Estratto dell’articolo di Maurizio Molinari per “la Repubblica”
AURELIO DE LAURENTIIS INTERVISTATO DA MAURIZIO MOLINARI
Dopo lo scudetto, le riforme. Aurelio De Laurentiis […] 73 anni, rivendica il merito di aver progettato il terzo scudetto dal nulla, scrivendone la sceneggiatura proprio come avviene per i film di successo […] Assicura di voler tenere la squadra compatta per il prossimo campionato “aggiungendo altre stelle” e rivela particolari inediti della genesi dell’accordo con l’allenatore Spalletti. Ma il suo orizzonte ora si allarga all’intero sistema del calcio italiano. […] le idee che ha per rinnovarlo: un campionato nazionale da aprile a ottobre; la riforma della legge Melandri per aiutare i club a cogliere le opportunità del mercato; una competizione annuale europea fra le sei migliori squadre di ogni Paese. E gli stadi come “luoghi dove far venire le famiglie” […]
Presidente, complimenti per lo scudetto.
«[…] È uno scudetto che premia i napoletani, lo aspettavano da 33 anni […]».
MAURIZIO MOLINARI AURELIO DE LAURENTIIS
Lei è noto per essere una sorta di visionario nel calcio: aveva immaginato la moviola in campo e abbiamo il Var, aveva posto il problema delle rose ampie e abbiamo la panchina lunga, cosa vede adesso all’orizzonte?
« […] i nostri ragazzi […] giocano. L’industria dei videogame è supermiliardaria […]
Tutto ciò li distrae dal calcio. E allora bisognerebbe […] immaginare un paio di lezioni al mese da un’ora, dove lo Spalletti o l’Ancelotti della situazione comincia a raccontare agli studenti, dalle elementari alle superiori, che cos’è una partita, che cosa significa un modulo, quali sono i ruoli dei giocatori. […] Questo farebbe riavvicinare i giovanissimi al calcio: diventerebbero alla fine tutti dei superesperti […]».
stefano de martino aurelio de laurentiis
Servono anche rimedi interni al mondo del calcio?
[…] «Innanzitutto noi abbiamo un grandissimo problema con gli stadi: […] sono obsoleti, la partita si vede male, c’è la pista d’atletica, come a Napoli o a Roma. E poi, vogliamo portarvi le famiglie? Vogliamo far sì che allo stadio si possa rimanere tutta la giornata a divertirsi, a mangiare? Io allo stadio celebrerei i matrimoni e le prime comunioni. Magari la Chiesa si potrebbe inquietare, ma basterebbe montare un altare benedetto, noi lo abbiamo fatto in ritiro a Dimaro: quante volte è venuto il cardinale Sepe a officiare la messa e nessuno si è mai scandalizzato? Il campo di calcio è sottostimato e sottoutilizzato, potrebbe produrre dei benefici sul fatturato».
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Lo stadio come luogo comunitario...
«Assolutamente sì. E poi abbiamo lo stadio virtuale: dobbiamo riuscire a riconquistare i giovani. E contrastare la pirateria, che ci ha ucciso: in otto anni ci ha portato dai 4 milioni e 300 mila abbonati che avevamo a un milione e 900 mila. […]».
E poi c’è il tema della durata dei campionati…
«Io avrei un’idea. Perché giocare d’inverno con la neve, la pioggia, la grandine? Non potremmo cominciare in tutta Europa il 1° aprile? Non è un pesce d’aprile, ma una necessità. In 7 mesi fino a ottobre si potrebbero disputare campionati nazionali e Coppe europee. Da novembre a marzo restano 5 mesi per far riposare i signori calciatori, andare in ritiro, giocare con le nazionali. Se ho calciatori africani, perché a gennaio me ne debbo privare per la Coppa d’Africa? Uefa e Fifa sono assenti per egocentrismo ed egoismo. Per loro esistono solo le votazioni per essere riconfermati, ma non si pongono questi problemi.
aurelio de laurentiis spalletti
Alla finale di Champions a Parigi un anno fa c’è gente che ha rischiato di morire, bambini che urlavano, mamme spaventate […] Fifa e Uefa operano in posizione dominante e nessuno dice loro nulla. Dovrebbero sedersi al tavolo con noi ed essere rispettose dei nostri campionati, che per i tifosi vengono prima delle Coppe europee e delle nazionali.
Ho calciatori che vanno e vengono dal Sudamerica o dall’Asia in 48 ore e poi devono giocare da noi il giorno dopo: follia».
aurelio de laurentiis
Il campionato d’estate sarebbe una rivoluzione del costume.
«Anche, assolutamente sì. Ma già adesso i tornei partono ad agosto, alcuni anche a luglio. E il tempo atmosferico si sta spostando, valutiamo anche questo».
Cosa pensa della legge Melandri?
