Federico Capurso per “la Stampa”
giuseppe conte paola de micheli
Entro due settimane il ministro dei Trasporti Paola De Micheli chiuderà il dossier su Autostrade. Dentro ci saranno i report sulle manutenzioni, i procedimenti giudiziari aperti e i pareri dell' Avvocatura sui contratti stipulati con la società della famiglia Benetton. Sulla base di quello che ci sarà scritto, ad un anno e mezzo dal crollo di Ponte Morandi, il Consiglio dei ministri potrà prendere una decisione.
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Giuseppe Conte sta monitorando passo dopo passo la procedura, eppure non è affatto sicuro della piega che prenderanno gli eventi. Tra Luigi Di Maio che continua a pressare gli alleati per revocare le concessioni e Matteo Renzi che frena, era il Pd ad aver trovato un possibile punto di caduta, ma la sera del 30 gennaio sui precari equilibri politici è crollata una parte del soffitto di una galleria dell' autostrada ligure A26.
giuseppe conte luigi di maio
Una tragedia sfiorata che ha rimescolato tutte le carte. E adesso, l' ipotesi della revoca sembra essere più avanti delle altre. Resta in piedi un ultimo grande ostacolo, rappresentato dal pericolo per lo Stato di dover pagare delle penali monstre (si parla di 23 miliardi) in caso di rescissione unilaterale. Se queste penali saranno confermate, la revoca diventerà impossibile.
paola de micheli 4
In questo momento, però, Di Maio sente di avere il vento dalla sua parte: «Nel milleproproghe abbiamo inserito la norma sulle concessioni autostradali - dice durante una diretta video su Facebook - Questo decreto dice finalmente che si avvia un percorso per alcune infrastrutture che ci permette di revocare le concessioni». Il piano del leader pentastellato prevede la revoca ad Autostrade e l' assegnazione temporanea di quelle tratte ad Anas. Di Maio la considera ormai una battaglia identificativa per il suo Movimento e la famiglia Benetton viene ancora una volta attaccata frontalmente: «È giusto che perdano profitti, perché con la loro azienda non hanno fatto il loro dovere. La retorica che si perdono i posti di lavoro è una sciocchezza, perché i dipendenti avranno il passaggio di cantiere», da Autostrade ad Anas.
ponte morandi genova
Ecco perché Di Maio vorrebbe inserire la revoca delle concessioni all' interno del nuovo contratto di governo che verrà siglato questo mese, quando tutte le forze di maggioranza si siederanno intorno a un tavolo per stabilire gli obiettivi della legislatura. Difficile che Renzi dia mai il via libera, mentre nel Pd gli angoli si stanno smussando.
PAOLA DE MICHELI
D' altronde, dal crollo sull' A26 del 30 gennaio, nel partito di Nicola Zingaretti hanno le mani nei capelli. Per la rabbia e la preoccupazione, certo, ma anche perché la loro idea di rivedere l' intero piano di concessioni trattando con Autostrade (senza far perdere un solo euro allo Stato), adesso rischia seriamente di tramontare.
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E Aspi - assicurano i dem - avrebbe accettato ogni richiesta, o quasi, pur di sedersi al tavolo con il governo. Il tratto ligure sarebbe passato probabilmente ad Anas, lasciando il resto delle attuali tratte ai Benetton, e il Mit avrebbe imposto un ente terzo chiamato a ulteriori controlli sui lavori di manutenzione, mentre Aspi avrebbe abbassato le tariffe sui tratti più disagiati. Ma dopo il Ponte Morandi è crollato il viadotto sull' A6 che collega Torino a Savona e poi, ancora, il soffitto della galleria dell' A26: «Davvero troppo», sbottano dal Pd.
paola de micheli alle celebrazioni per i 10 anni dell'alta velocita' 1
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Il clima pessimo che si respira in Autostrade è un altro indizio. L' ultimo dell' anno Aspi è stata convocata d' urgenza a Roma dal ministro De Micheli.
camion basko ponte morandi
Ha presentato un piano di monitoraggio da affidare a società esterne e ha mostrato i progressi del programma di manutenzioni, con 500 interventi e 370 milioni di euro da spendere. Uno sforzo che però non peserà sulle valutazioni del governo. O almeno, non quanto una penale da 23 miliardi.
viadotti a26 crollo del soffitto di una galleria sulla a26