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    AUMENTANO LE CROCI SUL ‘MONTI’ CALVARIO - BOLOGNA, NEGOZIANTE SI IMPICCA DOPO IL SOLLECITO DI EQUITALIA: NON RIUSCIVA PIÙ NEMMENO A PAGARE LE RATE DEL CONDOMINIO - A VICENZA, UN AGENTE IMMOBILIARE SOMMERSO DAI DEBITI SI APPENDE A UNA GIOSTRA - LECCO, TENTA IL SUICIDIO DOPO IL FALLIMENTO DELLA PIZZERIA: SALVATO DALLA FIGLIA 15ENNE…


     
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    1 - RICEVE LA CARTELLA DI EQUITALIA E SI UCCIDE
    Franco Giubilei per "la Stampa"

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    La crisi continua a fare morti. A Bologna un commerciante oppresso dalle pendenze col fisco che si è impiccato nel retrobottega del suo negozio, una rivendita di ricambi per elettrodomestici in zona San Donato, periferia della città. E a Vicenza a farla finita è stato un agente immobiliare: l'uomo, padre di due figli di 21 e 24 anni, ha voluto chiudere con la vita in una parco, non lontano da una scuola. Ha lanciato una corda da traino sulla struttura in ferro di una giostra per bambini e poi si è lasciato andare, impiccandosi.

    MARIO MONTIMARIO MONTI

    Il commerciante di Bologna avrebbe lasciato un biglietto in cui deve aver spiegato il suo gesto, quel che si sa è che Piero Marchi, 48 anni, contitolare della P.M. Sas in via Duse, di recente era sotto pressione per via di una cartella esattoriale. Lo conferma una lite con i condomini del suo palazzo durante la quale l'imprenditore, chiamato in causa per non aver saldato una rata condominiale, aveva cercato di giustificarsi accennando al sollecito di pagamento ricevuto da Equitalia per una somma di 20 mila euro.

    Una lite tanto accesa da aver richiesto l'intervento di una volante della polizia per tranquillizzare gli animi. Estrema cautela in procura, dove il procuratore aggiunto Valter Giovannini si è limitato a commentare: "In questo momento non è possibile formulare nessuna ipotesi sui motivi del gesto". Più esplicita la sorella del suicida, che ha invece accennato ai problemi economici originati dall'ingiunzione di Equitalia.

    Eppure l'ultimo giorno di vita del negoziante sembrava essere scorso senza lasciare presagire niente del genere: alle 15,30 era andato al bar e aveva l'aria tranquilla, secondo quanto raccontato da chi lo ha visto. Poco più di due ore dopo, verso le 18, si sarebbe impiccato nel bagno del retrobottega del negozio. Piero Marchi aveva una bambina di un anno, nata dal secondo matrimonio.

    L'agente immobiliare di Vicenza, nel 2005 aveva lasciato la precedente attività (la gestione di un negozio di liquori) e si era messo a lavorare nel campo della compravendita di case, con alterne fortune. Nel frattempo si era separato dalla moglie, la quale, assieme ai figli ha aperto un locale sulla statale 11 che in questi ultimi tempi va per la maggiore fra i giovani. Lui invece aveva trovato forti difficoltà col suo nuovo lavoro, dovuto anche al crollo del mercato immobiliare per via della crisi.

    MARIO MONTIMARIO MONTI

    L'uomo aveva salutato il figlio ieri mattina prima che partisse con la madre e il fratello per Sharm El Sheik per un periodo di vacanza. Il giovane ha riferito che il padre non gli aveva dato assolutamente l'impressione che fosse abbattuto e che lo aveva abbracciato con affetto.

    I due suicidi arrivano a pochi giorni dalla manifestazione delle vittime della crisi organizzata proprio a Bologna venerdì scorso da Tiziana Marrone, vedova dell'imprenditore edile di Ozzano Emilia che lo scorso 28 marzo si diede fuoco nella sua auto proprio davanti alla sede dell'Agenzia delle entrate del capoluogo emiliano. Poche decine di persone in marcia silenziosa fino alla sede dell'erario, nel cui parcheggio sono ancora evidentissime le tracce del rogo in cui è morto Giuseppe Campaniello.

    Nei racconti dei familiari dei suicidi, così come in quelli degli imprenditori strangolati dai debiti, torna in modo ossessivo l'isolamento di chi ha una tale vergogna del precipizio economico in cui è piombato che preferisce tenersi tutto per sé, senza confidare a nessuno le proprie paure.

    2 - S'IMPICCA PERCHÉ INSOLVENTE LO SALVA LA FIGLIA QUINDICENNE
    Da "la Stampa"

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    Poche parole, solo per dire che Franco Di Marco «sta meglio, e speriamo che tornerà a casa presto». A dirlo, ancora commossa dalla tragedia sfiorata, chiudendo il cancello di casa, è una parente appena tornata dall'ospedale di Lecco dove l'uomo si trova ricoverato dopo aver tentato di impiccarsi ed essere stato salvato dalla figlia.

    Una tragedia sfiorata, quella avvenuta a Calolziocorte, una frazione di Lecco, evitata grazie al coraggio e alla forza d'animo di una ragazzina di 15 anni, che quando ha visto il padre impiccato, lo ha sostenuto fino a quando la moglie non è arrivata, attirata dalle urla, ed è riuscita a soccorrerlo. Una vicenda finita meglio di molte, troppe altre, ultimamente, che ancora una volta vede al centro un debito e una cartella esattoriale.

    E che se dal punto di vista fisico non ha comportato gravi conseguenze, da quello psicologico è ovviamente ancora tutta da valutare. Di Marco, 44 anni, trasportatore ed ex gestore di una pizzeria, non è mai stato in pericolo di vita ma rimarrà in osservazione in ospedale alcuni giorni per le valutazioni cliniche dal punto di vista psichiatrico.

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    La palazzina nel cui giardino l'uomo ha tentato di togliersi la vita stringendosi un cavo elettrico intorno al collo passandolo sul ramo di un albero, sorge su un ampio terreno in cui vivono tre famiglie, in via Cavour, nella frazione di Pascolo, a pochi passi dall'Adda. In una di queste palazzine, di tre piani, vive l'uomo che svolge la sua attività di trasportatore. «Non lo vediamo quasi mai - dicono i vicini - proprio perché è spesso via per lavoro». Nessuno quindi immaginava una storia simile (un debito il cui importo esatto non è noto, ma secondo alcuni familiari varierebbe tra i 150 e i 200 mila euro) perché le insolvenze si sono trascinate negli anni e riguardano la precedente attività, quella della pizzeria, attigua alla casa, che oggi ha cambiato nome e gestione.

     

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