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    EMETTO QUANDO VOGLIO – SI PARLA SEMPRE DELLA NUOVA MOBILITÀ ELETTRICA, MA LE AUTO CHE SI ATTACCANO ALLA SPINA STENTANO A DECOLLARE - L’INTERESSE CRESCE, MA RIMANGONO LE PERPLESSITÀ SULLA RETE DI RICARICA E SULL’AUTONOMIA - L’ITALIA È LA MAGLIA NERA: CI SONO SOLO 3500 PUNTI DI RIFORNIMENTO (IN GERMANIA SONO DIECI VOLTE TANTI) – IN MOLTI PREFERISCONO L’IBRIDO: IL DIESEL È IN CALO MA RIMANE LEADER DEL MERCATO


     
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    Paolo Lorenzi per “L’Economia - Corriere della Sera”

     

    auto elettrica auto elettrica

    Se ci fosse una rete capillare di ricarica. E se ci fossero maggiori benefici Quanti se, frenano ancora oggi l' ampliamento delle flotte ai veicoli elettrici. Nonostante la spinta dell' industria dell' auto e una legislazione che preme per il passaggio alla mobilità alla spina, la risposta dei fleet manager resta piuttosto tiepida. Il risultato emerge dalla survey di Top Thousand, l' inchiesta realizzata tra i responsabili delle car policy aziendali, condotta per il quarto anno consecutivo dall' osservatorio dei manager di settore.

     

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    Cresce l' interesse e la disponibilità verso i veicoli puliti, insieme alla voglia di sperimentare, ma rimangono le perplessità di fondo. Prima fra tutte la scarsità dei punti di ricarica, lo scoglio principale secondo i 100 gestori dei parchi auto aziendali intervistati.

     

    diesel germania diesel germania

    Stando ai numeri diffusi dall' Unione dei costruttori europei, all' Italia tocca ancora la maglia nera. Sul nostro territorio sono disponibili 3.562 punti di rifornimento per i mezzi a zero emissioni, contro i 5.209 della Spagna, i 19.076 della Gran Bretagna, i 24.850 della Francia e i 27.459 della Germania, tanto per restare ai 5 mercati di riferimento. Ma persino l' Olanda, che ha un territorio decisamente più piccolo del nostro, ci surclassa con ben 37.037 colonnine.

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    La carenza delle infrastrutture non è l' unico freno; anche l' autonomia dei modelli elettrici, per quanto aumentata, non convince ancora. Appurato ciò, e constatata una certa ritrosia a cambiare le abitudini dei guidatori (l' 87,3% delle flotte viaggia ancora a gasolio, con una modesta riduzione del 3,5% rispetto al 2018), qualcosa si muove. Sono cresciute, ma di poco, le motorizzazioni a benzina (da 3,6% a 4,2%), ed è aumentato l' interesse per i modelli ibridi (da 2,3% a 5,5%), il dato più interessante.

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    Al contrario, gli elettrici restano al palo, o tutt' al più sono una frontiera da esplorare (da 1,6% a 1,5%), logica conseguenza del quadro appena descritto. Nell' universo ibrido le auto full-hybrid sono di gran lunga le più gettonate (dal 62% all' 84% delle preferenze) perché non hanno problemi di ricarica in quanto le piccole batterie di cui dispongono vengono alimentate con l' energia recuperata in frenata. Motivo per cui le versioni plug-in, capaci di un range superiore in elettrico grazie alla presenza di accumulatori più grandi, non sfondano (dal 14% al 27%) perché necessitano comunque di una presa di corrente. E inoltre costano di più.

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    RICARICA AUTO ELETTRICA RICARICA AUTO ELETTRICA

    La via di mezzo, o se vogliamo la tappa intermedia verso l' elettrico, ad ogni modo è ampiamente preferita, nonostante i progressi tecnici dei modelli elettrici più recenti. Che ne hanno ampliato il campo d' azione (il 53% del campione ha ammesso di usare l' auto a pila anche fuori città).

    DIESELGATE DIESELGATE

     

    La maggiore flessibilità ha in effetti dato un leggero impulso ai modelli total green, assegnati anche come fringe benefit (dal 17% al 27% delle assegnazioni), ma all' interno dei parchi auto privati prevale l' utilizzo in pool che consente, per esempio, di avvalersi delle colonnine aziendali, anche al di fuori degli orari di lavoro (i punti di ricarica in azienda sono aumentati del 10%) e degli accordi stipulati con le multiutility del settore energetico (cresciuti del 21%). Vecchie abitudini e scarsa conoscenza del mercato sono ulteriori ostacoli sulla strada dell' auspicata rivoluzione verde. È il secondo aspetto che emerge dall' inchiesta, indagando le intenzioni d' acquisto dei prossimi dodici mesi.

    meme sulle emissioni volkswagen 1 meme sulle emissioni volkswagen 1

     

    L' approccio dei fleet manager resta improntato alla razionalità, per non dire alla perplessità: il 63% degli intervistati non ha ancor le idee chiare. Resta un 22% intenzionato all' ampliamento verso l' elettrico (era il 10% nel 2018), e resiste uno zoccolo duro del 15% decisamente contrario.

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    I possibilisti sono per lo più attratti dai vantaggi pratici, pur se in misura minore rispetto al 2018: al primo posto l' ingresso nelle Ztl (72% di preferenze), il risparmio di carburante (63%, in leggero calo), i minori costi di manutenzione (28%, in netta discesa), l' esenzione dal bollo (dal 45% al 35%). Gli aspetti sociali non sono tuttavia secondari.

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    La riduzione delle emissioni (78%, ma in diminuzione) e soprattutto la responsabilità sociale d' impresa (69%, immutata) costituiscono un stimolo in più, ma non sufficiente. Anche sugli ibridi le risposte sono più realistiche che in passato. Il contenimento delle emissioni scende dal 78% al 53%, così come il risparmio di carburante passa dal 42% al 13%. Dubbi e perplessità ancora da superare, nel mercato privato come in quello del business.

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