Tommaso Fregatti e Marco Grasso per “la Stampa”
crollo del soffitto di una galleria sulla a26 1
Duecento gallerie "fuorilegge" in tutta Italia. Per la precisione 105 sulla rete in concessione ad Autostrade per l' Italia, 90 alle altre società. L' indagine sul crollo della galleria Bertè, avvenuta il 30 dicembre sulla A26, nei pressi del comune ligure di Masone, potrebbe allargarsi a macchia d' olio, un nuovo ciclone giudiziario che potrebbe abbattersi sulla società concessionaria, già sotto inchiesta per il crollo del Ponte Morandi e per lo scandalo dei falsi report sulla sicurezza dei viadotti. Sotto la lente degli investigatori è finito il mancato adeguamento alla direttiva Ue recepita dall' Italia nel 2006, i cui obiettivi dovevano essere raggiunti nell' aprile del 2019.
E il primo censimento operato dalla Guardia di Finanza inquadra una situazione drammatica che, di fatto, accomuna tutti i concessionari.
Inchiesta "fotocopia" Il cedimento della galleria sembra avere innescato una reazione a catena, simile al canovaccio dei viadotti autostradali.
crollo del soffitto di una galleria sulla a26
La Procura di Genova, indagando sul Morandi, scopre che i rapporti sulla sicurezza del viadotto erano dei "copia-incolla": i voti erano sistematicamente "ammorbiditi". Rapidamente, lo sguardo dei magistrati si allarga a un intero sistema, improntato al risparmio dei costi di manutenzione: decine di altri viadotti entrano nelle indagini. E nel mirino finisce un sistema che di fatto si controllava da solo: Autostrade affidava le verifiche, e secondo chi indaga le influenzava, a Spea, società di fatto subordinata.
Il problema dei tunnel è che il sistema dei controlli e gli attori coinvolti sono gli stessi. La scala di valutazione dei rischi andava da 10 (valore che indica condizioni ottime) a 70 (voto che impone la chiusura del viadotto o della galleria e lavori immediati. La Bertè, da cui si sono distaccate due tonnellate e mezzo di cemento, aveva ricevuto 40, cioè un rischio di cedimento molto contenuto.
crollo del soffitto di una galleria sulla a26
Verso nuove accuse di falso
Il rapporto è stato sequestrato ieri dai militari del Primo Gruppo della Finanza, coordinati dal colonnello Ivan Bixio, e dal Nucleo metropolitano, guidato al colonnello Giampaolo Lo Turco. Gli investigatori hanno acquisito anche altro materiale nella sede di Spea. La distanza tra ciò che era stato certificato e quanto accaduto aprirà quasi certamente una nuova ipotesi di reato di falso. L' antipasto di una serie di accertamenti che investe l' intero sistema dei tunnel: su che base venivano compilati i report di sicurezza? Che tipo di ispezioni venivano condotte? E, soprattutto, qual è la reale condizione della rete di gallerie?
anas
Il punto di partenza è la direttiva Ue, che avrebbe dovuto imporre standard di sicurezza più elevati e moderni, in materia di antincendio, illuminazione, vie di fuga, reti di protezione, drenaggio, semafori, ventilazione. Autostrade è largamente inadempiente, e questo potrebbe pesare sul piatto di una eventuale revoca della concessione, o su una maxi-multa. Ma in questa condizione, sottolineano fonti interne, la società è in buona compagnia, e tra gli irregolari c' è Anas. Non è escluso che i magistrati possano contestare responsabilità allo Stato sui mancati controlli e per aver consentito questo andazzo.
E ieri in una galleria della A10, ad Arenzano, poco fuori Genova, si è staccata parzialmente un' altra "ondulina".
roberto tomasi autostrade per l'italia
Pensati come rimedi provvisori, per incanalare le infiltrazioni nei tunnel, sono diventati un panorama molto frequente in tutte le gallerie della rete. E questo potrebbe essere oggetto di accertamenti, sul fronte della manutenzione.