Angelo Paura per “il Messaggero” - Estratti
AZAR NAFISI
Il suo libro "Leggere Lolita a Teheran" è un best seller che ha cambiato il modo in cui l'occidente percepisce il regime iraniano e la lotta e le persecuzioni degli intellettuali dissidenti.
Azar Nafisi racconta il caos di questi giorni a Teheran e la speranza per il futuro del popolo iraniano. «Penso che in ogni evento significativo che accade in relazione all'Iran, le donne hanno un ruolo centrale».
La morte del presidente Ebrahim Raisi ha aperto una profonda frattura in un paese già debole e instabile. Cosa sta succedendo in queste ore?
«Una delle cose più importanti che sta succedendo in queste ore è il fatto che la divisione tra il popolo e il regime è diventata più profonda. Molte persone in Iran hanno accolto con favore la sua morte e sono scese in piazza a ballare e a cantare: si trattava principalmente di persone i cui cari erano stati giustiziati da Raisi, che è stato uno dei funzionari più crudeli e tirannici del regime. Quindi direi a colpo d'occhio che il regime è in uno stato di caos. Da un lato deve fare i conti con i suoi stessi cittadini e capire chi sarà il successore. Dall'altro ha a che fare con un popolo che canta e balla perché il suo presidente è morto».
ebrahim raisi
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Cosa succederà ora e in particolare come vede le relazioni con le democrazie occidentali?
«Sono molto delusa dalla reazione di alcune democrazie occidentali, compresa l'Italia. Inviando le condoglianze al regime iraniano hanno insultato il popolo iraniano dando per scontato che Raisi fosse il loro rappresentante. Le democrazie devono decidere se stanno con il popolo iraniano o con il regime. Per il momento stanno con il regime».
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