1 - IL GOVERNATORE INDAGATO PER ABUSO D' UFFICIO
Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
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Inizia la mattina come «parte offesa» di una «istigazione alla corruzione» che non ha denunciato, ma il presidente leghista della Regione Lombardia Attilio Fontana finisce la sera come indagato per l' ipotesi di «abuso d' ufficio».
Vertiginosa montagna russa per chi la settimana scorsa a Palazzo di Giustizia, da solo e senza appuntamento, senza che si fosse saputo, aveva bussato all' anticamera del Procuratore Francesco Greco, incredibilmente a chiedere se fossero vere le voci impazzite in ambienti politici su imminenti iniziative giudiziarie in Regione.
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Per uno scherzo del destino Greco era in riunione proprio con i pm che stavano ultimando l' operazione emersa solo ieri con 28 arresti e 15 obblighi di dimora tra politici, amministratori e imprenditori: compresa l' accusa al forzista varesino Gioacchino Caianiello di «istigazione alla corruzione» proprio di Fontana, dopo la mancata rielezione al Pirellone del consigliere regionale forzista Luca Marsico, avvocato socio dell' avvocato Fontana nel loro studio legale.
FRANCESCO GRECO
Le indagini avevano infatti registrato «la volontà del presidente Fontana di trovare il modo di ricollocare professionalmente il suo socio di studio». Esigenza di fronte alla quale Caianiello («signore dei voti» dentro Forza Italia nonostante la condanna definitiva nel novembre 2017 a 3 anni per concussione) gli propone un baratto corruttivo: la nomina alla direzione Formazione della Regione dell' attuale direttore generale di Afol Metropolitana, Giuseppe Zingale, in cambio dell' affidamento di consulenze per 80/90.000 euro l' anno da parte di Afol a favore di quello che Caianiello con Fontana chiama «il nostro amico di studio». Il governatore leghista per un po' è possibilista.
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Fin quando, intercettato nel marzo 2018 con lo stimato Caianiello (al quale dice «hai visto che i tuoi consigli li ho seguiti quasi tutti»), accenna di stare coltivando un' alternativa: «Anch' io comunque ho voluto percorrere un' altra strada in modo che abbiamo delle alternative, poi insieme ci troviamo e decidiamo quale sia la migliore o magari tutte e due, vediamo». È un salvataggio in corner, ma anche l' inizio di un mezzo autogol. Salva in extremis Fontana dal concorso nella corruzione propostagli da Caianiello, facendone per i pm la «parte offesa» di una «istigazione alla corruzione» (seppure non denunciata perché, dirà poi ieri Fontana in Regione, «non percepita»).
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Ma nel contempo peggiora la posizione del governatore lombardo quando ieri, in Regione, la Guardia di Finanza acquisisce i documenti sul fatto che poi Fontana abbia davvero attuato una delle «alternative» che aveva immaginato: e cioè nell' ottobre 2018 abbia proposto alla giunta regionale di nominare il suo socio di studio Marsico tra i membri esterni di un «Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici» (11.500 euro l' anno e 180 a seduta).
È a questo punto che Fontana - appena incensato dal vicepremier e segretario leghista Salvini che se ne dice «doppiamente orgoglioso», e reduce da una seduta in Regione nella quale i consiglieri di maggioranza lo acclamano quando rivendica «vado avanti corretto e trasparente come sempre sono stato» - viene indagato dalla Procura per l' ipotesi di «abuso d' ufficio».
2 - L'AMAREZZA NELLA DIFESA IN AULA «SONO SEMPRE STATO ONESTO IO IL PRIMO A VOLERE LA VERITÀ»
Giampiero Rossi per il “Corriere della Sera”
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«Professionalmente e politicamente ho sempre seguito la strada della correttezza e dell' onestà, come emerge anche in questa vicenda, nella quale come si è evinto fin da subito io sono parte offesa».
Attilio Fontana sceglie di affrontare il momento peggiore del suo primo anno alla guida della Lombardia di fronte al Consiglio regionale. E allontana da sé qualsiasi ombra.
Sono quasi le 17.30 quando prende la parola nell' aula del Pirellone, reduce da una giornata di distratto dibattito su parchi, amianto e persino sullo svincolo stradale Pieve-Albignola.
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Saluta con voce squillante e legge un discorso meditato, soppesato e limato sin dal mattino, quando le notizie del nuovo capitolo di corruzione in Lombardia sono deflagrate nell' agenda politica: «Ho sempre sottolineato come la trasparenza e la legalità siano punti cardine dell' attività della mia giunta. Ho voluto confrontarmi costantemente con le autorità anticorruzione e con la magistratura - premette -. Siamo costantemente impegnati per trovare soluzioni che possano semplificare la vita ai cittadini e alle imprese nei rapporti con la pubblica amministrazione, proprio per eliminare quelle zone d' ombra e grigie prodotte dalle complicazioni, dove più facilmente si possono inserire comportamenti corruttivi».
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Quindi, nell' aula silenziosa, rivendica di aver adottato «misure di prevenzione della corruzione sempre più stringenti» per poi entrare nel merito della vicenda che sta scuotendo la navigazione, fin qui tranquilla, del governo di centrodestra a trazione leghista: annuncia di aver già sospeso dall' incarico il sottosegretario Fabio Altitonante e sottolinea: «Sono il primo a volere che la verità emerga - dice -. Sono sempre stato fermamente convinto che ogni persona che ricopre una carica pubblica debba rifiutare profferte e utilità in cambio di consensi o favori».
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Con una precisazione: «Ribadisco di non avere percepito alcun atteggiamento corruttivo nelle interlocuzioni avute». E conclude rivolgendosi al Consiglio regionale, dove per tutto il giorno le opposizioni hanno invocato un suo chiarimento: «Sono qui perché non ho alcuna remora o alcun timore. Io vado avanti, corretto e trasparente come sempre». E a quel punto scatta un lungo applauso da parte di tutta la maggioranza. I leghisti, gli assessori presenti e anche i consiglieri di Forza Italia, sfibrati da una giornata tesissima, si alzano in piedi.
In mattinata era a Roma, Attilio Fontana, per occuparsi della candidatura olimpica di Milano e Cortina, per la quale si sta spendendo senza remore. La notizia della retata della Procura di Milano lo ha raggiunto quando era ancora in albergo e stava per dirigersi verso la sede del Coni. E di dettaglio in dettaglio il malumore è lievitato in modo palpabile. Perché questa vicenda riporta alla memoria i fantasmi giudiziari che hanno flagellato la Regione Lombardia nella stagione di Roberto Formigoni e che non hanno risparmiato nemmeno il suo successore Roberto Maroni, che si è visto arrestare il vicepresidente Mario Mantovani.
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Anche per questo ieri il governatore leghista - ex sindaco di Varese candidato dal leader Matteo Salvini dopo la rinuncia di Maroni a presentarsi per un secondo mandato - ha scelto di cancellare la sua agenda e di presentarsi in aula, incassando subito il riconoscimento del beau geste anche da parte delle opposizioni. Pd e Movimento Cinque Stelle considerano blanda la sospensione di Altitonante e chiedono la revoca definitiva delle deleghe. Ma puntano anche sul presidente: «Diamo atto a Fontana, per quanto si sa finora, di essere parte offesa - dice il capogruppo dem Fabio Pizzul - ma gli atti dimostrano uno stile nell' udienza data a certi personaggi che speravamo fosse un lontano ricordo». Poi il grillino Dario Violi ironizza: «È sembrato un applauso liberatorio, forse qualcuno temeva di dover andare a casa».
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