renzi juncker
1 – BANCA MARCHE, ETRURIA, MPS, CARIGE E NON SOLO. ECCO CHI (E COME) HA CONTRIBUITO A SBANCARE LE BANCHE ITALIANE
Giuseppe Liturri per www.startmag.it
Da martedì 19 marzo nulla sarà più come prima nei rapporti tra la Commissione Ue e l’Italia. Quel giorno il Tribunale Ue ha reso nota la sentenza che annulla la decisione della Commissione del 23 dicembre 2015, in cui si considerava come aiuto di Stato l’intervento del fondo interbancario tutela depositi (FITD) a favore di Banca Tercas.
La portata della decisione non è tanto relativa alla specifica vicenda che, ricordiamolo, fu comunque risolta consentendo al FITD di creare uno schema volontario che erogò le stesse somme che Tercas fu costretta dalla Commissione a restituire perché ritenute un aiuto di Stato in quanto erogate da un soggetto pubblico. L’impatto più rilevante della decisione della Commissione, bocciata dai giudici ben 4 anni dopo, è quello che ebbe sulla contemporanea vicenda che si concluse con la risoluzione delle 4 banche (Etruria, Marche, Chieti e Ferrara).
padoan e renzi alla leopolda
In quel caso, il FITD aveva già preparato le delibere per sottoscrivere l’aumento di capitale di ciascuna di quelle banche, ma la posizione della Commissione che, nonostante la natura privata del FITD giudicava come aiuto di Stato il suo intervento e quindi richiedeva il preventivo sacrificio degli obbligazionisti subordinati, impedì di dare esecuzione a tale piano.
La discussione tra il ministro Piercarlo Padoan e gli uffici di Bruxelles durò alcuni mesi e finì sotto la pietra tombale della ormai famosa lettera del 19 novembre 2015 (solo pochi giorni prima del fine settimana in cui fu disposta la risoluzione delle 4 banche) firmata dai Commissari Hill e Vestager.
In tale lettera si stabiliva che gli interventi di soggetti come il FITD dovevano passare al vaglio della normativa sugli aiuti di Stato, con un doppio alternativo esito: nel caso non fosse stata riconosciuta la loro natura privata, sarebbe stata applicabile la condizionalità prevista dalla direttiva BRRD cioè, in una parola, il sacrificio di azionisti ed obbligazionisti.
E chi decideva circa la natura privata o pubblica dell’intervento del FITD? La Commissione. Un bel circolo vizioso che il governo Renzi non fu in grado si spezzare, scegliendo invece di subire il diktat della Commissione, con la risoluzione delle 4 banche e l’azzeramento di decine di migliaia di obbligazionisti.
BANCA CESARE PONTI CARIGE
La storia dei mesi successivi è nota. Una galleria degli orrori disseminata da numerosi dissesti bancari, con l’indice FTSE Banche crollato dei 60% circa nel primo semestre 2016. Appena resa nota la sentenza, si è scatenato l’inverecondo spettacolo delle dichiarazioni dei protagonisti della vicenda.
Sulla stampa è stato tutto un poco credibile florilegio di articoli a sostegno della necessità del bail-out eseguito da fondi di protezione dei depositi, in contrapposizione al bail-in ritenuto ora da tutti dannoso e causa di una epocale distruzione di valore nel settore bancario.
Perfino l’ABI che, prima dell’approvazione del bail-in, aveva supinamente accettato la norma senza fiatare dichiarandosi addirittura favorevole anche all’applicazione retroattiva ai titoli già emessi, ha ritenuto opportuno rifarsi una verginità, chiedendo le dimissioni della Vestager e parlando subito di risarcimento dei danni.
RENZI PADOAN
La Vestager ha subito parlato di due diverse catene causali, facendo finta di non sapere che le due vicende (Tercas e 4 banche) furono temporalmente sovrapposte e la posizione della Commissione sulla prima vicenda fu determinante nell’esito della seconda. In ogni caso, il commissario europeo non ha avuto dubbi nell’aggiungere che la risoluzione delle 4 banche fu una scelta di Bankitalia.
Dall’altro lato, la vulgata prevalente sulla stampa italiana (Sole 24 Ore in testa) ha subito preso le difese di Bankitalia, attribuendo la responsabilità dell’accaduto a Bruxelles.
