il video di cristiano aresu sul farmaco giapponese
Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera oggi parla di Avigan (Fapiviravir) e della storia del video del laureato in farmacia Cristiano Aresu che ieri abbiamo commentato.
La testimonianza arriva dalla capitale giapponese — dove fino a oggi ci sono stati solo 102 contagiati (in Giappone, dove l’epidemia è arrivata prima che in Italia, sono in totale 1.007 con 35 morti) — da un farmacista romano, Cristiano Aresu, 41 anni, che per lavoro va spesso nel paese del Sol Levante. Lui stesso ha postato video su Facebook di ciò che accade a Tokyo, solo ieri 2mila visualizzazioni.
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«L’Avigan è un antiinfluenzale fino a poco tempo fa venduto in farmacia: qui hanno scoperto che somministrato ai primi sintomi di coronavirus, accertati con il tampone, blocca il progredire della malattia nel 91% dei casi. Poco può fare invece in quelli più gravi e avanzati, quando il Covid-19 ha già danneggiato i polmoni— racconta Aresu per telefono—. Hanno annunciato questa novità ai tg e poi è iniziata la distribuzione negli ospedali, previo appuntamento e tampone positivo. Qui non ci sono file al pronto soccorso e il risultato viene dato immediatamente. Così è anche un modo per monitorare la situazione di chi ha sintomi lievi. È un protocollo che ormai tutti seguono, il farmaco è composto da un blister con tre pasticche, all’inizio veniva effettuato un test di ritorno per verificare la negatività dopo l’assunzione, ma siccome funziona nemmeno lo fanno più».
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Rispetto a tutto questo entusiasmo ci pare necessario segnalare quanto abbiamo già scritto nel primo articolo: sì, è vero che secondo Zhang Xinmin, direttore del Centro nazionale cinese per lo sviluppo della biotecnologia, parte del ministero delle Scienze cinese, il farmaco “ha un livello elevato di sicurezza ed è chiaramente efficace nel trattamento” dell’infezione causata dal nuovo Coronavirus.
Sì, è vero che secondo il racconto di Zhang Xinmin chi ha preso il medicinale ha negativizzato il virus in quattro giorni mentre il gruppo di controllo ce ne ha messi undici. Lo studio ha anche scoperto che le radiografie hanno confermato miglioramenti nelle condizioni polmonari in circa il 91 percento dei pazienti a cui è stato somministrato il medicinale, mentre quelli che non l’hanno preso hanno una percentuale del 62%. Ora il farmaco verrà prodotto in serie in Cina con la licenza giapponese.
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Mentre no, non è vero che ci sia un complotto dietro tutto ciò. In primo luogo perché allo studio cinese ne seguiranno due organizzati dal Giappone e dall’azienda produttrice del farmaco, la Fujifilm Toyama Chemical: solo al termine di quegli studi sarà possibile dire se il farmaco funziona o no. In più, l’AIFA odia talmente tanto che nel suo sito viene ricordato che è stato utilizzato per Ebola. L’AIFA ha in realtà promesso, come l’EMA, un ok veloce a tutti i farmaci che sembrano promettenti come il Favipiravir una volta che ci saranno studi critici in grado di dimostrarlo.
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Quello della Cina è un test importante che se fosse replicato in Giappone porterebbe sicuramente Avigan/Favipiravir a venire usato in tutto il mondo. Senza alcun complotto, anche stavolta. Va anche ricordato che l’articolo del Guardian che riportava le parole degli scienziati cinesi avvertiva anche di qualcos’altro, ovvero che i medici lo stanno usando per chi ha sintomi lievi o moderati, ma una fonte del ministero della Salute ha spiegato che il farmaco non sembra essere così efficace nelle persone con sintomi più gravi.
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Le stesse limitazioni sono state identificate negli studi condotti su pazienti affetti da Coronavirus utilizzando una combinazione di lopinavir e ritonavir, di cui abbiamo già parlato. Il governo giapponese ha fornito il favipiravir alla Guinea per contrastare l’epidemia di Ebola, quindi nessuno vuole farne incetta o tenerselo per sé. Infine, il Guardian scrive anche che il farmaco avrebbe bisogno dell’approvazione del governo per l’uso su vasta scala su pazienti che hanno COVID-19, visto che inizialmente era destinato a trattare l’influenza. Questo sembra proprio smentire la tesi che sia stato usato sul larga scala in Giappone per combattere il Coronavirus. Si attende un’approvazione per maggio se i risultati delle ricerche scientifiche saranno positivi.