1 – MILLEPROROGHE ANCORA IN STALLO PER AUTOSTRADE
Sarina Biraghi per “la Verità”
giuseppe conte paola de micheli
Coronavirus, Sanremo e Salvini avranno anche distratto gli italiani, ma il governo giallorosso è in grave ritardo su alcune scadenze a cominciare dall' approvazione di tre decreti in scadenza: il primo è quello sul sistema creditizio del Mezzogiorno che, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 16 dicembre, scade oggi. L' iter è chiuso: ha avuto l' ok dalla Camera e ha concluso la discussione in commissione Finanze al Senato.
Tempi stretti anche per altri due decreti: quello sulle intercettazioni e il Milleproroghe, che scadono il 29 febbraio, quando arriveranno a Palazzo Madama, dove probabilmente non saranno apportate modifiche. Approvato salvo intese lo scorso 22 dicembre dal Consiglio dei ministri, domani sarà giorno di discussione per il Milleproroghe che sarà presentato alla Camera lunedì e approvato con la fiducia martedì pomeriggio. I due veri nodi restano la giustizia e le concessioni autostradali.
ponte morandi genova 2
Su quest' ultime nella maggioranza il Pd ha sposato la linea dura M5s, da sempre a favore della revoca delle concessioni autostradali ai Benetton dopo la tragedia del ponte Morandi, mentre Italia viva è sempre stata contraria tanto da presentare, insieme a Forza Italia, emendamenti di segno opposto. Ma ieri le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno bocciato gli emendamenti di Iv e Fi che volevano sopprimere l' articolo 35, quello che facilita la revoca delle concessioni autostradali.
roberto tomasi autostrade per l'italia
Resta in piedi il percorso previsto dal testo del governo, secondo cui sarebbe Anas, in attesa delle gare, ad assumere la gestione «in caso di revoca, di decadenza o di risoluzione di concessioni di strade o di autostrade, ivi incluse quelle sottoposte a pedaggio».
luciano benetton imago mundi
«Credo che il nodo sulle concessioni non si scioglierà», afferma il leghista Edoardo Rixi, deputato ligure già viceministro ai Trasporti nel governo M5s-Lega. «Hanno respinto una serie di nostri emendamenti e se passa con la fiducia il testo prevede di non approvare piani economici finanziari dei concessionari fino a luglio, quindi vuol dire che non vengono sbloccati gli oltre 13 miliardi di manutenzioni compresi i 4 miliardi della Gronda di Genova». Per quanto riguarda l' articolo 35 sulla procedura di revoca della concessione, «noi avevamo proposto delle modifiche anche su parere della commissione europea per non incorrere in infrazioni, ma la maggioranza ha bocciato tutto».
edoardo rixi 3
La Lega si era detta pronta a votare a favore della revoca ma poi «ci siamo astenuti dopo aver visto gli incontri ad personam tra il ministro delle Infrastrutture e i concessionari che hanno trovato l' accordo non si sa su cosa. Non solo, Aiscat che aveva impugnato l' articolo 35 ha ritirato l' impugnazione. Ci sorprende che si tratti in modo poco trasparente una materia così delicata che riguarda l' intera rete autostradale e la sicurezza dei cittadini. Inoltre se l' articolo 35 non verrà mai utilizzato vorremmo capire quali opere saranno cancellate dalla realpolitik».
giuseppe conte paola de micheli ponte genova
Secondo Rixi il governo ha deciso di non decidere e non ci sarà nessuno scontro con Italia viva: «Politicamente una sconfitta per Renzi che voleva fare le barricate, il M5s come sempre dice una cosa e poi ne fa un' altra e il Pd che fa senza dire cosa fa. Una situazione surreale che credo derivi dalla famosa foto delle sardine con i Benetton. È cambiato l' atteggiamento».
PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE
Ieri in commissione Giustizia e affari sociali della Camera è stato approvato il ddl sulla sicurezza del personale sanitario che subisce atti di minaccia e di violenza. Il provvedimento prevede di monitorare gli episodi di violenza e aggrava le pene istituendo un comma all' articolo 583 del codice penale sulle lesioni personali introducendo quelle gravi (da 4 a 10 anni) e gravissime (da 8 a 16 anni). Bocciato invece il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale per i medici.
2 – AUTOSTRADE, PROVE DI RIASSETTO L'IPOTESI DELLA RETE A F2I E CDP
Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”
le macerie dopo il crollo del ponte morandi a genova
Una trattativa (sottotraccia) con alcuni «pontieri», tra il Tesoro e il mondo delle fondazioni bancarie, che potrebbe portare a un riassetto azionario del principale gestore autostradale in Italia. Sul tavolo l' articolo 35 del decreto Milleproroghe, che prevede in caso di inadempienza del concessionario, e dunque di Autostrade, il subentro nella gestione dell' Anas e un indennizzo ridotto per estinzione anticipata commisurato solo agli investimenti non ammortizzati.
roberto tomasi 1
Le forze di governo restano divise: una parte del Pd più favorevole ad una revisione della concessione, M5S determinato per la revoca. I tecnici sono al lavoro per studiare ipotesi alternative, che potrebbero prevedere un coinvolgimento di F2i e di Cassa Depositi. Uno degli schemi prevederebbe una riduzione della quota di Atlantia in Autostrade sotto la soglia del controllo e un ingresso da parte del fondo infrastrutturale o di Cdp o di entrambe.
Ieri non è passato nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio l' emendamento di Italia Viva e Forza Italia che intendeva cancellare l' articolo 35. Una soluzione che non va nella direzione auspicata da Autostrade, che lo ritiene una modifica unilaterale del contratto di concessione tale da spaventare qualunque investitore. In teoria sarebbe ancora possibile modificarlo in aula. Era trapelata l' indiscrezione di un emendamento correttivo allo studio del governo che avrebbe dovuto mantenere la concessione in carico ad Autostrade.
Non è avvenuto, ma ciò non significa che non possa essere presentato più avanti. Per realizzare uno scambio tra l' esecutivo e gli azionisti di Autostrade, in primis la famiglia Benetton, che tutelerebbe i conti pubblici dal pagamento di un indennizzo di almeno 7 miliardi disinnescando un contenzioso di difficile lettura. L' alternativa prevederebbe il mantenimento della concessione ad Autostrade a patto di vedere Atlantia scendere sotto la quota di controllo. Un negoziato che porterebbe anche ad un risarcimento da due miliardi e l' impegno per investimenti più elevati.
ATLANTIA
I condizionali sono molti.
Non è chiaro il quadro tariffario, che non permette una valutazione puntuale della quota di Autostrade che verrebbe venduta da Atlantia dopo via libera di Edizione. Il governo pretende che il gestore adotti in toto il modello tariffario dell' Authority dei Trasporti che riduce di oltre tre punti percentuali la remunerazione sul capitale investito, alleggerendo pesantemente il margine operativo lordo della concessionaria che nel 2018 è stato di 2,3 miliardi su ricavi di oltre 6. Un punto che la famiglia Benetton ritiene difficilmente negoziabile. Per una questione economica.
Con l' attuale modello tariffario quel 38% da vendere (Atlantia detiene l' 88% di Aspi, scenderebbe al 50%) ha un valore totalmente diverso. Significa flussi di cassa costanti da qui al 2038, che ingolosirebbero chiunque per quell' ebitda invitante per un settore regolato. Le fondazioni bancarie, azioniste sia di Cdp, sia del fondo F2i, si riuniscono mercoledì 19.
Opterebbero per un' operazione di mercato per entrare anche con investitori esteri, come il fondo sovrano di Singapore. I Cinque Stelle spingono invece per una nazionalizzazione. Con Cdp nel capitale, anche convertendo in equity la linea di credito da 700 milioni erogata tempo fa. Immaginando uno scorporo di Autostrade da Atlantia. Un' ipotesi che la famiglia Benetton respinge, ma con la revoca sul tavolo potrebbe essere costretta a dover digerire.