È stato sostenuto che la posizione assunta dalla Commissione avrebbe pure impedito di disobbedire e quindi di procedere con la ricapitalizzazione ad opera del FITD. In questo caso, come anche dichiarato dal presidente del FITD Salvatore Maccarone davanti alla Commissione d’inchiesta sulla banche della passata legislatura, la ricapitalizzazione sarebbe rimasta sub judice e gli accantonamenti necessari per fronteggiare il rischio di una vittoria successiva della Commissione, avrebbero di fatto reso vano il beneficio dell’intervento del FITD. È la stessa tesi sostenuta anche dal ministro dell’epoca Padoan, nell’intervista al Sole del 21 marzo.
banca tercas
Bankitalia non ha mancato di far sentire la sua voce, tramite la solita stampa pronta a fare da megafono, ribadendo la tesi della sua totale contrarietà, non da oggi, alla posizione della Commissione sugli aiuti di Stato. Questo è infatti vero e risulta anche dall’ormai famosa audizione parlamentare del capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo del dicembre 2015, a danno ormai fatto. Resta il fatto che Bankitalia non riuscì ad incidere efficacemente in quei difficili mesi della trattativa con la UE, fornendo alla parte politica gli adeguati strumenti per ribaltare l’assurda convinzione della Vestager che invece il Tribunale UE ha passato da parte a parte con argomenti inequivocabili.
Da parte di qualche sedicente competente è stata pure avanzata la tesi che quelle banche erano ormai decotte e sarebbero crollate comunque, anche con l’intervento del FITD. Nessuno può saperlo. Si può però affermare con relativa certezza che tenere sulla graticola una banca, anche sana, per qualche mese, come è stato fatto con le 4 banche, con MPS o anche Carige, determina il rapido deterioramento del conto economico a causa della fuga dei depositanti, del conseguente calo dei ricavi e, in presenza di costi difficilmente comprimibili, del crollo dei margini. Si distrugge il bene più importante (non) iscritto all’attivo di una banca: la fiducia.
andrea enria large
Uno dei commenti francamente più imbarazzanti è stato quello di Andrea Enria, capo della Vigilanza BCE. Sostenendo che quella sentenza apriva ‘strade nuove’, sembrava dimenticare che la strada degli interventi del FITD era stata da sempre percorsa per gestire i dissesti bancari degli ultimi 30 anni in Italia, senza perdite per soggetti diversi dagli azionisti, e solo l’improvvida posizione della Commissione UE l’aveva sbarrata nel 2015.
Un coro francamente stonato che prova troppo, che ora però finirà sotto il setaccio di una commissione di inchiesta che, con buona pace dell’inquilino del Colle, durerà tutta la legislatura e non sarà presieduta da chi, come Pierferdinando Casini presidente della precedente commissione, si è incredibilmente astenuto nella votazione della legge istitutiva della nuova commissione (in compagnia di Bonino, Monti e Cattaneo, ca va sans dire).
LA LETTERA DI IGNAZIO VISCO A BANCA ETRURIA
Ma là dove non potrà arrivare la commissione parlamentare, potrebbe arrivare una mozione presentata al Senato il 28 marzo (Pesco e Bagnai primi firmatari) con cui si impegna il Governo a richiedere un risarcimento dei danni all’Unione per responsabilità extra contrattuale. L’elenco è sostanzioso: si spazia dai danni diretti a quelli indiretti all’intero sistema bancario, dai danni per la eccessiva svalutazione delle sofferenze a quelli per l’instabilità del mercato del debito pubblico. È un conto che si preannuncia molto salato.
Gli italiani hanno diritto di sapere e di essere risarciti in misura congrua, questa volta senza il “troncare e sopire” della precedente commissione ed evitando che il rimpallo delle responsabilità nel triangolo tra Bruxelles, Bankitalia e Governi Letta/Renzi/Gentiloni infligga l’ennesima umiliazione al Paese.
2 – LA MOZIONE INTEGRALE PRESENTATA AL SENATO
GIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOY
Testo pubblicato da www.startmag.it
Quantificare i danni causati dalle conseguenze dirette ed indirette della decisione UE relativa agli aiuti di stato su Banca Tercas, annullata poi in data 19 marzo 2019 dal Tribunale dell’Unione europea, e a attivarsi presso le competenti sedi per richiedere il totale risarcimento dei danni tra cui derivanti dalle criticità e dai costi addizionali collegate alla decisione UE, nella risoluzione di altre crisi bancarie successive, quali Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Carige.
È quello che chiede in sostanza una mozione presentata al Senato dai gruppi della Lega e del Movimento 5 Stelle al governo Conte.
