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    AUMENTO DI CAPITALE UNICREDIT: PARTE IL CONSORZIO - COINVOLTE LE PRINCIPALI BANCHE D’AFFARI, MA L’OPERAZIONE VERA E PROPRIA DECOLLERA’ SOLO QUANDO SI CONOSCERA’ IL NUOVO GOVERNO E QUANTO DURA - CHIESTI 13 MILIARDI AL LORDO DELLE CESSIONI - ANDREA BONOMI ALLA FINESTRA


     
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    Rosario Dimito per “il Messaggero

     

    jean pierre mustier jean pierre mustier

    Jean Pierre Mustier mette in pista la ricapitalizzazione di Unicredit. Nelle ultime ore, secondo quanto risulta al Messaggero, sarebbero state recapitate le lettere di invito a nove grandi banche internazionali candidate a far parte del consorzio di garanzia: cinque al primo livello, quattro al secondo. Una sola italiana: Mediobanca, impegnata assieme a JpMorgan, anch' essa della partita, nella manovra di rafforzamento del Montepaschi. Alcune di esse, inoltre, si sarebbero già mosse per reclutare qualche anchor investor come sta accadendo su Mps.

    andrea bonomi andrea bonomi

     

    Tra i nomi contattati ci sarebbe Andrea Bonomi, uno degli imprenditori italiani più liquidi e ben considerati che si sarebbe messo alla finestra non solo per il referendum ma anche per capire l' intera operazione di rilancio dell' istituto. E comunque dopo Bpm, Bonomi che per le sue qualità è sempre corteggiato, predilige ormai più le aziende industriali rispetto alle istituzioni creditizie.

     

    In prima fila della ricapitalizzazione, stimata in 13 miliardi comprensiva dello swap di bond ma che potrebbe diminuire in relazione agli incassi delle dismissioni, ci sarebbero Morgan Stanley, Ubs, JpMorgan, Merrill Lynch, Mediobanca con il ruolo di joint global coordinator.

    MEDIOBANCA MEDIOBANCA

     

    Al livello sotto di co-global coordinator Credit Suisse, Goldman Sachs, Hsbc, Citi. Per quanto riguarda la prima linea sarebbe stata scelta una formazione più nutrita di quella schierata nell' operazione da 7,5 miliardi del gennaio 2012 uscita con una sconto del 43%. All' epoca accanto alla stessa Unicredit c' erano Mediobanca e Merrill. Adesso in considerazione delle dimensioni più elevate della raccolta e anche della maggiore volatilità, Mustier ne avrebbe inserito altre due.

     

    Entro oggi dovrebbero essere firmate le lettere di confidenzialità, propedeutiche all' avvio della due diligence, attività che abitualmente precede queste operazioni. Stupisce che nella squadra non ci siano oltre Deutsche soprattutto SocGen che figuravano nelle ultime due operazioni: alcuni rumors recenti accreditavano la banca francese come possibile partner di Unicredit. L' aumento dovrebbe essere lanciato in febbraio, salvo intoppi conseguenti al referendum.

     

    LE CLAUSOLE

     

    lorenzo bini smaghi lorenzo bini smaghi

    La verifica della congruità degli asset dovrà essere completata in una dozzina di giorni. Mustier si attende la firma del contratto di pre-underwriting (pre garanzia) per il consiglio di lunedì 12 dicembre che dovrà approvare il nuovo piano industriale triennale da presentare il giorno dopo a Londra. Nel contratto predisposto dallo studio Linklaters, ci saranno le tipiche clausole (cosiddette Mac) per recedere dalla pre garanzia al verificarsi di mutamenti degli scenari, compresa l' instabilità politica. Nel piano ci sarà la manovra di rafforzamento patrimoniale anche per tener conto degli accantonamenti sui crediti dubbi la cui copertura dovrebbe essere alzata rispetto al 62% attuale, determinando uno shortfall di capitale.

    BANK PEKAO UNICREDIT BANK PEKAO UNICREDIT

     

    Ma sul gap patrimoniale avranno incidenza anche i benefici che dovessero emergere dalla vendita degli asset. Innanzitutto Pioneer il cui processo sarebbe stato rallentato in vista del referendum. Ancora non sarebbe stata stilata la short list, probabilmente a due, il voto potrebbe influire per la presenza di Poste - controllata da Cdp - fra le cordate in corsa, in competizione con Amundi e Macquarie. Altro asset in vendita Bank Pekao per la quale ci sarebbe in corso un a trattativa con il tandem statale Pzu (assicurazione) e Pfr (fondo di private equity) e, infine la cartolarizzazione di 20 miliardi lordi di npl.

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