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    AVE, O MARIANGELA, "PIENA DI GRAZIA" – A 4 ANNI DALLA MORTE “RAI STORIA” RACCONTA LA GRANDISSIMA MARIANGELA MELATO – A VOLERE QUEST’OMAGGIO E’ STATO RENZO ARBORE CHE L’HA AMATA PER TUTTA LA VITA: "AVEVA SWING. NON CONOSCEVA INVIDIE E RANCORI. MI PIACEREBBE CHE LE FOSSE INTITOLATO IL TEATRO VALLE” -ALDA MERINI: ERA PIENA DI GRAZIA - VIDEO


     
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    Silvia Fumarola per ‘la Repubblica

     

    mariangela melato mariangela melato

    «Poi» dice commossa la sarta Maria Angela Cerruti «ho dovuto svuotare il baule verde». Poche parole per spiegare il dolore della fine. Quel baule coi costumi rappresentava la vita di Mariangela Melato, attrice ironica, intelligente e generosa, «la signora» che stappava lo champagne coi tecnici. «Lei era lei. Una volta, finito lo spettacolo al Bellini, a Napoli, aveva prenotato i taxi per tutti, per andare insieme al concerto di Arbore in un altro teatro».

    mariangela melato mariangela melato

     

    Talento e grazia: Mariangela! il programma di Fabrizio Corallo (regia di Michele Mally) condotto da Lella Costa, da domani su RaiStoria alle 21.10, è un appuntamento da non perdere. Il punto esclamativo nel titolo dice tutto. «L' ultimo lavoro che ha fatto Mariangela» racconta Renzo Arbore «è stato al Teatro Valle, s' intitolava Il dolore. Era un monologo durissimo di un' ora e mezza Mariangela condivideva il dolore che aveva dentro. Un' ora e mezza cui si aggiungeva un' altra ora e mezza di camerino dove riceveva ammiratori e colleghi. Perciò ho proposto che le venga intitolato il Teatro Valle.

    mariangela melato film d amore e d anarchia mariangela melato film d amore e d anarchia

     

    La sua è stata l' ultima rappresentazione prima che fosse occupato. Sono disposto a dare il regalo che Mariangela mi ha fatto prima di andarsene: un quadro che stava sul suo camino». Si amano e si lasciano per poi ritrovarsi: è l' amore della vita quello che lega Arbore e Melato, scomparsa nel 2013. «Mariangela » dice lo showman con la voce rotta. «Era superiore come attrice e come donna. Non ho mai sentito nessuno parlare male di lei, né lei parlare male di qualcuno».

    MARIANGELA MELATO MARIANGELA MELATO

     

    La sorella Anna («Non aveva contezza delle cose di tutti i giorni, non le interessavano»), Maurizio Porro, Sergio Escobar, Michele Placido, Pupi Avati, Giancarlo Giannini, Pippo Baudo, Lina Wertmuller, Toni Servillo, Gigi Proietti, l' amica di una vita Annabella Cerliani («Ha reso familiare e non supponente la perfezione: ho convissuto con un astro, sentendomi pari») la sua assistente Giovanna Guida, e tanti colleghi la raccontano.

    Mariangela Melato e Renzo Arbore Mariangela Melato e Renzo Arbore

    La bionda magnetica, agile e moderna, stupisce Baudo uscendo da una valigia e seduce Giannini in Travolti da un insolito destino.

     

    «Diventa il primo violino di Ronconi nell' Orlando furioso. È lei la voce di Orlando, è stata la maestra di tutti gli "orlandini", la più grande attrice di teatro», dice Placido, «a Spoleto eravamo innamorati di lei... Ma aveva scelto Renzo, il ragazzo venuto da Foggia, come me. Per Mariangela ho scritto Vittoria, sull' eutanasia, che si è fermato alla prima stanza in Rai». «La prima volta che la vidi fu a Ferrara», dice Avati, «giravo Thomas- Gli indemoniati aspettavo una bellezza alla Grace Kelly. Si avvicina una figura nera: "La mia amica non è potuta venire, ha mandato me".

    RENZO ARBORE E MARIANGELA MELATO RENZO ARBORE E MARIANGELA MELATO

     

    La caccio. Si siede al bar e resta lì. Le do la parte. Dice le battute. Sento che nel film arriva la verità. Le prendo le mani, ghiacciate: "Sei brava. Chi sei?". Lei: "Mariangela Melato"». Viene da chiedersi perché un programma così bello non vada su Rai1. «Le reti principali sono vittime dell' Auditel», spiega Arbore, «noi appassionati di televisione ci ritroviamo nelle reti "rifugio" che vanno tutelate perché fanno tv da conservare».