«Melandri ha fatto dei guai inimmaginabili. […] non ha avuto contezza del sogno americano trasferendolo nel sogno italiano. Nel cinema ci ha massacrato. Il nostro penultimo ministro Franceschini ci ha dato la dignità dotandoci di un fondo estremamente importante per rilanciare l’audiovisivo italiano. Melandri lo aveva ucciso. Nel calcio ha fatto una legge che strozza: per questo grandi società come Inter, Juventus, Milan, Roma non ce la fanno con i bilanci. […] Perché dobbiamo venire dopo Inghilterra, Spagna e forse Germania? È ridicolo. Non solo: queste leggi restrittive hanno prestato il fianco a chi ci voleva derubare, abbiamo delle cause in corso contro chi ci amministrava malissimo. Per colpa di cosa? Della legge Melandri. C’è sempre chi ci inzuppa il biscotto: ti dice che una cosa non è permessa dalle norme e poi la va a fare lui stesso sottobanco».
aurelio de laurentiis kvara osimhen
L’altra sua idea è di una competizione europea con le migliori squadre di ogni campionato.
«L’ho messa un po’ da parte, sennò si arrabbiano tutti. Avevo detto che bisognerebbe portare sul tavolo 10 miliardi, non i 4-5 che l’Uefa si appresta a garantire dal prossimo ciclo. Ho proposto due campionati europei. Uno per 25 federazioni minori che non possono permettersi gli investimenti dei Paesi più importanti. E uno con le prime sei squadre dei cinque grandi campionati, che dunque cambierebbero ogni anno, con partite secche, escludendo i confronti fra squadre dello stesso Paese.
aurelio de laurentiis kim
Tutto il mondo le guarderebbe: quanto porterebbero in termini di diritti? E quanto valorizzerebbero i nostri allenatori e i nostri calciatori? Quando leggo le convocazioni delle nazionali io sto male perché i ct chiamano sempre i più vecchi, avendo paura di sbagliare. Ma dico: le nazionali sono un teatro mondiale, fatemi vedere i giovani, tirate fuori i più bravi. […]».
Veniamo al suo Napoli: nessuno pensava che avrebbe potuto vincere lo scudetto.
Cosa la rendeva così sicuro di farcela?
«Con Ancelotti e Gattuso erano accadute delle cose che non mi avevano convinto, quindi mi sono finalmente liberato di tutti quei giocatori che io trovavo un po’ demotivati […] Sentivo bisogno di aria nuova. E avevamo già individuato da tre anni Kvaratskhelia in Georgia, ma era il periodo Covid, avevamo perso 258 milioni, ci chiedevano molti soldi. Poi lui ha cambiato agente e Giuntoli è stato molto bravo a portarlo a casa per 11 milioni.
aurelio de laurentiis
Osimhen ha avuto la possibilità di recuperare fisicamente: molte volte l’abbiamo avuto a mezzo servizio. Quanto a Spalletti, lo seguo da quando era in Russia, tante volte l’ho chiamato per portarlo a Napoli. Un bel giorno sono andato a trovarlo a Milano al bosco verticale, lui è venuto molto timorosamente nel garage per non farsi vedere, con un cappuccio in testa, e mi ha trascinato nel suo appartamento. Gli ho detto: “Non so se andrò avanti con Gattuso, tu tieniti pronto”. Rispose: “Presidente, a giugno vengo ma adesso non me la sento”.
Insistetti: “No, se io dovessi avere dei problemi e decidessi di esonerare subito Gattuso, tu mi devi promettere che ti rendi disponibile”. Mi diede la mano, poi non c’è stato bisogno di cambiare in corsa, abbiamo aspettato la fine della stagione. È arrivato in un clima abbastanza eversivo, perché nel frattempo a febbraio avevo mandato a monte i miei accordi con lo sponsor tecnico per diventare io sponsor di me stesso.
de laurentiis e capi del tifo organizzato
Avevo chiamato Giorgio Armani, un amico, che mi ha messo a disposizione il marchio EA7, e ho chiesto a mia figlia Valentina, che aveva sempre avuto voglia di cimentarsi nella moda, di darmi una mano. C’erano problemi con i trasporti e le spedizioni per il Covid, eravamo in ritiro, Spalletti era preoccupato: “Presidente, ma non è che alla prima partita andremo in campo con le maglie vecchie?”.
de laurentiis
E adesso invece questa parte nuova del Calcio Napoli sta avendo un successo senza precedenti, fatturiamo tre volte più di quando avevamo lo sponsor tecnico. Io nel calcio lavoro per i tifosi, come nel cinema per gli spettatori[…]».
Quindi quello che le dava sicurezza erano i campioni del Napoli?
«[…] Il capitano Di Lorenzo è un uomo straordinario, educatissimo, su cui si può sempre contare. E Spalletti è un condottiero, un grande affabulatore: tutti dovrebbero studiarlo, c’è sempre da imparare da lui».
E adesso è sicuro di poterli tenere tutti al Napoli l’anno prossimo?
de laurentiis ceferin
«Non solo: vorrei aggiungerne altri. Mi piacerebbe avere un americano, perché in America anche se il campionato vale poco ci sono grandissimi giocatori che risplendono in nazionale. E poi un giapponese, avendo già un coreano, visto che c’è un grande sviluppo del nostro calcio in Oriente e ci sono nuove entrate da considerare. Ma non vorrei mandare via nessuno dei nostri».
