Estratto dell’articolo di Guido Olimpo per www.corriere.it
RAID DI ISRAELE IN IRAN
L’attacco israeliano era scontato, lo è meno ciò che potrebbe accadere. Torna, come sempre, il timore della guerra totale che tutti, a parole, vogliono scongiurare ma nei fatti la rendono possibile. Al momento, però, gli indizi fanno pensare ad una cautela dei protagonisti.
L’IDF ha considerato chiusa l’operazione attorno alle 6 di sabato e lo ha dichiarato. Messaggio in chiaro rinforzato da quelli dietro le quinte trasmessi all’Iran usando mille canali. Mediatori arabi, russi, americani.
Al tempo stesso, anche a fini interni, lo Stato Maggiore ha evidenziato il successo della missione
Ali Khamenei
Ci vorrà un po’ di tempo (ma non troppo) per comprendere gli esiti reali, probabile che escano foto satellitari dei siti presi di mira. Queste operazioni hanno un valore militare e simbolico, per cui servono immagini che provino i risultati. Non possono essere solo «segrete». La probabile distruzione di numerose postazioni antiaeree potrebbe essere la preparazione di altri strike se l’esecutivo li riterrà necessari.
Teheran ha minimizzato le conseguenze, ha sostenuto di aver respinto l’incursione, ha confermato l’uccisione di due soldati. Inoltre, ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica ed ha annunciato la riapertura dello spazio aereo. Non lo avrebbe fatto se non avesse garanzie di sicurezza.
BENJAMIN NETANYAHU - ATTACCO DI ISRAELE ALL IRAN
[…]
Assieme ai segnali sono trapelate indiscrezioni su Sky News secondo cui la Repubblica islamica avrebbe fatto sapere, attraverso intermediari, che non ci sarà una nuova ritorsione contro il nemico. È una notizia di fonte anonima, smentibile, che però corrisponde alle intenzioni di una parte del regime sciita. Già in occasione degli altri duelli la linea del governo era stata quella di muovere all’interno di regole di ingaggio per limitare gli scontri.
RAID DI ISRAELE IN IRAN
[…] esiste una componente tra gli ufficiali più giovani dei pasdaran che si sente meno legata all’impostazione «razionale» e preme per azioni più dure. Ti addestri alla missione, hai visto crescere l’arsenale, hai dimostrato di poter raggiungere con i missili lo Stato ebraico superando il suo costoso scudo, allora pensi di poter rilanciare la sfida. Per ristabilire la tua deterrenza e rincuorare gli alleati regionali appena usciti da una fase traumatica con la perdita dei principali leader. Da Hassan Nasrallah a Yayhia Sinwar, capi e simboli dello schieramento ispirato dall’Iran.
RAID DI ISRAELE IN IRAN
Il rapporto speciale con le milizie potrebbe permettere alla Repubblica islamica di lasciare a loro il compito di rispondere in modo indiretto. Hanno droni-kamikaze, vettori balistici e razzi a sufficienza. I loro strike, non importa quanto precisi, sarebbero presentati come iniziative dell’asse della resistenza, ovvero parte di una battaglia separata. Quando un velivolo senza pilota dell’Hezbollah è esploso sulla residenza di Netanyahu gli iraniani si sono congratulati ma hanno preso le distanze. All’opposto il premier israeliano ha usato l’episodio per accusare Teheran di avere cercato di ucciderlo. La rappresentazione di come, alla fine, i protagonisti della crisi decidano di interpretare i fatti in funzione delle mosse future.
ali khamenei con in mano un fucile prega per nasrallah a teheran ALI KHAMENEI AI FUNERALI DI ISMAIL HANIYEH ali khamenei ALI KHAMENEI - DISCORSO CON IL FUCILE IN MANO