Estratto da ‘la Repubblica’
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Secche, arrostite, bollite o aggiunte come ingrediente a piatti salati, come risotti o minestre di legumi, e dolci irresistibili, le castagne sono raccomandate dai nutrizionisti perfino sulla tavola di chi deve calare di peso, con qualche accorgimento. Ecco come sceglierle districandosi fra le differenti tipologie, da quelle nostrane alle importate, come cucinarle per digerirle bene e consumarle perfino per dimagrire.
Con un inciso: raccogliere quelle coltivate nei terreni privati è un reato. Ma se andate nei boschi potete approfittarne per fare anche una bella e salutare passeggiata. Proprio come le ciliegie, una castagna tira l' altra e non è del tutto vero che fanno ingrassare o non si digeriscono.
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Bisogna però consumarle nel modo giusto. «Le castagne sono un frutto da riscoprire, in autunno possono rendere le diete più divertenti perché aiutano a variare sapori e routine, ma vanno consumate durante i pasti e al posto del pane, non come dolce a fine pasto o come merenda».
Ottanta grammi di castagne fresche, pari a un massimo di dieci frutti, corrispondono a 40/50 grammi di pane ma danno un maggiore senso di sazietà. Il problema della digeribilità invece non dipende dal frutto ma dal metodo di cottura. «Le meno digeribili sono le caldarroste - precisa Migliaccio - perché possono essere ben cotte fuori ma rimanere crude in alcuni punti interni e l' amido residuo non si digerisce.
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Le più caloriche sono quelle secche. La tecnica migliore è la bollitura in acqua salata». Con le castagne si possono preparare poi tanti dolci. Il più salutare è il castagnaccio con pinoli ed uvetta sultanina, perfetto per la merenda dei piccoli. Una fetta è anche un ottimo strappo alla regola per chi segue un regime di dieta stretta. Invece marron glaces e Mont Blanc, realizzati con i marroni, sono da evitare se si deve dimagrire.
Come si scelgono le castagne? Ovviamente acquistare prodotti etichettati aiuta sempre. E questo perché alla vista sembrano tutte uguali. «È difficile riconoscere la provenienza soltanto guardandole - ammette Leonardo Mareschi, comandante del nucleo di Polizia ambientale, agroalimentare e forestale - l' unico modo per fare acquisti consapevoli è scegliere quelle con etichetta che indica l' origine del prodotto oppure rivolgersi direttamente ai coltivatori locali che le vendono direttamente».
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E questo perché le castagne che arrivano da altri paesi sono spesso trattate con fitofarmaci mentre le nostre no. «L' Italia ha 750 mila ettari di castagni, di cui 150mila coltivati a marroni, in particolare in Piemonte, Toscana, Lombardia, Lazio, Campania e Calabria. Questa è un' ottima annata - continua Mareschi - perché sono stati coltivati con i metodi di lotta integrata biologica, riuscendo anche a sconfiggere un insetto - il cinipide galligeno - che li aveva decimati negli anni scorsi. Con vantaggi sulla nostra salute e per l' ambiente».
Quest' anno la produzione per la prima volta segna un +25 % e una resa tra i 25 e i 30 milioni di chili (fonte Coldiretti). Ciononostante ne vengono importate grandi quantità, soprattutto da Portogallo, Spagna, Turchia e Albania e nei paesi extra europei, dove si usano ancora fitofarmaci. Lo scorso anno almeno 36 milioni di chili sono arrivate dall' estero, secondo Coldiretti. Ma sono spesso state spacciate per italiane.