1. INCINTA E DI DESTRA: LA SINISTRA LINCIA LA MELONI
Francesco Borgonovo per “Libero Quotidiano”
La Minoranza Arrogante non si ferma di fronte a niente. Andando avanti così, verrà il giorno in cui le donne eterosessuali incinte sugli autobus avranno sì posti riservati, però sul fondo. Perché nemmeno un pancione - tondo o in procinto di diventarlo - basta a fermare l' insulto e il linciaggio.
GIORGIA MELONI FAMILY DAY
Lo dimostra quanto è accaduto alla leader di Fratelli d' Italia Giorgia Meloni.
Partecipando nei giorni scorsi al Family Day, ha annunciato di aspettare un figlio.
Nell' arco di poche ore, è stata bersagliata di sputi. I soliti vigliacchi di Internet, quelli che collegano il pc ma non il cervello (forse perché ne sono privi) si sono scatenati. Il tenore dei commenti è ben riassunto da un tweet citato ieri dell' Huffington Post e pubblicato da tale «Brucia Babilonia», un fine intellettuale con la sveglia al collo.
Rivolgendosi direttamente alla Meloni, costui (o costei) ha scritto: «Camerata difendi la famiglia ma sei incinta senza essere sposata, opera dello Spirito Santo o dello storico appeso Benito?». Sì, va bene, questa è prima di tutto un' offesa alla lingua italiana, ma il senso è chiaro: la Meloni è incinta senza essere sposata, e ha partecipato a una manifestazione a sostegno della famiglia tradizionale. Ciò la rende, agli occhi bovini del trinariciuto internettiano, meritevole di sfilare sul patibolo. Solo che l' insulto non si limita a colpire la figura della politica Meloni.
Anzi, si dirige direttamente sulla madre Giorgia, e sul figlio che porta in grembo. La cui paternità viene attribuita più o meno a chiunque dai cordardi del web. Del resto, sappiamo cosa aspettarci da certa gente, che gode nell' esporre gli avversari al pubblico ludibrio. Basti ricordare la famigerata lista di «politici omosessuali» pubblicata qualche settimana fa da un sito di area lgbt. Ecco le tanto decantate virtù della «trasparenza»...
giorgia meloni al family day
Matteo Renzi, per riparare, ha inviato a Giorgia Meloni un mazzo di fiori: rose bianche e lilium. Un bel gesto, una volta tanto. Peccato non basti a tappare le falle mentali di un' intera area politica e culturale che in massa ha deciso di massacrare una donna incinta, dopo averci scassato la minchia per anni sul «corpo delle donne» e il «femminicidio». Appena si presenta l' occasione, costoro si lanciano come belve a compiere un femminicidio mediatico sulla femmina di destra.
sbagliato e sbagliato family day
Prima della fila, Luciana Littizzetto, residuato bellico dell' antiberlusconismo che tenta invano di bloccare l' emorragia di visibilità. Speriamo che le sue (numerose) lettrici donne, prima di acquistare il suo prossimo libro, si ricordino del modo meschino in cui «Lucinina» si è accanita su una futura mamma. «La Meloni ha annunciato di aspettare un meloncino», ha ragliato la comica su Raitre. «Fa molto ridere che l' abbia detto al Family Day e cioè nella piazza della famiglia tradizionale, perché lei non è sposata. Ne sono contenta, ma è come andare a un festival vegano e dire di avere appena mangiato una fiorentina al sangue». O come sostenere il ddl Cirinnà - modellato sui gay - pur essendo eterosessuali.
FAMILY DAY CONTRO RENZI
Il problema, però, non è discutere le posizioni politiche della Meloni, che possono essere condivisibili o meno. Qui siamo a uno stadio precedente, in cui è in gioco l' umana convivenza. Quelli che ogni giorno berciano pretendendo diritti per le minoranze dimostrano di avere totale disprezzo per la vita altrui. Frignano lamentando un trattamento disumano, poi agiscono come un animale non farebbe mai.
Perché gli animali, solitamente, la femmina gravida la proteggono. In questo caso, invece, la donna viene ridotta a una specie di macchina utile giusto a sfornare figli preconfezionati, fabbricati in laboratorio come nel Mondo Nuovo di Aldous Huxley.
«La Meloni è incinta. Il primo che aggiunge "sempre" è una brutta persona», sghignazza l' autore tv Luca Bottura per farsi notare nella fogna di Twitter. A confronto il telefonato commento di Vladimir Luxuria è quasi inoffensivo: «La Meloni è in attesa: auguri e figli trans!». Di fronte a uscite del genere, non bastano tutti i fiori del mondo a riparare il danno.
GANDOLFINI PORTAVOCE FAMILY DAY
Bisogna avere il coraggio di ammettere che ad attaccare la Meloni non sono i dieci imbecilli fisiologicamente presenti in ogni umana associazione.
Questo linciaggio è figlio di una mentalità, di una ideologia che utilizza la sopraffazione come unica modalità. È un prodotto della Minoranza Arrogante, che non è rappresentativa nemmeno di tutto l' universo omosessuale, ma agisce motivata dal risentimento per punire chi la pensa in modo diverso. Persino chi - come la Meloni - non è sposato e vuole comunque avere un figlio, diritto che le associazioni gay rivendicano (per sé) come inalienabile.
