Erica Dellapasqua per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”
Si ascolta molto italiano fuori dalle docce per i clochard sotto il colonnato del Bernini a piazza San Pietro. In fila, per esempio, mentre la volontaria dell’Unitalsi che gestisce il servizio chiama già «49, Gregorio 49», e sono solo le 11,23 di un giorno qualunque.
Docce e barbiere sotto il Colonnato di San Pietro
C’è Elisabetta: «Romana, romanissima» racconta perché si trova lì, ad aspettare una doccia calda, a patto di non svelare il cognome, che poi al «catering dove lavoro ogni tanto mi guardano strano. La mia storia? Non è molto lunga, sono una ragazza madre, mio marito è morto, ci sono stati problemi col proprietario di casa che ci ha cacciato senza darci neanche il preavviso. Eravamo in nero e non potevamo dire niente, le nostre cose sono ancora dentro perché da un giorno all’altro dove me le portavo?».
E così, il 31 luglio dell’anno scorso, è cominciato il «pellegrinaggio»: «Prima ci siamo sistemati a piazza Venezia, poi in una chiesa a San Saba ma il parroco non gradiva, ha cominciato a chiudere le porte di notte, allora stazione Termini, dentro i treni fermi, ma di notte rubano, e ora Ostiense».
Docce e barbiere sotto il Colonnato di San Pietro
Così, durante il giorno, Elisabetta e il figlio finiscono a piazza San Pietro, per fare la doccia nei nuovi bagni voluti da papa Francesco: «Rispetto a quelli di Lepanto, dove hai al massimo sette minuti di tempo, non c’è paragone - ride - Trovi più pulizia, nessuna identificazione, e poi ti trattano come un amico». Lo dicono tutti e infatti, rispetto all’inizio, la media di persone assistite è più che triplicata: almeno 140 ingressi ogni giorno . Che è anche la ragione per cui gli orari di apertura si sono allungati parecchio.
poverta
«Il servizio di barberia c’era solo il lunedì - spiega Andrea, volontario dell’Unitalsi - ora invece siamo attivi tre giorni alla settimana. Stesso discorso per le docce, c’è chi aspetta fino a sera». Italiani, abbiamo detto. «Tanti anche loro - continua Andrea - C’è un signore milanese di 52 anni ma che lavora a Roma da una vita, che dopo la separazione è rimasto senza casa, il pomeriggio viene qua, dice che ci tiene compagnia in attesa della pensione».
Padri separati e famiglie che non riescono a far quadrare i conti: «Due genitori con due ragazzi, avranno sui 25 anni, vengono dal primo giorno, hanno casa ma non riescono a pagare le bollette».
povert
Anche Giorgio, 52 anni di Salerno, un tetto ce l’avrebbe «ma ormai la mia è diventata una missione». Ogni mattina si presenta davanti al ministero delle Infrastrutture perché «giù ho dei problemi con la casa, vogliono fare un esproprio per costruire e non posso dargliela, ho solo quella. Sto cercando un avvocato, prima però devo parlare con qualcuno del ministero, e prima ancora farmi una doccia».
E la notte? «Colonnato, Tevere...». Almeno, una buona notizia: «Il pronto intervento di Papa Francesco lavorerà a pieno ritmo soprattutto in estate - rassicura monsignor Konrad Krajewski, elemosiniere del Pontefice - ogni giorno dalle 7 alle 18». In via dei Penitenziari, dietro via della Conciliazione, è in fase di ultimazione anche un nuovo dormitorio per senzatetto.