Ecco il testo integrale
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Atto n. 1-00105
Pubblicato il 28 marzo 2019, nella seduta n. 104
Il Senato,
renzi juncker 2
premesso che secondo quanto risulta ai proponenti del presente atto di indirizzo:
in data 1° luglio 2014 il Fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD) ha trasmesso alla Banca d’Italia una richiesta di autorizzazione di intervento in favore di Banca Popolare di Bari SCpA, già Tercas-Cassa di risparmio della provincia di Teramo SpA (Banca Tercas SpA);
tale intervento prevedeva tre misure: in primo luogo, un contributo di 265 milioni di euro a copertura del deficit patrimoniale di Tercas; in secondo luogo, una garanzia di 35 milioni di euro a copertura del rischio di credito associato a determinate esposizioni di Tercas; in terzo luogo, una garanzia di 30 milioni di euro a copertura dei costi derivanti dal trattamento fiscale della prima misura. Il 7 luglio 2014 la Banca d’Italia ha autorizzato l’intervento;
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 9
alla luce della portata dell’intervento di FITD, nel febbraio 2015, la Commissione europea ha chiesto alle autorità italiane informazioni sull’intervento del FITD, aprendo la procedura per presunti aiuti di Stato per il sostegno finanziario verso banca Tercas;
come evidenziato da un approfondimento del Ministero dell’economia e delle finanze del 23 dicembre 2015, l’interlocuzione con la Commissione sul caso Tercas si interseca e diviene corpo unico con la soluzione prospettata dal FITD per il salvataggio di 4 banche regionali commissariate (Banca delle Marche, CariFerrara, Banca Etruria e CariChieti);
conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 14
lo stesso FITD, in un comunicato stampa del 27 ottobre 2015, sottolinea di aver deliberato interventi “imponenti, pari a circa 2 miliardi di euro” per il salvataggio di Banca Marche, CariFerrara, Banca Etruria e CariChieti e che “se dovessero essere rimborsati i depositi garantiti delle 4 banche, la somma ammonterebbe a 12,5 miliardi di euro, cifra che il Fondo non ha e non avrà mai”. Ad ogni modo, si legge nel medesimo comunicato, “serve l’ok dalla UE per l’operazione”;
nel corso del 2015, per mesi, si ritarda, a giudizio dei proponenti colpevolmente, l’intervento sulle quattro banche, aggravando la situazione di liquidità degli istituti, mentre, parallelamente, si attende che la Commissione europea deliberi su caso Tercas. La posizione della Commissione sembra sempre più indirizzata ad identificare l’utilizzo dei fondi (privati) del FITD come aiuto di Stato;
cassa di risparmio di ferrara carife
anche il dottor Barbagallo, capo del Dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, nel corso di un’audizione nell’ambito dell’istruttoria condotta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario della XVII Legislatura, ha dichiarato che “ad Agosto 2015 DG-COMP comunica formalmente il divieto di procedere, ricapitalizzazione 4 banche da parte del FITD, in assenza di una sua decisione in merito (Caso Tercas)”;
la posizione della Commissione sul caso Tercas (e quindi sulle quattro banche) seppur all’epoca non definitiva (lo diverrà solo il 23 dicembre 2015) porta il FITD a non effettuare il salvataggio delle quattro banche attraverso l’utilizzo delle disponibilità finanziarie del Fondo obbligatorio;
in data 11 novembre 2015, 10 giorni prima della risoluzione, il Fondo delibera l’autorizzazione all’aumento di capitale in Banca Etruria;
mario draghi
la posizione della Commissione europea in merito all’utilizzo del FITD allo scopo di ricapitalizzare un piccolo numero di banche non sistemiche, sebbene non ancora ufficialmente espressa sul caso Tercas collegato, emerge con chiarezza in una mail inviata in data 19 novembre 2015 da Lord Hill e Margrethe Vestager al Ministro pro tempore Pier Carlo Padoan. Nella mail si precisa che l’utilizzo del Fondo Interbancario si configura come aiuto di Stato, con le relative conseguenze di attivazione della BRRD (Bank recovery and resolution directive);
a seguire, in data 22 novembre 2015, il parere contrario preventivo della Commissione sul caso Tercas, determina la mancata ricapitalizzazione delle quattro banche da parte del FITD;
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 6
