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Enrico Ferrari per ‘Il Corriere della Sera’
«Vengo dal nulla e ho comprato la Sampdoria perché dopo di lei c’è il nulla». Uomo di spettacolo lo è davvero Massimo Ferrero, 62 anni, romano del Testaccio, famiglia di fede calcistica laziale, produttore tra l’altro di alcune pellicole di Tinto Brass, da ieri nuovo proprietario e presidente della Sampdoria.
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E non solo perché alla voce professione sulla sua carta d’identità si legge, appunto, produttore cinematografico. «Volete sapere quanto ho pagato la Sampdoria? Ma perché dovete sporcare tutto con il denaro? Questo è un momento di gioia, sport e cultura. Di soldi parleremo un’altra volta. Posso solo dirvi che sto cercando un mini-appartamento qui a Genova. Mini, perché tutti i soldi che avevo li ho messi nella Sampdoria».
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La famiglia Garrone ha deciso di consegnare a lui le chiavi della Samp al termine di una trattativa durata mesi, dopo «averlo messo più volte alla prova», ha ricordato ieri Edoardo nel suo ultimo discorso da presidente. «Oggi abbiamo portato a termine la nostra missione: mettere in sicurezza la società dopo averla salvata due volte. La prima quando l’abbiamo acquistata dalla famiglia Mantovani, la seconda quando l’abbiamo riportata in A. Perché Ferrero? Nel mondo del calcio girano molti personaggi discutibili: Massimo ha superato tutti i filtri che avevamo imposto in fase di trattativa. Quando ci siamo conosciuti di persona ci siamo capiti al volo».
Per i tifosi blucerchiati, abituati ormai da 35 anni allo stile riservato e rigorosamente di basso profilo dei petrolieri Mantovani e Garrone, lo choc è comprensibile. Tutti sapevano — anzi: molti auspicavano — che dopo la scomparsa di Riccardo i figli avrebbero accelerato la vendita del club. Nessuno si aspettava che il successore potesse essere un personaggio così apparentemente lontano dallo stile Sampdoria. «Sono qui per vincere», ha garantito Ferrero nel suo primo show con la stampa. «Se sto pensando di riportare Cassano a Genova? Perché no… In ogni caso ci saranno sorprese».
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Ferrero, soprannome «er Viperetta», amico intimo — giura chi lo frequenta — di Sylvester Stallone, è a capo di un gruppo che controlla 60 sale cinematografiche. Le ultime 15 le ha rilevate per 64 milioni di euro dall’ex circuito Cecchi Gori. Un buon affare, anche se il settore non attraversa un buon momento e non tutti i posti di lavoro sono garantiti: anche per questo, saputa la notizia dell’acquisto della Samp, i dipendenti si sono immediatamente riuniti in assemblea.
Sposato con un’imprenditrice del settore caseario, appassionato di aviazione ma sfortunato nella sua avventura imprenditoriale con la compagnia Livingston (proprio ieri ha patteggiato una pena di anno e dieci di reclusione nel procedimento in cui è imputato per bancarotta fraudolenta pluriaggravata insieme ad altre otto persone), Ferrero dice di stimare molto il collega De Laurentiis («anche se è lui che si ispira a me e non viceversa») e di essere diventato un appassionato di cinema dopo che il nonno, distratto da non si sa bene cosa, lo dimenticò negli studi di Cinecittà («e meno male che mia nonna si ricordò di me! ».
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«Ho prodotto 60 film e ne ho girati 150. Ho vinto tutto quello che c’è da vincere nel mio settore. Ora voglio divertirmi con la Sampdoria. Aspettavo questo momento da due anni e mezzo, sono felice di avere fatto questo affare con i rappresentanti di una famiglia che ha fatto la storia dell’Italia».
MASSIMO FERRERO
Ora la piazza blucerchiata, diffidente come solo i liguri sanno essere con i «foresti» ma capace di rapidi innamoramenti, si aspetta che Ferrero scriva pagine importanti della storia della Samp.
