? E nel frattempo a Bergamo... delirio per il passaggio agli ottavi di finale di #ChampionsLeague dell’#Atalanta.
È una notte che la Dea non dimenticherà facilmente... ?pic.twitter.com/Z5twZnaBGW
— Luca Fioretti (@LucaFioretti13) 11 dicembre 2019
Andrea Elefante per gazzetta.it
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Oltre i suoi limiti, oltre le assenze di Zapata, Ilicic e Toloi, oltre ogni pronostico. Dopo tre partite e tre sconfitte l’Atalanta aveva un piede e mezzo fuori dalla Champions, stasera li ha rimessi dentro tutti e due, qualificandosi per gli ottavi nell’unico modo che le era possibile: vincendo. Una vittoria che è molto di più: un miracolo sportivo, una vittoria indiscutibile, l’ennesima impresa di un squadra che non muore mai e non è stanca di stupire. Cantano solo i suoi 500 tifosi nello stadio dello Shakhtar ammutolito: 3-0 con tre gol nella ripresa, perché è stata anche la vittoria della pazienza, dell’attenzione, oltre che della capacità di sfruttare, nei secondi 45’, ogni occasione creata.
Gasperini ha deciso di non sorprendere: c’è fuori anche Kjaer, oltre allo squalificato Toloi, e allora dentro Masiello, un centrale di ruolo e non un adattato; indisponibile anche Ilicic oltre a Zapata, e dentro Muriel, un centravanti vero, affiancato dal "tuttocampista" Gomez, con Pasalic trequartista alle loro spalle. Dunque l’ex (incompreso dallo Shakhtar) Malinovskyi in panchina come arma da spendere in corsa, come Hateboer, a cui il tecnico ha preferito Castagne. Castro è andato al di là delle previsioni solo preferendo Teté all’appena rientrato (dopo infortunio) Marlos: sull’altra fascia Taison, con Kovalenko alle spalle di Moraes e Stepanenko come all’andata davanti alla difesa, per disegnare un 4-1-4-1.
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PRIMO TEMPO— Un quarto d’ora di sola Atalanta, padrona della partita, abbastanza da abbassare nella sua metà campo e spaventare lo Shakhtar almeno tre volte. La prima dopo 5’, con una palla persa da Ismaily e combinazione fra Gomez, Muriel e Pasalic, con il croato che a porta scoperta perde l’attimo per il tiro al volo, o comunque una soluzione in scivolata. Due minuti dopo una chance per Muriel si sponda di Castagne: destro troppo largo, ma il gioco era già fermo per un dubbio fallo di mano del colombiano. La terza occasione al 14’, quando Kryvtsov prima perde un pallone che Muriel trasforma in invito per Gomez e poi va a murare il Papu con un recupero disperato. E’ il pericolo che scuote lo Shakhtar, fino a quel momento in difficoltà anche e soprattutto per suoi errori.
La squadra di Castro al 15’ segna con Stepanenko, ma si vede annullare il gol per un fuorigioco di una spalle di Teté all’alba dell’azione. Proprio il brasiliano è la sintesi d questo Shakhtar, che si accende a sprazzi, ma quando lo fa è un cocktail velenosissimo di tecnica e velocità. Che si vede di nuovo al 37’, quando Taison cambia gioco su Teté che scucchiaia un cross perfetto per l’inserimento di Moraes, fermato solo da un miracolo di Gollini.
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SECONDO TEMPO— Come nei primi 45’, l’inizio è tutto dell’Atalanta, anche se il vero pericolo arriva su punizione di Muriel, un po’ troppo centrale e alzata sopra la traversa da Pyatov. Sul corner successivo Djimsiti gira alto di testa, ma il vero brivido è 5’ dopo, quando Muriel - già ammonito - chiude una rincorsa difensiva su Dodò con un fallo netto, ma Zwayer lo grazia senza tirare fuori il secondo giallo. Al 16’ Gasperini gioca il tutto per tutto: fuori Masiello e dentro Malinovskyi che va a fare il trequartista dietro Gomez e Muriel, con De Roon adattato centrale di difesa, come all’andata. L’Atalanta rischia (gol annullato a Junior Moraes), poi sul filo del fuorigioco trova il gol della speranza: combinazione fra Gomez e Gosens, appoggio di Muriel al Papu e radente per il rimorchio di Castagne. Succede al minuto 21, con convalida al 23’ dopo lunghissima consultazione Var per un fuorigioco di Gomez che non c’era. A quel punto, con il City che vince a Zagabria, è lo Shakhtar che deve giocarsi il tutto per tutto. Gasperini sacrifica Muriel, sceglie Ibanez (zero minuti stagionali, prima del suo ingresso in campo) e una difesa a cinque, con Malinovskyi alle spalle di Gomez in versione "centravanti". Dodò gli dà una mano con una sbracciata a palla lontana su Freuler: Shakhtar in dieci nell’ultimo quarto d’ora ed è una superiorità che dà coraggio all’Atalanta. E anche spazi perché al 35’, su corner di Malinovskyi, Pasalic trova il varco giusto per il gol del 2-0. Lo Shakhtar non si arrende, Ismaily scheggia la traversa, Gollini fa ancora un miracolo su Alan Patrik e a quel punto l’Atalanta può spezzare il suo pane preferito, il gioco di rimessa, e le gambe allo Shakhtar con un gol in spaccata di Gosens (che approfitta di un errore di Stepanenko) per un 3-0 che profuma di trionfo.
GASPERINI
(...) L’importanza di questo successo va estesa alla mera dimensione atalantina: “È un grande risultato – dice Gasperini – e siamo contenti per tutto il calcio italiano: c’era bisogno di conquistare credibilità oltre confine, che questo modo di giocare fosse valido anche in campo internazionale. Abbiamo vinto contro una squadra molto forte, in un girone equilibrato”. Il tutto nonostante le assenze di Toloi, Ilicic e Zapata: “Mancavano giocatori fondamentali, ma noi abbiamo un gruppo affidabile. Gli assenti di oggi hanno grande peso, ma i presenti hanno dato il massimo e hanno difeso quando era il momento. È la vittoria di tutta la squadra”.
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