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    “LA CHAMPIONS E L’EUROPA LEAGUE NON GENERANO ENTRATE SUFFICIENTI PER I CLUB PER GIUSTIFICARE LA PARTECIPAZIONE” – AURELIO DE LAURENTIIS ANNUNCIA DI AVER PREPARATO “UNA PROPOSTA DA 10 MILIARDI PER IL CALCIO EUROPEO”: IL PROGETTO SEMBRA MOLTO SIMILE A QUELLO DELLA SUPERLEGA, MA CON UN ALTRO NOME – “SE NON LO RENDIAMO UNO SPETTACOLO PIÙ ATTRAENTE, I GIOVANI CI ABBANDONERANNO. LE PERSONE TRA GLI 8 E I 25 ANNI HANNO SMESSO DI GUARDARE IL CALCIO…”


     
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    DA www.ilnapolista.it

     

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    Tipo la Superlega, ma più “democratica”. Aurelio De Laurentiis annuncia in un’intervista rilasciata al Daily Mail “una proposta da 10 miliardi di euro per il calcio europeo”. Di quelle che a suo dire non si possono rifiutare.

     

    In pratica è lo stesso principio che ha guidato il golpe Superlega, ma ovviamente il Presidente del Napoli ne parla in altri termini:

     

    CHAMPIONS LEAGUE CHAMPIONS LEAGUE

    “Il sistema non funziona più. La Champions e l’Europa League non generano entrate sufficienti per i club per giustificare la partecipazione. Per essere competitivo, hai bisogno di più giocatori di alto livello. Ciò significa che devi spendere di più e il premio in denaro delle competizioni europee non ne tiene conto. Ecco perché i club hanno bisogno di parlare tra loro per creare un torneo più moderno e redditizio per tutti i partecipanti”.

     

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    “Dobbiamo diminuire il numero di partite riducendo le dimensioni dei campionati nazionali. Inoltre, creiamo un campionato europeo con un sistema di ingresso democratico, basato su ciò che le squadre ottengono nelle loro competizioni nazionali. Ho esaminato un progetto pronto a portare 10 miliardi di euro al gioco europeo, ma ci vuole volontà e totale indipendenza”.

     

    “Se non cambiamo le regole del gioco e non lo rendiamo uno spettacolo più attraente, i giovani ci abbandoneranno e il calcio non sarà più la parte centrale della nostra vita. La mia ricerca mi dice che le persone tra gli 8 e i 25 anni hanno smesso di guardare il calcio e preferiscono giocare con gli smartphone: hanno completamente trasformato i nostri figli. Non sto dicendo che l’abitudine di guardare il calcio dal vivo allo stadio morirà, ma ora abbiamo lo ‘stadio virtuale’, che può attirare miliardi di persone a giocare gli uni contro gli altri. Chissà se riusciremo a riportarli sulla strada dello sport più grande e influente del mondo”.

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