1 – AUTOSTRADE, LETTERA A MIT NON ERA D'ALLARME MA DI SOLLECITO
la lettera di febbraio accusa Autostrade e Ministero
(ANSA) - La lettera inviata al ministero delle Infrastrutture dalla società autostrade, resa nota dall'Espresso, non era "d'allarme" ma serviva a sollecitare l'approvazione del progetto di miglioramento del viadotto Polcevera.
E' quanto sottolinea in una nota la Società Autostrade definendo fuorviante un'interpretazione allarmistica.
ponte morandi genova
"In relazione alla lettera pubblicata da L'Espresso - è scritto nella nota - Autostrade per l'Italia evidenzia che si tratta di una ordinaria comunicazione con cui la competente direzione del Ministero delle Infrastrutture viene sollecitata per l'approvazione del progetto di miglioramento delle caratteristiche strutturali del viadotto Polcevera, per il quale era già stato prodotto il parere favorevole da parte del Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche, tenuto conto che il tempo di approvazione da parte del Ministero si stava protraendo oltre il termine dei 90 giorni".
"Il progetto - conclude la nota - aveva l'obiettivo di migliorare la vita utile dell'infrastruttura. Risulta, quindi, assolutamente fuorviante e non veritiera l'interpretazione del settimanale secondo cui si sarebbe trattato di una "lettera d'allarme" che metteva in guardia sulla "non sicurezza" del viadotto".
2 – DUE MESI PRIMA DELLA TRAGEDIA IL MINISTERO APPROVÒ I RINFORZI AGLI STRALLI
Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”
la lettera di febbraio accusa Autostrade e Ministero
Il documento è del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). Lo firma Vincenzo Cinelli, Direttore generale per la Vigilanza sulle concessionarie autostradali che ieri ha subito dei sequestri.
Si tratta del decreto con il quale il Mit approva il progetto esecutivo di rinforzo degli stralli (i tiranti che sostengono il ponte) «per sopperire alla progressiva perdita di funzionalità relativa alle pile 9 e 10 del Polcevera», scrive Cinelli. La pila 9 è crollata il 14 agosto facendo 43 vittime. La 10 è lì, sospesa e pericolante.
Sorprende la data del decreto, di cui il Corriere è venuto in possesso: 11 giugno 2018, un paio di mesi prima del disastro, quando Autostrade aveva già avviato l' iter della gara d' appalto per i lavori con la preselezione delle imprese.
QUEL CHE RESTA DEL PONTE MORANDI VISTO DAL QUARTIERE DEL CAMPASSO A GENOVA
L' ok del ministero, vincolante per iniziare l' intervento strutturale, è arrivato cioè dopo che la macchina per la sistemazione del ponte era partita.
Ministero troppo lento o Autostrade troppo veloci? O si tratta solo di una strana prassi? Dal giorno in cui il Comitato tecnico del Provveditorato alle Opere pubbliche presieduto da Roberto Ferrazza aveva dato parere favorevole all' intervento, il primo febbraio di quest' anno, sono passati oltre 4 mesi.
i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova
Il «parere» è stato trasmesso da Genova a Roma il 13 marzo, circa un mese e mezzo dopo. Da marzo a giugno è stato esaminato dalla Divisione analisi e investimenti della Vigilanza che ha concluso il suo lavoro con una relazione istruttoria.
Nel decreto, sequestrato, si ripercorre la storia del progetto esecutivo di Autostrade che se fosse stato realizzato in tempo avrebbe forse potuto salvare il viadotto e la vita di 43 persone.
«È stato trasmesso il 31 ottobre 2017 dal Concessionario per un importo complessivo di 26 milioni, di cui 20 per lavori a base d' appalto e 6 per somme a disposizione...», scrive Cinelli. E precisa che il concessionario ha scelto una procedura rapidissima: «Ha predisposto direttamente il progetto esecutivo, omettendo la redazione del definitivo».
roberto ferrazza
Domanda: perché tanta, improvvisa fretta, dopo mezzo secolo in cui gli stralli non sono stati toccati? E ci sarà stato anche uno studio del Politecnico di Milano che segnalava il degrado, ma nessuno aveva mai paventato un pericolo.
La Direzione generale per la vigilanza, dunque, lo riceve e lo invia il 5 dicembre al Comitato tecnico presieduto da Ferrazza per ottenere il parere obbligatorio. Quest' ultimo dà il nulla osta il primo di febbraio, con alcune osservazioni sui sistemi utilizzati per la stima della resistenza del calcestruzzo.
la lettera di febbraio accusa Autostrade e Ministero
«Ritenuti discutibili», si limita a scrivere Cinelli (nel parere del Comitato si parla di «metodo fallace»). La fretta emerge anche da una lettera firmata il 28 febbraio 2018 dal dirigente di Autostrade Michele Donferri Mitelli e indirizzata alla Direzione vigilanza e al Provveditorato.
Nella missiva, anticipata ieri da L' Espresso.it, Donferri parlava di «urgenza che riveste la conclusione dell' iter approvativo dell' intervento» e di «incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera... vi preghiamo di portare avanti l' iter autorizzativo quanto prima».
