giangavino sulas
Armando Di Landro per http://bergamo.corriere.it
Il pm Lucia Trigilio aveva chiesto 5 anni di reclusione per diffamazione a mezzo stampa a carico del giornalista di Oggi Giangavino Sulas, e due anni per il direttore del settimanale, Umberto Brindani. Ieri il giudice Giovanni Petillo ha assolto entrambi con formula piena, perché il fatto non sussiste o non costituisce reato.
Sulas era stato querelato da Giuliano Mignini, ex procuratore di Perugia e oggi sostituto procuratore generale (lo stesso del processo Meredith), per un articolo del 5 maggio 2010. In quel pezzo, intitolato «Mostro, cancellata l’inchiesta», Sulas riferiva del proscioglimento in udienza preliminare di 21 imputati, per i quali Mignini aveva chiesto il rinvio a giudizio. Era la cosiddetta inchiesta bis sul Mostro di Firenze. Secondo il procuratore il medico di Perugia Lorenzo Narducci, trovato suicida nell’ottobre 1985 nel lago Trasimeno, era una figura da collegare ai delitti del Mostro.
umberto brindani
E più persone, ovvero i 21 imputati - tra cui il giornalista fiorentino Mario Spezi, tre parenti stretti di Narducci e l’ex questore di Perugia Francesco Trio - avevano architettato, sempre stando alla ricostruzione accusatoria, una strategia per impedire che emergesse la verità. Tutti prosciolti. Sulas aveva definito l’inchiesta «un’invenzione», riferendo anche che secondo le indagini Narducci cercava macabri reperti anatomici «per riti satanici e messe nere»: passaggio smentito da Mignini. Secondo il pm di Bergamo la diffamazione c’era. Per il giudice no.