pertanto, con il decreto-legge 22 novembre 2015, n. 183, il Governo procede alla scissione delle quattro banche (Banca delle Marche, CariFerrara, Banca Etruria e CariChieti, in “good bank” e “bad bank” messe in liquidazione, allo scorporo dei crediti in sofferenza, utilizzando parametri di valutazione di circa un terzo rispetto ai valori medi di bilancio delle banche italiane ed europee nel 2015 (17,40 per cento contro una media del 50 per cento). Tale svalutazione massiva determina di fatto l’insolvenza delle banche e l’azzeramento degli azionisti ed obbligazionisti subordinati;
il 23 dicembre 2015 la Commissione europea ha ufficializzato la decisione, affermando che le misure del FITD, autorizzate dalla Banca d’Italia, costituivano aiuti incompatibili e illegittimi concessi dalla Repubblica italiana a Tercas e ha disposto che detti aiuti fossero recuperati;
BANKITALIA 3
l’Italia e il Fondo interbancario presentano ricorso, argomentando che il sostegno del FITD sia di tipo privatistico e, pertanto, non rientrante nel controllo degli aiuti di Stato;
in data 19 marzo 2019, il Tribunale dell’Unione europea annulla la decisione della Commissione;
la sentenza del Tribunale UE sul caso Tercas sconfessa, dunque, le decisioni ed i dinieghi preventivi su interventi FITD su salvataggi bancari della Commissione e certifica che l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi non poteva essere impedito, come invece è stato fatto dalla Commissione;
RENZI MPS
risulta, quindi, oggi evidente una serie di responsabilità, le quali hanno causato danni economici enormi al Paese, ai risparmiatori, al sistema bancario ed, in particolar modo, alle banche medio piccole;
il danno della perdita di fiducia da parte dei correntisti è incalcolabile e probabilmente foriero degli ulteriori collassi bancari, che si sono poi succeduti;
ai sensi e per gli effetti dell’articolo 266 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, da una sentenza di annullamento deriva l’obbligo per l’Istituzione che ha adottato l’atto, di disporre un “ripristino adeguato della situazione del ricorrente” o di evitare comunque un atto identico;
come da giurisprudenza consolidata, può essere sollevata questione di responsabilità extracontrattuale dell’Unione, se sono soddisfatte le tre seguenti condizioni cumulative: 1) illeceità del comportamento contestato all’istituzione interessata; 2) effettività del danno; 3) sussistenza di un nesso di causalità tra detto comportamento e danno lamentato;
vestager 3
nel caso in esame appaiono soddisfatte tutte le citate condizioni,
impegna il Governo:
1) a quantificare, anche avvalendosi degli organi tecnici istituzionali competenti, tra cui la Corte dei conti e l’Avvocatura dello Stato, i danni causati dalle conseguenze dirette ed indirette della decisione UE 2016/1208, relativa agli aiuti di stato su Banca Tercas, annullata poi in data 19 marzo 2019 dal Tribunale dell’Unione europea;
2) ad attivarsi presso le competenti sedi, anche avvalendosi degli organi tecnici, istituzionali competenti, tra cui la Corte dei conti e l’Avvocatura dello Stato, al fine di richiedere il totale risarcimento dei danni tra cui:
mps titoli di stato 2
a) danni conseguenti alla mancata ricapitalizzazione delle banche regionali da parte del FITD, causata dalle interlocuzioni, anche informali, con i commissari europei per la concorrenza, in cui sono state esposte posizioni contrarie agli interventi tramite FITD, anche in momenti in cui non si era ancora conclusa l’istruttoria sul caso gemello e strettamente collegato di banca Tercas;
b) danni derivanti dal panico diffuso presso i depositanti e dall’effetto contagio verso gli istituti bancari percepiti più deboli;
c) danni derivanti dalla svalutazione eccessiva dei crediti in sofferenza, causata dalla risoluzione delle quattro banche e dal contagio che tale svalutazione ha prodotto nel sistema bancario;
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d) danni reputazionali al sistema bancario ed al sistema Paese Italiano;
e) danni causati dall’innalzamento dello spread e quindi del costo di emissione debito pubblico, per la quota causata dall’aumento rischio Paese, direttamente collegata a rischio sistema bancario;
f) danni per il crollo delle quotazioni azionarie del comparto bancario;
g) danni derivanti dalle criticità e dai costi addizionali collegate alla decisione UE, nella risoluzione di altre crisi bancarie successive, quali Veneto Banca – Banca Popolare di Vicenza, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Carige.