Estratto dell’articolo di Michele Masneri per “Il Foglio”
pamela e randolph churchill
Di nuovo sulla fondamentale questione cigni, ecco “Capote’s Women” del giornalista americano esperto in signore e signori potenti Laurence Leamer, ora edito in Italia da Garzanti (da cui la serie su Disney+). E’, soprattutto, un utile catalogo di straordinari personaggi femminili che hanno fatto il Novecento, e in questo si capisce che il casting compiuto dallo scrittore di “Colazione da Tiffany” davvero andava oltre le solite amiche ricche e nevrotiche con case e barche ospitali.
Certo queste signore-cigno hanno tutte le caratteristiche d’essere plutocratiche, e potenti, ma questo è limitante. Sono donne che si sono reinventate, che hanno usato la ricchezza per creare un’opera o operina d’arte vivente, e hanno sacrificato molto a questa rappresentazione.
pamela churchill
Quasi sempre i figli, abbandonati a loro stessi con tate e bambinaie. Ma anche i matrimoni coi mariti intercambiabili. I cigni si sposano infatti spesso, ma il matrimonio non è visto come suggello d’amore bensì come un master o un phd o l’ingresso in un club o l’acquisto di una casa o di un pacchetto di azioni, un aumento di capitale: […]
[…] Ma tra tutte la più interessante è certamente Pamela Churchill, che poi sarà un amore di Gianni Agnelli. Sfogliando l’archivio fotografico Getty viene fuori un concentrato incredibile di potere del Novecento: lei che sposa il figlio di Winston Churchill, lei che scende da un’auto targata corpo diplomatico all’Eliseo (come ultimo atto della sua vita fu ambasciatrice americana a Parigi); lei con lady Diana; con i vari potenti della terra; ma anche lei bambina paffuta con i genitori, nobilotti di campagna.
pamela churchill gianni agnelli
Nasceva infatti nel 1920 Pamela Digby nel Dorset, figlia dei baroni Digby, piccola nobiltà terriera che non avrebbe mai pensato che la piccola paffuta figlia avrebbe fatto quella carriera. Forse, lo stimolo sta nella solita questione del maggiorasco inglese, lei era la figlia più grande ma non otterrà né titolo né proprietà, che va al maschio, dunque ecco la necessità di trovarsi una collocazione.
Presentata in società al Re, nessuno della sua età se la fila, perché bruttina, e decide di puntare quindi sui vecchi: adolescente, impara la vita dell’alta società da lord e lady Baillie che tengono salotto nel castello di Leeds. E da adolescente frequenta solo anziani ricchi e potenti.
CAPOTE S WOMEN - LAURENCE LEAMER
Quando scoppia la Seconda guerra mondiale, riceve una telefonata. E’ Randolph, il figlio svalvolato di Churchill, che siccome deve partire per il fronte, e teme di tornare sdraiato, vorrebbe assicurare un erede alla dinastia e si è informato, un’amica le ha descritto “una sgualdrina dai capelli rossi” che potrebbe fare alla bisogna. Qual è il suo aspetto, le chiede Churchill jr sempre al telefono. “Ho i capelli rossi e sono abbastanza grassa, ma la mamma dice che la pinguedine infantile scompare”.
I tempi sono quelli che sono. Il matrimonio viene celebrato il 4 ottobre del ‘39 alla presenza della più alta aristocrazia e ovviamente di Winston Churchill, non ancora primo ministro. Una volta rimasta incinta, Pamela si trasferisce proprio a casa dei suoceri, e gli sposi praticamente non si vedono più: lui tra le sue amanti e lei col più interessante Winston che nel frattempo diventa l’eroe del mondo libero con frequentazioni adeguate.
pamela churchill nel 1941 a londra
Lei nel frattempo intreccia una relazione con Averell Harriman, un vecchio ricchissimo figlio del proprietario della Union Pacific, che a Londra è l’inviato numero uno del governo americano e responsabile del programma affitti e prestiti. Presto i due si trasferiscono in un grande appartamento a Grosvenor Place, dove, mentre tutta l’Inghilterra soffre i razionamenti, lei dà leggendarie feste.
