Giovanna Casadio per repubblica.it
I numeri ci sono, anche con il tira e molla dei 5Stelle e pure della Lega, che ha scoperto di essere allergica ai grillini.
CONTE DRAGHI
Nonostante Mario Draghi sia disposto a restare alla guida del governo solo con una maggioranza operativa e bipartisan, tuttavia la risoluzione che presenterà prima al Senato e poi alla Camera, per chiedere la fiducia, sulla carta conta su consensi certi.
Al Senato in 206 per Draghi
Il banco di prova più impegnativo è al Senato. Qui i numeri sono questi. Il Pd ha 39 senatori, 51 Forza Italia, 61 la Lega, 11 sono i dimaiani di Insieme per il futuro, 15 i renziani, 8 delle Autonomie e dei 39 del gruppo Misto, almeno 21 sono dichiaratamente a favore. In tutto si tratta di 206 senatori, ben al di sopra dei 161 che è l'asticella della maggioranza di 315 più i 6 senatori a vita.
GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI
Il M5Stelle conta un senatore in più, poiché dal Misto è tornato a casa nel M5Stelle Fabio Di Micco: in tutto i grillini sono a quota 62, ridiventati il primo gruppo a Palazzo Madama. Se l'ordine di scuderia di Giuseppe Conte fosse quello di non votare la fiducia non ritenendo convincente il programma di fine legislatura di Draghi, si passerebbe quindi da una maggioranza 268 a una appunto di 206. Altro scenario: dentro i 62 senatori grillini fuori i 61 della Lega, si arriva a 207. Anti Draghi sono a Palazzo Madama 21 senatori di Fratelli d'Italia, 13 di Alternativa e un altro gruppetto dei Misto.
Alla Camera 451 deputati a favore
Il pallottoliere alla Camera dà cifre ancora più larghe, al di là del nuovo sisma che starebbe per verificarsi tra i 5Stelle e che vedrebbe su 105 deputati grillini, almeno 20-25 in uscita e pro Draghi.
MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI
Comunque vada, i calcoli sommano per la fiducia 97 deputati del Pd, 53 dimaiani, 82 di Forza Italia, 131 della Lega (che qui è il primo gruppo parlamentare), oltre a 7 di Azione di Calenda-Bonino, 32 centristi (tra totiani, Coraggio Italia di Brugnaro, di Lupi e Centro democratico), 30 di Italia Viva, 5 del Maie e 4 della minoranza linguistica e 10 di Leu. L'asticella della maggioranza di 630 deputati è fissata i 321, con questo schieramento si arriva a 451 a favore di un governo Draghi.
Se Conte decidesse invece che ci sta, si arriverebbe a 555 deputati a favore, a meno che, a quel punto, i 131 leghisti non decidessero di stare alla finestra e di recuperare il difficile rapporto con Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia che è all'opposizione. Per Draghi cambierebbe poco dal punto di vista numerico, avendo 424 consensi, però molto politicamente perché i 5Stelle diventerebbero ago della bilancia. Sempre che non si spacchino comunque. Da registrare che se fedeli a Conte restassero 80-85 deputati e i transfughi passassero tutti con Di Maio, quest'ultimo avrebbe con sé circa 73-78 deputati.
Nella giornata della vigilia si attendono segnali da ogni parte politica. Però, stabiliti questi numeri, secondo procedura la fiducia dovrebbe essere votata in entrambe le Camere. La risoluzione che accompagna il discorso di Draghi è semplice e dice pressappoco: "Udite le comunicazioni del presidente del Consiglio, il Senato (la Camera dei deputati) approva la fiducia".
mario draghi sergio mattarella