Ma quando lei ha preso il Napoli, nel 2004 in Serie C, che sogno aveva?
AURELIO LUIGI DE LAURENTIIS
«[…] Nel 1999 […] mi presentai ai giornalisti con un assegno della Bnl di 120 miliardi di lire per comprare il Napoli, lo strappai in due e dissi che lo avrei riunito dopo aver fatto la due diligence. Ferlaino mi fece causa, adducendo che gli avevo distratto la campagna abbonamenti. Tornai negli States.
Nel 2004 in vacanza a Capri appresi dai giornali che il Napoli era fallito. Preparai 37 milioni in assegni circolari, e ricordo una grande litigata con il presidente del Tribunale. Io volevo solo poter andare alla Federcalcio e farmi riconoscere l’emblema del Napoli. Mi dissero che come regalo potevo ricominciare dalla Serie C: ah, grazie. Ho girato campi del Sud dove mi sputavano sulla testa e dovevo barricarmi per quattro o cinque ore negli spogliatoi a fine partita. Però lo trovavo molto divertente: “Sono venuto da Hollywood a farmi massacrare”. È stata una scuola di vita per capire il calcio e la territorialità. Lo sa che io non ho mai perso una assemblea di Lega? Molte proprietà non vengono mai».
aurelio de laurentiis
La racconta come una storia americana: si riparte da zero e si ricostruisce per vincere.
«È stato un insegnamento di mio padre che mi ha fatto fare un po’ tutte le varie esperienze. Nel cinema devi essere capace di creare, realizzare e commercializzare.
C’è una frase che mi contraddistingue: ci sono gli imprenditori che vogliono fare impresa e ci sono i prenditori che vogliono fare presa. Se io dovessi fare i film che piacciono a me non avrei mai successo. Devo interpretare i gusti del pubblico».
AURELIO DE LAURENTIIS FESTEGGIA CON I TIFOSI DEL NAPOLI DOPO LA VITTORIA CONTRO LA ROMA
Nel calcio qual è l’operazione che le ha dato più soddisfazione?
«Nel Palermo vedevo questo giocatore con i capelli lunghi all’ala destra: era Cavani. Mi dicevano: non è roba per noi. Chiamai Zamparini, mi disse: “Lo vuoi? Dammi 19 milioni”. “Te ne do 18”. “Guarda che prendo l’aereo e vengo lì”. Dopo due ore era nel mio ufficio. Ricordo che stavo dando Quagliarella alla Juve, giocavamo all’estero, sugli spalti c’era il caos fra i tifosi contro di me. Cavani segnò due gol e Quagliarella era già dimenticato. Un grande campione, Quagliarella, lo ha dimostrato anche alla Sampdoria, mi è dispiaciuto poi scoprire che aveva un grosso problema poi risolto».
AURELIO DE LAURENTIIS FESTEGGIA CON I TIFOSI DEL NAPOLI DOPO LA VITTORIA CONTRO LA ROMA
E’ vero che pensa di trasferirsi a Napoli?
«Da quando sono nato vado a Capri. Vedevo Napoli attraverso gli occhi dei miei parenti: mio padre, mio zio, le sorelle di mio padre, tutte torresi, mio nonno, che veniva dall’Irpinia. Avevo un’immagine magica della città. Quando l’ho vissuta più da vicino, l’ho trovata estremamente diversa dai miei sogni. Ma siccome sono un sognatore, mi sono detto: Aurelio, vai per la tua strada, non ascoltare nessuno. Le difficoltà mi stimolano, mi rendono più operativo: se una cosa è facile, non c’è nemmeno gusto. Adesso ho trovato un questore straordinario, un sindaco fantastico, un prefetto formidabile: andiamo d’amore e d’accordo e filiamo dritti come un treno».
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[…] Lei ha dei rapporti buoni con il mondo della politica e dell’economia. Ritiene che sia stato un errore liberarsi in anticipo di Draghi?
«Io sono sempre stato un grande estimatore di Draghi, mi ha chiamato per complimentarsi per lo scudetto. […] bisognerebbe cambiare la nostra Costituzione fondando una repubblica di tipo presidenziale».
aurelio de laurentiis luciano spalletti
[…] C’è qualcosa che non sappiamo di Aurelio De Laurentiis?
«Tutti pensano che io sia molto serioso. Ma io ho fatto divertire tutti gli italiani con le mie commedie. Sono […] sono un grandissimo casinaro. A vent’anni ero irriducibilmente tosto, mio padre invece era un dolcissimo diplomatico. Una volta andarono a dirgli: “Hai fatto un figlio che…”. E lui li bloccava: “Calma, Aurelio nella misura in cui riesce a romperti i coglioni si realizza”. Io origliavo dietro la porta. Entrai, me lo abbracciai e lo baciai».
LOTITO DE LAURENTIIS aurelio de laurentiis DE LAURENTIIS GRAVINA de laurentiis aurelio de laurentiis aurelio de laurentiis napoli espanyol 1