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    CHI C’E, CEUTA! ASSALTO DEI MIGRANTI NELL’ENCLAVE IBERICA IN MAROCCO: LA SPAGNA, IN DIFFICOLTÀ, CHIEDE AIUTO ALL’EUROPA - AL COLLASSO IL SISTEMA DI ACCOGLIENZA: DALL' INIZIO DELL' ANNO SONO ARRIVATI IN SPAGNA IN 22.711, DI CUI 19.586 VIA MARE, IL TRIPLO RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2017 - VIDEO


     
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    Simona Verrazzo per il Messaggero

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    La Spagna sotto pressione per l' emergenza migranti, via terra e via mare. In circa 800, in arrivo dall' Africa sub-sahariana, hanno forzato ieri la barriera attorno a Ceuta, l' enclave spagnola in territorio marocchino, scavalcando la doppia recinzione di sette metri di altezza e ingaggiando una battaglia con la polizia del paese nordafricano e la Guardia Civil spagnola che ha provocato decine di feriti. Lo riferiscono le autorità iberiche, sottolineando che oltre 600 migranti sono comunque riusciti a entrare a Ceuta, che con l' altra enclave in Marocco, Melilla, è la porta d' Europa per la rotta occidentale dei flussi migratori dall' Africa sub-sahariana.

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    LO SCONFINAMENTO Quello di ieri è il più grande sconfinamento dal febbraio 2017, quando oltre 850 migranti riuscirono a entrare nell' arco di quattro giorni. La Guardia Civil ha riferito che circa 800 migranti hanno dato l' assalto alla barriera protettiva che separa l' enclave dal Marocco e che in 602 sono riusciti a scavalcarla. I varchi sono stati aperti lanciando contro le forze di sicurezza pietre, feci e calce viva. Secondo la polizia 16 migranti e 5 agenti sono rimasti feriti e sono stati ricoverati in ospedale.

     

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    La Croce Rossa spagnola ha invece affermato, attraverso Twitter, che i feriti tra i migranti sono 132. L' Associazione spagnola delle guardie civili (AEGC) ha detto che i migranti, armati di cesoie e bastoni, hanno lanciato contro gli agenti «oggetti appuntiti, calce, sostanze corrosive, escrementi e urina» e ventidue feriti sono stati trattati per «ustioni chimiche, occhi infiammati, lividi e disturbi respiratori».

     

    Dopo essere entrati in Spagna, i migranti si sono riversati in strada e hanno raggiunto un vicino centro di accoglienza, in cui attualmente si trovano 1.200 persone, più del doppio di quante ne possa ospitare, per presentare richiesta d' asilo in Europa.

     

    L' emergenza non riguarda soltanto Ceuta, ma anche l' Andalusia, la regione più meridionale, davanti al Marocco. Il sistema di accoglienza nella provincia di Cadice, che si affaccia sullo Stretto di Gibilterra, è al collasso dopo lo sbarco di circa 1.300 persone tra lunedì e mercoledì, in particolare nella città di Algeciras, che le autorità iberiche temono si trasformi in una «nuova Lampedusa».

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    Ieri altre 329 persone che si trovavano a bordo di 18 imbarcazioni intercettate sono state soccorse dalla Guardia costiera spagnola a largo dell' isola di Alborán e nello Stretto di Gibilterra. Come per Ceuta si tratta di migranti provenienti dall' Africa sub-sahariana, con la differenza che nell' enclave arrivano ragazzi e uomini, mentre via mare anche donne e bambini. A Malaga, che non ha centri di accoglienza, un migliaio di persone giunte negli ultimi sei mesi sono ancora senza alloggio e le autorità locali stanno cercando di sistemarle in strutture sportive.

     

    MIGRANTI A CEUTA E MELILLA MIGRANTI A CEUTA E MELILLA

    LA PREOCCUPAZIONE «Dobbiamo definire azioni per le persone che arrivano sulle nostre coste per non diventare la nuova Lampedusa del Mediterraneo occidentale», ha dichiarato parlando con il quotidiano El Mundo il sindaco di Algeciras, senatore del conservatore Partito Popolare (all' opposizione), José Ignacio Landaluce. «Non è un problema del sindaco di Algeciras o del ministro dell' Interno spagnolo, è una questione europea», ha proseguito.

     

    La situazione più difficile si registra proprio nella baia di Algeciras, ma si sta complicando anche in altri comuni andalusi, dove l' affluenza dei migranti via mare ha già superato le capacità della macchina organizzativa dell' accoglienza. Dall' inizio dell' anno sono arrivati in Spagna in 22.711, di cui 19.586 via mare, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2017.

     

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