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    ATTACCATI AL RAZOV! – CON UNA BATTUTA, BRUNO VESPA HA GELATO L’AMBASCIATORE RUSSO IN ITALIA, SERGEI RAZOV, CHE HA DETTO: “IL PRESIDENTE ZELENSKY DICE CHE NON NEGOZIERÀ. BISOGNERÀ ASPETTARE CHE CAMBI IDEE, O CHE L’UCRAINA CAMBI PRESIDENTE”. LA REPLICA EPICA DI “BRU-NEO”: “AVETE PROVATO A FARLO SPARANDOGLI” - VIDEO


     
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    Paolo Brera per www.repubblica.it

     

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    Quando i media italiani scrivono di ciò che a Mosca non si può nominare — l’invasione dell’Ucraina, la guerra scatenata da Putin — diffondono «fake news» che per leggerle «bisognerebbe essere costretti da un tribunale».

     

    D’altronde Mosca «non ha annesso nessun territorio ucraino», e il gas che gorgoglia in fondo al mare e non arriva più nelle nostre cucine sono «la Ue e l’Italia a non volerlo più», mica il Cremlino.

     

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    È la nenia cantata ieri sera nello studio di Porta a Porta dall’ambasciatore russo Sergey Razov, sempre più imbarazzato a dover contrattaccare con cappa e spada il Paese «in cui vivo da nove anni e che amo moltissimo» (come dargli torto: che splendidi soli, la mattina, da plenipotenziario russo al Gianicolo, nei giardini di villa Abamelek).

     

    È il mestiere del diplomatico. Il mite e sorridente Razov veste ormai da mesi l’abito imposto dal Cremlino. «Il ministro Lavrov ha detto che la Russia non parteciperà a un’escalation della retorica nucleare... Sono solo balle?», lo incalza Bruno Vespa, che lo interrompe e parla il triplo dell’ospite pur di non rischiare la figuraccia di Giletti a Mosca con Zakarova, o la scena muta di Rete4 con Lavrov.

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    «Non so di quali minacce nucleari russe si parli», replica Razov. «Non abbiamo intenzione di partecipare a questa escalation. Putin ha detto che difenderemo il nostro territorio con tutti i mezzi e le forze a disposizione, e ha ricordato che abbiamo vari tipi di armamenti. Tutto il resto sono speculazioni dei media, parole all’aria».

     

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    «Quando è iniziata l’operazione speciale — dice — Putin ha spiegato i motivi di una decisione difficile. La geopolitica è la scelta del male minore». Le chiama così, le stragi di un popolo invaso. Invece «in quelle regioni» occupate «vive il 15% della popolazione ucraina: sarà il caso di ascoltarli?

     

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    Per otto anni in seminterrati, i bambini non vedevano la luce…Vengono pubblicate cose sui media occidentali che una persona normale può leggere e ascoltare solo per condanna di un tribunale o sotto narcosi. Ogni giorno sfoglio i principali giornali italiani, fake news è la cosa più leggera che si può dire di quanto viene pubblicato». Il solito paradosso, l’accusa alla stampa da un Paese che non la consente. Ma la guerra? Gli obiettivi? La trattativa? «La risposta non è nelle mie possibilità», dice.

     

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    Però «Putin ha detto che siamo a favore del cessate il fuoco e di sederci a un tavolo. Ma il presidente Zelensky dice che l’Ucraina non negozierà.

     

    Bisogna aspettare che cambi idee, o che l’Ucraina cambi presidente». «Avete provato a farlo sparandogli», lo gela Vaspa. Due battute, per finire: il nuovo governo «sarà il settimo nel mio mandato. La vostra instabilità è il segno della vostra stabilità», sorride Razov. Ma sul gas non sorride più: «Si specula che sia stata la Russia a sabotare il proprio gasdotto: capisco, sotto propaganda, ma non siamo idioti».

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