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Asuncion, 2 aprile 1997, la Colombia arriva in Paraguay per una gara di qualificazioni ai Mondiali di Francia 1998. All'85' l'attaccante dei Cafeteros Faustino Asprilla e il portiere di casa José Luis Chilavert vengono alle mani in campo per uno sputo ricevuto dall'ex Parma. Espulsi, continueranno la loro scazzottata nel tunnel che porta agli spogliatoi. Quella notte, però, fu la notte in cui Asprilla, che in Italia ha giocato con la maglia del Parma dal 1992 al 1996 e nella stagione 1998-99, evitò la morte di Chilavert.
La notte in cui salvò Chilavert
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Tino Asprilla oggi ha 50 anni e nella sua vita ne ha davvero combinate di tutti i colori tanto da essere soprannominato il "selvaggio". Oggi, a 22 anni da quella scazzottata con un'altra leggenda del calcio sudamericano, si confessa in un documentario trasmesso dalla trasmissione colombiana 'Telepacifico' dal titolo "Faustino il Grande". Il Paraguay vinse quella partita 2-1, ma quel che stupisce è quello che accade la notte, subito dopo quell'episodio. "Mi chiamò un uomo presentandosi come Julio Fierro - ha raccontato l'ex Parma - lo incontrai, era con altri 10 uomini, tutti ubriachi e con alcune donne paraguaiane, mi disse che voleva l'autorizzazione affinché due del suo gruppo rimanessero ad Asuncion con il compito di uccidere Chilavert. Gli dissi che era pazzo e che quel che succede in campo finisce in campo". Julio Fierro era un narcotrafficante colombiano, uno degli uomini fidati di Pablo Escobar. E quel no di Asprilla salvò probabilmente la vita a Chilavert.
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