Laura Boldrini, per esempio, ha espresso sdegno per l' assalto alla Meloni, bisogna rendergliene atto. Ma è la stessa persona che vorrebbe censurare le pubblicità in cui le madri portano il cibo in tavola ai propri figli. Significa voler cancellare dallo spazio pubblico la figura stessa della madre.
La donna deve essere «in carriera», altrimenti non è. Se è mamma, magari single, lo deve essere di nascosto, possibilmente in qualche clinica straniera, per sfornare i bambini giocattolo di Elton John o di altri ricchi vip.
family day
No, qui non c' entrano i diritti dei gay, anche perché molti degli insultatori sono eterosessuali. Non è questione di sesso, ma di pensiero. Anche se, nel caso di questi progressisti grotteschi, l' organo sessuale e la testa spesso si assomigliano.
2. MELONI: DICONO DI DIFENDERE L’AMORE MA SONO DELLE PERSONE CATTIVE
Paolo Emilio Russo per “Libero Quotidiano”
Faccio politica da quando ero piccola, ma una cosa così non l' avrei mai immaginata... Ho le spalle grosse, sono un guerriero, ma non sono io l' obbiettivo, devo proteggere qualcun altro». Per convincere Giorgia Meloni a reagire contro l' «imbarbarimento» e commentare «questa cosa», c' è voluta non poca fatica. «Questa cosa» cui l' ex ministro per la Gioventù fa riferimento sono i commenti - ma sarebbe più corretto chiamarli insulti - comparsi sui social network, in Rete e addirittura in tv dopo l' annuncio, al Family Day di sabato scorso, della sua gravidanza.
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«Se Dio vuole, sarò madre», aveva scritto, in un post su Facebook la leader di Fratelli d' Italia. Il campionario di pseudo-ironie che le è stato riservato è ancora più esteso del solito: «Auguri e figli trans!», twitta - feroce? considerando l' eventualità una disgrazia? - l' ex parlamentare comunista e transgender Vladimir Luxuria.
Ma i più hanno ironizzato sulla scelta dell' unica leader donna di un partito, la più giovane - visto che ha due anni in meno di Matteo Renzi - di avere scelto il momento sbagliato per rivelare il suo stato o, addirittura, di avere contravvenuto alla dottrina cattolica. È su questo punto che ha avuto il coraggio di ironizzare Luciana Littizzetto. La "spalla" di Fabio Fazio, a Che tempo che fa l' ha presa di mira: «Ha dichiarato di essere incinta, quindi aspetta un meloncino, fa ridere che l' abbia detto al Family Day, la festa della famiglia tradizionale, perché lei non è sposata.
È come andare al festival vegano e dire di amare la fiorentina». Ad entrambe la leader di Fdi risponde senza alcun imbarazzo. «Se sono questi i paladini dell' amore...», attacca. «Luxuria è una persona cattiva; un anno fa se la prese con mio padre, disse cose molto pesanti sulla mia famiglia, ma non è che se uno è gay può dire quello che gli pare e trascorrere la sua giornata ad insultare liberamente gli altri, no? Rivendico il diritto di dire che è una persona cattiva e di farlo anche se è omosessuale», aggiunge. E la Littizzetto?
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«Io mica porto il cilicio, sono convinta che le persone debbano essere libere di fare quello che vogliono. Ero al Family Day lì per difendere i bambini contro una legge scritta contro i diritti dei bambini e questo non c' entra niente con le unioni di fatto», aggiunge.
Il peggio si è visto - come sempre - in Rete. Allusioni sul padre della creatura in arrivo - compagno dell' ex ministro da un tot - e sulle famiglie di fatto, l' eventualità che possa nascere un bambino omosessuale, con tante citazioni nientemeno che di Benito Mussolini. Gli autori? Spesso si presentano con nome e cognome: lavorano per le tv, sono giornalisti, attivisti lgbt o persone "normali". Non mancano le donne, che, pure, dovrebbero avere una sensibilità particolare sul tema. «Sono parole, frasi e pensieri che qualificano i loro autori. Non è politica, ma un' altra cosa», conclude Meloni.
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Troppa la veemenza, al punto che l' intero arco parlamentare ha manifestato solidarietà alla leader di Fdi, che ha iniziato la sua carriera politica come presidente del movimento giovanile di Alleanza Nazionale. Renzi le ha spedito un mazzo di rose e sono intervenuti in sua difesa anche leaders politici coi quali l' ex ministro non aveva proprio un rapporto idilliaco.
È il caso della presidente della Camera, Laura Boldrini: «Non c' è distanza che possa legittimare insulti sessisti; la critica politica, anche aspra, non deve mai confondersi con lo squallore», ha ricordato. Anche la relatrice del provvedimento per le unioni civili, Monica Cirinnà, l' ha difesa: «Sul web spesso la critica diventa insulto, offesa e stalkeraggio virtuale.
Quello a Meloni è sicuramente un attacco sessista e da donna mi indigno».
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Meloni ha incassato la solidarietà di Ap, del vicesegretario Pd Lorenzo Guerini e di tutta Forza Italia, a partire dall' ex collega ministro, Mara Carfagna, che di insulti sessisti ne sa qualcosa. «Il corpo delle donne ha valore soltanto quando è di sinistra?», si chiede su Twitter Mario Calabresi, direttore di Repubblica. A ben vedere, pare di sì.