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    SANITA’ CHOC – UNA TRENTENNE ASPETTA UN’ORA E MEZZO DAVANTI ALLA SALA PARTO DEL SANT’EUGENIO E PERDE IL BAMBINO!


     
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    Ilaria Sacchettoni per ‘Il Corriere della Sera'

    Parcheggiata come un veicolo ai margini della sala operatoria mentre le doglie esplodevano con fitte violente. Abbandonata in un reparto del «Sant'Eugenio», K.S., una donna italiana di circa trent'anni ha perso il bambino. Il fatto risale alla fine di ottobre scorso mentre, nei giorni scorsi, sulla base della sua denuncia, è stato aperto un fascicolo dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani.

    L'ESPOSTO - L'esposto è un atto di accusa nei confronti dell'ospedale della Laurentina ma, va detto, che il bimbo, morto, è stato partorito altrove. Al «Grassi» di Ostia.

    PARTO D'URGENZA - Perché per il suo primo figlio, K.S. aveva sperato in un parto perfetto ma, poi, le cose hanno preso una strada diversa. Un'ora e passa di attesa inutile al «Sant'Eugenio» (dalle 19,39 alle 20,53 è specificato nella denuncia) sotto la pressione delle doglie, senza attirare l'attenzione dei medici. Un iter straziante che genera ulteriore ansia per il parto imminente.

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    Sull'onda della disperazione e delle fitte più intense, mentre vede allontanarsi la prospettiva dell'intervento, K.S. decide di andarsene e riesce a farsi trasportare al vicino «Grassi» di Ostia. Tutto si gioca in poco tempo, probabilmente minuti. Al «Grassi» viene ricoverata prontamente: parto d'urgenza. Ma per il bambino nessuna speranza. Esce già morto.

    ACQUISITA LA CARTELLA CLINICA - K.S. si rivolge ai carabinieri, sporge denuncia. Viene acquisita la cartella del suo ricovero con le informazioni di base. Età, condizioni, primo figlio. Le indagini partono. Ora tutto si gioca sul filo dei tempi. Servirà una perizia per stabilire quanto l'attesa abbia inciso sulle condizioni di salute del feto. La sua vita di donna non basterà, forse, a sanare quel dolore di madre mancata.

    L'OSPEDALE - Al Sant'Eugenio, dopo aver effettuato una ricerca in archivio, sulle pazienti delle ultime settimane, la direzione precisa: «La paziente, secondo la nostra ricostruzione, aveva avuto un aborto spontaneo e si era rivolta a noi per un intervento successivo. Non abbiamo letto la sua denuncia ma non siamo a conoscenza di atti della magistratura». Roberto Crea, segretario regionale di Cittadinanzattiva chiede alla Regione Lazio di «verificare l'accaduto e mettere in atto in tempi rapidissimi, come già richiesto, tutti gli interventi necessari perché comunque le attese da parte di coloro che si recano negli ospedali e in particolare nei pronto soccorso si riducano a tempi accettabili».

     

     

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