     

     

     

     

    Michela Tamburrino per “la Stampa”

     

    ARBORE MELATO ARBORE MELATO

    Una volta in ascensore con Mariangela Melato. Ci si guarda allo specchio mentre si sale: «Oddio - dice lei fingendosi spaventata - speravo meglio». Un ricordo personale per sottolineare l' ironia che attraversava la sua persona, in qualsiasi momento e circostanza. Era tanto, anzi, troppo per correre alla pari con le colleghe.

     

    Un talento smisurato che spaziava ovunque; dal cinema al teatro, dalla tv al varietà, tragico e comico, classico e poliziottesco.

     

    A quattro anni dalla morte la televisione la racconta in un programma in tre puntate, amorevolmente composto da chi le ha voluto bene con reperti d' archivio delle Teche Rai. Firmato da Fabrizio Corallo, s' intitola semplicemente Mariangela! , condotto da Lella Costa, realizzato da 3D Produzioni, in onda da domani alle 21,10 su Rai Storia. Un viaggio entusiasmante in compagnia di quelli che le sono stati vicini, senza regole né gerarchie, come avrebbe voluto lei. Parlano le maestranze, truccatrici, tecnici alla pari di registi e attori.

     

    A volere fortemente questo omaggio è stato Renzo Arbore che l' ha amata per tutta la vita.

    MARIANGELA MELATO - LUCIANO DE CRESCENZO - RENZO ARBORE MARIANGELA MELATO - LUCIANO DE CRESCENZO - RENZO ARBORE

    «Qui è racchiuso tutto il suo percorso, le sue conquiste nel mondo dell' arte». Un talento così ampio la portò a essere la pasionaria de L' albero di Guernica di Fernando Arrabal a Lo chiameremo Andrea di De Sica. La caratteristica principale, racconta chi l' ha conosciuta, era non voler perdere nessuna personalità di donna esistente. Perciò fu anche Filumena Marturano con Massimo Ranieri quando si era sempre rifiutata di esserlo con Eduardo De Filippo.

     

    «"Fai tu", le dicevano i registi - ricorda ancora Arbore - da Lavia a Ronconi fino alla Wertmüller, sapevano che solo lei sapeva assorbire le caratteristiche umane del prossimo che incontrava.

     

    Una donna così non conosceva invidie o rancori, le piccinerie che costellano le vie dello spettacolo, odiava il cattivo gusto e rifuggiva ogni deriva di gossip».

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    Pupi Avati ricorda il suo primo provino, si presentò al posto di un' amica procace e il regista si vide davanti questa ragazza secca con i capelli corti e gli occhi spiritati. Il provino finì tra gli applausi della troupe. Anche lui aveva capito di trovarsi davanti a un' attrice «altra». E finalmente nel 1969 ci fu l' Orlando Furioso di Luca Ronconi al Festival di Spoleto, Mariangela nel ruolo di Olimpia. Un trionfo e l' inizio di una collaborazione quarantennale. Michele Placido dirà che a catturarlo fu all' inizio la sua voce duttile, i toni bassissimi che potevano all' occorrenza diventare anche alti e striduli.

     

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    Un anno dopo accende il Sistina di Roma con la commedia musicale Alleluia brava gente , accanto a Rascel e a Proietti. Giancarlo Giannini, che l' ha avuta sua compagna in tre commedie grottesche presto diventate di culto ( Mimì Metallurgico ferito nell' onore , 1972; Film d' amore e d' anarchia , 1973; Travolti da un insolito destino nell' azzurro mare d' agosto, 1974), dice che è la più grande attrice con la quale abbia mai avuto modo di lavorare. «La poetessa Alda Merini - ricorda ancora Arbore - le disse: "Sei una donna piena di grazia" - ed era esattamente così, nel suo approccio sempre semplice e spontaneo.

     

    Aveva anche una spiccata sensibilità musicale che io chiamo swing, questa fu la chiave della nostra intesa. Ballava il rock e il jazz come una nera. Apprezzava la musica sincera e la cultura senza considerarne la provenienza. Nell' ultima fase della sua vita interpretò un monologo di Marguerite Duras, Il dolore , al Teatro Valle di Roma, avendo già dentro tutto il dolore del mondo.

     

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    E contro quel male lottò con coraggio e determinazione fino all' ultimo. Mi piacerebbe che questo teatro romano le fosse intitolato, un giusto omaggio a una grandissima donna che ha dato un contributo determinante alla storia del teatro internazionale».

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