta di modifica a prima firma del senatore Lotito di prorogare per due anni i contratti in essere per i diritti tv dello sport.
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La misura riguarda, tra l'altro Dazn e Sky. Il senatore chiede spiegazioni sulla scelta del governo, che aveva in un primo tempo riformulato la sua proposta, di cancellarla tout court. "Ci devono dare le motivazioni", attacca aggiungendo: "è una proroga? Comporta spesa? E' esterna per materia?" alludendo al fatto che non ci sarebbero impedimenti riguardanti l'estraneità di materia o le coperture per bloccare la misura. Ma tant'è.
La norma - sulla quale la Lega A prende le parti di Lotito - è destinata a essere soppressa col voto in Aula nel quale anche Forza Italia dovrebbe dare il proprio assenso. E' possibile, in ogni caso rientri in altro provvedimento. Tra le novità di giornata del milleproroghe, infine, entra l'estensione a tutto il 2023 l'operatività del Fondo nuove competenze.
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Con un emendamento approvato, che modifica il decreto Rilancio - si spiega dal ministero del Lavoro - i contratti collettivi sottoscritti a livello aziendale o territoriale potranno prevedere, anche per quest'anno, intese di rimodulazione di parte dell'orario di lavoro per permettere al personale la frequenza di percorsi di sviluppo delle competenze, in relazione a mutate esigenze organizzative e produttive dell'impresa. La spesa per le ore di formazione, contributi previdenziali e assistenziali inclusi, sarà a carico del Fondo, nel limite di 230 milioni.
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SMART WORKING
Le norme approvate dal Senato e martedì 14 febbraio all'esame dell'Aula di Palazzo Madama hanno creato una disparità di trattamento di fatto tra dipendenti pubblici e privati. Per questi ultimi infatti il lavoro agile potrà essere riconosciuto dal 28 febbraio prossimo (data di entrata in vigore della legge di conversione del Milleproroghe) fino al prossimo 30 giugno sia ai lavoratori fragili sia a quelli con figli fino a 14 anni. Per i dipendenti pubblici, invece, lo smart working sarà riservato soltanto ai lavoratori pubblici con fragilità.
SCONTO IN FATTURA E CESSIONI DEI BONUS
La proroga riguarda le spese sostenute nel 2022 e le rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute nel 2020 e nel 2021. Il primo caso è quello di chi ha fatto i bonifici parlanti l'anno scorso; il secondo è quello di chi li ha fatti in anni precedenti, ha portato in detrazione una quota del bonus e adesso vuole cedere le annualità che gli sono rimaste a disposizione. La comunicazione per l'esercizio delle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito, relativa «agli interventi eseguiti sia sulle singole unità immobiliari, sia sulle parti comuni degli edifici» potrà essere trasmessa all'agenzia delle Entrate entro il 31 marzo del 2023, secondo quanto stabilisce l'emendamento