Da ansa.it
FERRARI 250 GTO
Ancora un record firmato Ferrari alle più importante delle aste che si sono svolte a Monterey, a poche miglia di distanza dal golf club di Peeble Beach dove si svolge questa sera (ora italiana) il celebre concorso di eleganza. Con un prezzo di aggiudicazione che è arrivato a 48,405 milioni di dollari (pari a 41,612 milioni di euro) la Ferrari 250 GTO Scaglietti del 1962, numero di telaio 3413, è diventata l'auto più preziosa mai venduta ad un'asta.
Non è stato però battuto il record assoluto delle vendite fra collezionisti che appartiene ad un'altra Ferrari GTO (questa del 1963) - secondo la CNBC - sarebbe passata di mano 'privatamente' a 70 milioni di dollari, venduta nei mesi scorsi da un collezionista tedesco a David MacNeil, fondatore della WeatherTech, azienda specializzata in tappetini per auto. La Ferrari del record di RM Sotheby's, oltre a presentare un perfetto stato di conservazione, vanta anche un passato agonistico di tutto rispetto. Infatti ha partecipato come vettura ufficiale per i test alla Targa Florio del 1962 (guidata da Phil Hill) ed ha permesso al pilota Edoardo Lualdi Gabardi di vincere il campionato italiano dello stesso anno.
FERRARI 250 GTO
2. ALL’ASTA DI CHRISTIE’S UN QUADRO DIPINTO DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Carlo Lavalle per www.lastampa.it
Christie’s si appresta a mettere all’asta per la prima volta un’opera d’arte prodotta dall’intelligenza artificiale. A essere venduto al miglior offerente, con un evento previsto dalla più importante casa d’aste al mondo per il prossimo mese di ottobre a New York, sarà un quadro frutto del genio creativo di un algoritmo, elaborato da Obvious , che si definisce un collettivo francese di amici, artisti e ricercatori.
La tela, una stampa con un prezzo stimato tra i 7mila e i 10mila euro, è il Ritratto di Edmond de Belamy . Si tratta di un personaggio di fantasia con tanto di albero genealogico fittizio e discendenza da famiglia nobiliare, il cui nome richiama Ian GoodFellow (in francese Bel Ami), inventore della rete antagonista generativa, un tipo di algoritmo di intelligenza artificiale. Lo stesso utilizzato da Obvious per realizzare le sue opere d’arte artificiali.
RITRATTO DI EDMOND BELAMY
Come spiega Hugo Caselles-Dupré, membro del collettivo che ha sede a Parigi, l’algoritmo ha avuto accesso a un database di 15mila ritratti dipinti tra il XIV e il XX secolo riuscendo, grazie a questa mole di immagini, a generare risultati originali. Che si avvicinano a un modello di creatività che può essere affine all’arte.
Anche Google con il suo Project Magenta ha avviato un progetto di ricerca per creare algoritmi che servano a dotare una macchina di capacità artistiche in vari settori, dalla musica, al cinema e alla pittura. Ispirata dal programma di visione artificiale Deep Dream , nato nel 2014 per riconoscere immagini e modificarle in modo da ottenere un effetto tra il sogno e l’allucinazione, l’iniziativa ha come obiettivo lo sviluppo di una intelligenza artificiale che crei arte in totale autonomia.
Del resto, ci sono programmi come The Painting Fool i cui quadri vengono esposti in gallerie d’arte online. Mentre le opere del software Deep Dream sono battute all’asta e vendute per migliaia di dollari. L’iniziativa promossa da Christie’s, però, è un fatto nuovo che potrebbe proiettare l’applicazione dell’intelligenza artificiale all’arte verso nuovi confini e progressi, legittimata in ambiti più vasti e più qualificati.
RITRATTO DI EDMOND BELAMY