E’ soprannominata “milk maid”, o “la famigerata signora C”, o altri epiteti, odiatissima dagli altri cigni e in generale da quell’ambiente cosmopolita dove tutti si muovevano come in un casinò di mariti e titoli nobiliari ma lei è più svelta e determinata delle altre.
pamela churchill 9
Pare che a Pamela fosse destinata la battutaccia tremenda che poi finisce dentro “Preghiere esaudite” di Capote: “se le uscissero dal corpo tanti cazzi quanti le sono entrati, avrebbe l’aspetto di un porcospino”. Ma in realtà il sesso non era il suo forte, né la sua passione; contava di più, come tutti sanno, quella capacità di confortare gli uomini, farli sentire importanti, ascoltati. “Per tutta la vita ho sempre vissuto con gli uomini, per gli uomini, grazie agli uomini”, diceva lei. Pare che avesse una soglia di attenzione infinita. Del resto se le mogli-cigno cercavano i Capote, i mariti cercavano le Pamele. Tutto molto complicato, però era un mondo che creava alti indotti (ristoranti, jet privati, gioiellieri, psicanalisti).
A Londra oltre ad Harriman intreccia una serie di relazioni con potenti vari ed è “l’unica donna che abbia ricevuto tre lettere di tre diversi partecipanti al vertice di Yalta”. Lord Beaverbrook, editore, la fa corrispondente da Parigi del Daily Express. A un certo punto si fa la sua storia con Alì Khan, celebre superdotato principe degli ismailiti e con lui vola in Costa Azzurra. Khan però la molla seduta stante per Rita Hayworth che poi sposerà.
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Finalmente lei conosce il venticinquenne Gianni Agnelli, tutto preso a fare la sua vita fitzgeraldiana in Riviera, dotato di una rendita annua di 5 milioni di dollari ai prezzi di oggi, mentre alla Fiat bada Valletta. Viene invitata sul veliero Tomahawk insieme a Gloria von Fürstenberg (futura Guinness) ma il di lei figlio prende il morbillo e lei va da sola.
La prima sera sul veliero di Agnelli un oblò va in frantumi e lei si taglia la faccia, secondo Leamer un presagio di come andrà la storia. E’ una storia di due mondi a confronto, da una parte l’aitante ereditiero italiano ancora un po’ ruspante e dall’altra la già navigata nobildonna inglese che conosce chiunque conti nel mondo. Lei va a Torino e quel che vede le piace.
pamela churchill 2
La famiglia Agnelli è un po’ meno contenta. La predatrice inglese, già sposata e pure di fede anglicana, preceduta dalla sua fama, non è proprio la sposa ideale per l’erede al trono ufficioso d’Italia. La storia dura cinque anni e, secondo Leamer, lei fa di tutto per far capitolare Gianni. […]
Oltre alle sorelle, Pamela non piaceva per niente a Giorgio, il fratello Agnelli rimosso per i noti problemi mentali, che fu cancellato letteralmente dalla storia di famiglia e che a un certo punto le spara una fucilata (“una raffica di proiettili nella camera da letto di lei a Villar Perosa. Non era un serio tentativo di ammazzarla, ma terrorizzò Pamela e portò alla luce le ferite psicologiche di cui soffrivano gli Agnelli”).
Giorgio poi venne chiuso in una clinica. Lei nonostante i conflitti a fuoco invece va avanti, e pensa di convertirsi al cattolicesimo per sposare Gianni e di chiedere l’annullamento del matrimonio col figlio di Churchill. Ma proprio mentre è alle prese con preti e monsignori, nel ‘48, scopre di essere incinta di Agnelli. Lì, il dissidio interiore: se avesse tenuto il bambino avrebbe costretto lui a prendersi cura di entrambi (lui non ne ha nessuna voglia).
