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    CI SPENNANO, GOVERNO LADRO: LE BOLLETTE SONO SEMPRE PIÙ CARE! - QUELLA DEL GAS HA SUBITO UN RINCARO DEL 30% MA A SPOLPARE GLI ITALIANI SONO ANCHE LE AZIENDE ENERGETICHE, CHE HANNO AUMENTATO I COSTI FISSI, NONOSTANTE IL PREZZO DEL METANO SIA IN CALO – RIALZI ANCHE PER L’ACQUA, IL CUI PREZZO È IN AUMENTO DEL 4% RISPETTO AL 2022 E DEL 17,7% NEGLI ULTIMI 5 ANNI...


     
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    LA BOLLETTA DELL'ACQUA SALE NEL 2023, 478 EURO A FAMIGLIA

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    (ANSA) - Non si ferma la corsa della bolletta dell'acqua: è stata di 478 euro la spesa media a famiglia nel 2023, in aumento del 4% rispetto al 2022 e del 17,7% negli ultimi 5 anni. E' in sintesi quanto emerge dal XIX Rapporto sul servizio idrico integrato, a cura dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, diffuso in occasione della Giornata mondiale dell'acqua che ricorre il 22 marzo. Aumenti in più dei due terzi dei capoluoghi di provincia italiani; rispetto all'anno precedente l'incremento maggiore, di circa il 16%, si registra a Vibo Valentia, mentre ad Isernia la bolletta è raddoppiata rispetto al 2019.

     

    Frosinone resta in testa alla classifica delle province più care con una spesa media annuale di 867 euro mentre Milano e Cosenza conquistano la palma di capoluoghi più economici con 184 euro. La Toscana è la regione più costosa (con 732 euro), con ben 8 suoi capoluoghi nella top ten delle province più care; il Molise la più economica (226 euro), in Trentino Alto Adige l'aumento più consistente (+9%).

    MARIO DRAGHI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI MARIO DRAGHI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI

     

    I cittadini sono consapevoli ma poco informati sui propri consumi e sulle possibilità di risparmio, osserva il Rapporto che ha preso in esame una famiglia tipo composta da 3 persone e un consumo annuo di 182 metri cubi. Secondo una consultazione di 3.355 cittadini, gli italiani dicono di usare quotidianamente 62 litri di acqua, molto al di sotto del consumo medio ad abitante indicato da Istat in circa 215 litri al giorno.

     

    Oltre che tra le regioni, evidenti differenze di spesa continuano ad esistere anche all'interno degli stessi territori, spiega il Rapporto indicando che ad esempio, nel Lazio, tra Frosinone e Rieti intercorre una differenza di 475 euro. Altri esempi di simile portata si possono riscontrare in Sicilia, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Calabria. "Se ci attestiamo su un consumo di 150 metri cubi l'anno, risparmieremmo in media 101 euro, ossia quasi il 27% - spiega Cittadinanzattiva - una famiglia toscana, la più tartassata a livello nazionale, potrebbe arrivare a pagare 183 euro in meno, e anche una famiglia molisana avrebbe un risparmio di 42 euro".

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    Una famiglia di tre persone, con soglia Isee fino a 9.530 euro e che ha accesso al bonus sociale idrico, secondo le rilevazioni dell'Osservatorio risparmia annualmente circa 104 euro, ossia il 22% o 27% in meno a seconda che abbia un consumo annuo di 182 metri cubi o di 150 metri cubi.

     

    "Anche quest'anno registriamo un ulteriore incremento dei costi sostenuti dalle famiglie per il servizio idrico e, a fronte di ciò, torniamo a sottolineare la necessità di rafforzare gli strumenti a supporto delle fasce più deboli della popolazione, ampliando la platea degli aventi diritto al bonus sociale idrico e la diffusione dei bonus integrativi previsti da un numero ancora limitato di territori" afferma Tiziana Toto, responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva. "Molto ancora c'è da fare al fine di promuovere comportamenti più sostenibili da parte dei consumatori, anche se, anno dopo anno, si rivelano sempre più attenti e interessati ad avere strumenti chiari per compiere scelte sostenibili.

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    A tal proposito apprezziamo la direttiva 825/2024 sulla Responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, pubblicata in Gazzetta ufficiale Eu, che rappresenta un primo importante passo per porre dei limiti alle comunicazioni ambigue e strumentali riguardo l'impatto ambientale di prodotti e servizi, accogliendo così la richiesta dei consumatori di una informazione più attendibile e veritiera".

     

     

     

     

     

    BOLLETTE IMPAZZITE: +30% IN UN ANNO IL METANO CALA, MA VOLANO I COSTI FISSI

    Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per "La Stampa"

     

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    A parità di consumo, la bolletta del gas costa più adesso di un anno fa. Sembra un paradosso, ma sta succedendo in questi ultimi giorni ai consumatori alle prese con i conti di casa. Molte famiglie stanno pagando le fatture del metano relative ai mesi di gennaio e febbraio e, dati alla mano, a fronte di un Smc sovrapponibile (lo "standard metro cubo", ovvero la misura utilizzata dai fornitori per fatturare la quantità di gas utilizzata dall'utenza), la spesa finale è più alta del 30-40%.

     

    Per essere ancor più precisi, se una bolletta del gas del bimestre gennaio-febbraio 2023 con un consumo di circa 290 Smc costava 290 euro, il prezzo del bimestre gennaio-febbraio 2024 con Smc identico sale a 420 euro: una maggiorazione del 30%.

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    Perché gli italiani pagano l'energia sempre di più nonostante l'inflazione sia in calo così come le quotazioni sui mercati? La prima causa di questa situazione è dovuta alla tassazione. I tagli agli oneri di sistema e all'Iva effettuati dal governo Draghi - e confermati inizialmente dall'esecutivo Meloni - sono venuti meno. Siamo tornati alla situazione pre crisi, con gli oneri che servono a sostenere le rinnovabili di nuovo presenti in bolletta, e l'Iva al 10 o al 22% (era al 5%) a secondo delle voci.

     

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    Quanto alla materia prima, il prezzo sui mercati internazionali è in diminuzione, però i consumatori stanno ancora pagando gli effetti di due anni di inflazione alle stelle. Davide Tabarelli, presidente di Nomina energia, ha scritto su questo giornale che le tariffe del gas sono scese a febbraio del 3%, e ad aprile ci sarà un calo per i clienti vulnerabili che beneficiano del mercato tutelato.

     

    Ma il calo sarebbe potuto essere più consistente. Scorrendo le voci delle ultime fatture, i consumatori notano un aumento dei costi fissi, come la componente per la materia o la spesa per il trasporto e la gestione del contatore. Secondo la Cgia di Mestre, i fornitori di energia hanno agito sui costi fissi andando a ritoccare all'insù le caparre e le cauzioni in capo ai consumatori.  […]

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    Per quanto riguarda le bollette della luce, il discorso è analogo. Tabarelli ricorda che nel 2023 l'Italia ha raggiunto un record di elettricità importata dall'estero: il 17%, soprattutto di risorse prodotte in Francia con il nucleare. Per riuscire a ridurre i costi per i consumatori finali, quindi, oltre a un problema di tassazione e speculazione, influisce anche la capacità di un Paese di produrre la propria energia.

     

    Infine, la Cgia segnala il flop dell'imposta sugli extraprofitti: all'erario mancano 7 miliardi di euro. Gli extraprofitti realizzati in questi anni dalle aziende energetiche sono stati rilevanti, eppure lo Stato ha incassato solo 3 miliardi di euro rispetto ai 10 che il governo Draghi aveva ipotizzato. […]

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