Donferri scrive, pressa, accelera. Fino a che il 13 marzo il Provveditorato invia a Roma il parere favorevole di un mese e mezzo prima. Poi ci saranno i quasi 90 giorni passati fra gli uffici della Direzione di vigilanza e infine il sospirato ok: 11 giugno 2018. «L' intervento proposto - conclude Cinelli - allunga la vita degli stralli, fondamentali per la statica del ponte».
il crollo del ponte morandi a genova
Lo dice lui stesso: fondamentali. Resta un dubbio: ma se anche il decreto fosse arrivato prima cosa sarebbe cambiato? Forse nulla, perché i lavori sugli stralli erano previsti comunque dopo l' estate e, dunque, si era già fuori tempo massimo. Da quanto emerge sembra che l' unico provvedimento utile, visto l' allarme, fosse quello della limitazione del traffico.
Nel decreto non c' è traccia di prescrizioni in questo senso. «Spettava al Provveditore», hanno fatto sapere dal ministero. Qualcuno sospira: se davvero c' era la percezione di un pericolo, cosa tutta da dimostrare, forse la regoletta poteva essere superata.
3 – "VIADOTTO INSICURO" COSÌ L' AZIENDA SCRISSE AL MINISTERO
Matteo Indice e Marco Grasso per “la Stampa”
il crollo del ponte morandi a genova
Lo Stato aveva abdicato al suo ruolo di controllore nei confronti di Autostrade, che a sua volta aveva descritto al ministero il Ponte Morandi come insicuro. E non è più solo un sospetto, ma una certezza acquisita dagli investigatori con un interrogatorio e un sequestro di documenti.
La rivelazione ai pm è arrivata da Salvatore Bonaccorso, ingegnere, uno dei membri della commissione del Provveditorato alle opere pubbliche della Liguria che lo scorso 1° febbraio, dopo aver avuto solo una settimana per analizzare sei faldoni di carte, diede il via libera alla ristrutturazione dei tiranti del viadotto: «Noi - ha spiegato ai magistrati - non avevamo le competenze per valutare i report collegati, nei quali si faceva cenno a deterioramenti dei tiranti stessi».
il ponte di genova e le case sottostanti
Insieme ad altri quattro esperti firmò il documento con cui il ministero dei Trasporti dava un primo via libera al restyling, senza rilevare la necessità di bloccare il traffico.
Tuttavia, emerge oggi, il funzionario manifestò la propria preoccupazione per l' inadeguatezza complessiva della struttura di controllo.
renzo piano giovanni toti progetto ponte morandi genova
Ne parlò ai sindacati, ai colleghi e al proprio responsabile, il provveditore Roberto Ferrazza. Il quale nella commissione, alla fine, impose l' inserimento di due membri esterni. E durante una seduta di due ore in cui vennero discussi altri tre grossi progetti, la proposta di Aspi fu approvata e rimandata ai colleghi ministeriali di Roma per l' ultimo timbro.
La notizia filtra nel giorno in cui la Finanza ha eseguito nuovi sequestri proprio al dicastero delle Infrastrutture (nel settore vigilanza sulle concessioni autostradali) e negli uffici di Spea, controllata da Autostrade e incaricata dei monitoraggi.
DANILO TONINELLI
Un blitz accolto con soddisfazione dal ministro Danilo Toninelli: «Sono ben felice che si faccia chiarezza sul passato. Il Mit è a disposizione delle autorità che indagano sullo scempio».
Fra i documenti acquisiti c' è una lettera di Autostrade, diffusa ieri da L' Espresso, che sollecita proprio il ministero a dare in fretta l' ok definitivo al loro progetto per il rinforzo dei tiranti del pilone poi crollato. È del 28 febbraio 2018 e la firma Michele Donferri Mitelli (direttore delle manutenzioni di Aspi). Chiede di accelerare le procedure, per garantire «l' incremento di sicurezza necessario sul viadotto».
il crollo del ponte morandi a genova
Ma, si chiedono gli investigatori, cosa significa esattamente quella formula un po' ambigua? Perché non si fa cenno a possibili limitazioni del traffico o a rischi strutturali? Per la società si trattava d' una missiva «ordinaria». E in un passaggio successivo Donferri aggiunge: «In considerazione del protrarsi dei tempi di approvazione, l' intervento potrebbe non essere eseguito prima del secondo semestre 2019».
il crollo del ponte morandi a genova
Altro dossier cruciale acquisito ieri è il decreto dell' 11 giugno 2018 con cui Vincenzo Cinelli, direttore generale per la vigilanza del ministero, autorizzava definitivamente i lavori al Morandi: «L' intervento proposto (da Autostrade, ndr) allunga la vita degli stralli (nome tecnico dei tiranti, ndr) fondamentali per la tenuta del ponte».
Alla luce di tutto questo, si domandano i pm: perché l' azienda, dopo aver posticipato per anni la ristrutturazione, all' improvviso sollecita? E perché il ministero sembra incartarsi in una burocrazia di routine, senza mostrare particolare solerzia?
il crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi il ponte morandi a genova il crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi il crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi genova ponte morandi genova ponte morandi il presidente mattarella sul luogo del crollo del ponte di genova