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Lei pensa che abortendo invece lui sarà riconoscente. Allora Gianni la accompagna a Losanna ad abortire, ma non aspetta l’intervento, se ne torna invece all’hotel villa d’Este sul lago di Como dove lei lo raggiunge la mattina dopo per sentire le sue vanterie di letto con una splendida modella.
Vanno avanti con quella vita. Lei fa la parte della moglie brava a ricevere, ma “quando gli invitati se ne andavano a mezzanotte, il suo amante fatto di cocaina e sovreccitato saliva sulla sua Ferrari con i compagni di baldoria per andare al casinò di Montecarlo a giocare d’azzardo e rimorchiare donne per il suo piacere”. E poi c’è il famoso incidente. Una sera sono a cena in una villa e lui la molla lì perché si annoia.
Lei finisce la cena e torna a casa e lo trova con un’altra, Anne-Marie d’Estainville, e lì Pamela si infuria. Lui si offre di accompagnare a casa l’amante occasionale, ma “strafatto di cocaina” prende male una curva e colpisce in pieno il camion di un macellaio. Mascella rotta e frattura in nove punti a una gamba. Immediatamente trasferito in un ospedale fiorentino dove vorrebbero amputargliela ma lui non vuole, e gli rimarrà per sempre una specie di moncherino.
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Le sorelle sono terrorizzate che approfittando dell’ospedalizzazione Gianni capitoli a Pamela, ed è il momento allora in cui si giocano la carta Marella Caracciolo, la delicata principessa dal collo lunghissimo (ma, si legge nel libro, Avedon fotoscioppò la celebre foto). Più adatta, lei, certamente, cigno dal collo lungo, vero o artificiale, e dalla virtù questa sì certificata, a sposare l’erede Fiat. Anche lei resta subito incinta, e questa volta il bambino viene tenuto.
Il resto è storia, dalla parte di Gianni. Da parte di Pamela, lui come buonuscita le regala un grande appartamento a Parigi e una Bentley, e, altri hanno raccontato, uno strano portachiavi con un omino che estrae il pene. Se Gianni è lanciato verso la sua nuova vita da family man e industriale, lei che ormai ha 35 anni, età tragica all’epoca, si deve reinventare ancora una volta.
Punta su Elie de Rothschild ma nemmeno lui la vuole sposare […] Alla fine lei si sposa invece con Leland Hayward, un vecchio produttore di Broadway ricchissimo, e lì comincia la sua nuova vita newyorchese che parte con una festa con ospiti d’onore il duca e la duchessa di Windsor, e ammessi solo artisti, e ironicamente nessun ricco (la cosa farà scalpore).
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Sperperano velocemente tutto il patrimonio di lui, e quando Pamela si ritrova vedova e squattrinata capisce che deve giocarsi un ultimo atto. Si ricorda del vecchio Harriman, che aveva conosciuto anni prima a Londra. Nuove nozze e trasferimento a Washington, dove mettono su un salotto centrale nel ricostruire il Partito democratico negli anni reaganiani.
Bill Clinton una volta eletto presidente nel 1993 la nomina ambasciatrice a Parigi, dove lei non sarà la solita diplomatica americana spedita in Europa per riconoscenza di fund raising. “Straordinaria ambasciatrice”, la ricordò invece Clinton. “E’ stata fonte di giudizio e ispirazione per me, oltre che di fascino e vera amicizia”.
Alla sua morte nel 1997 la Casa Bianca mandò l’aereo presidenziale a prendere la bara all’aeroporto di Orly, dove il presidente Chirac e duecento soldati francesi in alta uniforme erano schierati sulla pista. Morì di un’emorragia cerebrale che la colpisce dopo la sua consueta nuotata mattutina nella piscina dell’hotel Ritz. “Non è spiritosa”, diceva qualcuno. “E’ molto meglio di questo, riesce a far sentire te l’uomo più spiritoso del mondo”.
gianni and marella agnelli black & white ball