Federico Garau per il Giornale
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Dura presa di posizione del vice-segretario Pd Andrea Orlando, che parlando della Fase2 affronta vari temi d'interesse per l'Italia, compresa la discussa questione che riguarda Fca, i cui vertici avrebbero intavolato una trattativa con alcune banche (tra cui IntesaSanpaolo) per negoziare un finanziamento di 6,3 milioni di euro, a tasso agevolato in quanto garantito dalla società assicurativa della Cassa Depositi e Prestiti (Sace) e quindi dallo Stato.
Secondo quanto riportato da Milano Finanza, la società nazionale Fiat-Chrysler Automobiles (Fca Italy), cioè quella con sede a Torino e che abbraccia tutte le attività del gruppo sul territorio nazionale, vorrebbe accedere al credito secondo quanto previsto dal Decreto Liquidità, pronto a tamponare i danni subiti da piccole e medie imprese a causa dell'emergenza Coronavirus e del conseguente lockdown.
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"Senza imbarcarci in discussioni su che cosa è un paradiso fiscale credo si possa dire con chiarezza una cosa", esordisce Andrea Orlando sulla sua pagina personale Twitter. "Un’impresa che chiede ingenti finanziamenti allo Stato italiano riporta la sede in Italia. Attendo strali contro la sovietizzazione e dotti sermoni sul libero mercato", conclude in modo provocatorio.
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"Credo che nel giro di poco Fca in Italia non avrà più impianti produttivi", replica un utente sotto il tweet del vice-segretario Pd. "Il problema è che Fca non è un’azienda italiana ma una multinazionale. Non credo che la si possa obbligare a portare la sede sociale in Italia. L’importante è che paghi le tasse in Italia per l’attività che svolge negli stabilimenti italiani", commenta un altro. "E ben venga la cosa...e qua credo bisogna decidere...perché prendere finanziamenti in Italia e avere paradisi fiscali a Londra...", replica un'altra follower.
Orlando è inoltre intervenuto anche durante l'evento "Milano - Italia. Scriviamo un nuovo futuro", promosso dal Pd Milano Metropolitana e andato in diretta su Facebook.
John Elkann ph Bob Krieger
Le sue parole si sono concentrate soprattutto sull'analisi dei prossimi giorni di grande tensione che dovrà vivere il governo dopo il varo delle manovre finanziarie straordinarie. "La manovra da 55 miliardi dopo averne fatta una da oltre 24, in uno stato di ordinaria amministrazione ce la saremmo sognata. Questo ha una serie di implicazioni. Nelle prossime settimane vivremo una serie di attacchi al governo finalizzati alla sua caduta, ispirati anche da centri economici e dell'informazione, non tanto a correggere come è lecito l'attività di governo ma a rivedere il patto di governo e a riorganizzare la maggioranza", ha affermato il vice-segretario del Pd, avanzando dei dubbi sulle finalità di questi previsti attacchi. "Dobbiamo saperlo: gestire quei flussi finanziari fa gola a molti", ha proseguito con malcelata malizia, "e alcuni si prestano anche a operazioni politiche che vanno in questo senso. Ci parleranno della capacità comunicativa di Conte o dell'errore di questo o quel ministro, ma all'ordine del giorno c'è un altro tema, provare a vedere se si costruisce un'altra formula politica".
"Noi siamo al governo con una forza che ha assorbito pulsioni populistiche, che ha una forte carica antipolitica", ha aggiunto ancora Orlando, riferendosi anche agli alleati. "Elementi che conoscevamo e che sono più difficili da gestire in un passaggio come questo. ma dall'altra parte, viene da chiedersi come sarebbe stata questa fase con un governo giallo-verde, con forze e pulsioni autoritarie. Altro che Dpcm", ha affermato con sicumera. "Credo che fino qui abbiamo dato una risposta sorprendentemente efficace, una risposta in sintonia con i bisogni degli italiani e che ha messo in fuorigioco la destra sovranista".
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