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    AZZI AMARI - IL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE SCHERMA PAOLO AZZI DOPO IL CASO BUCCA E LE PRESUNTE VIOLENZE SESSUALI SU UNA MINORENNE: "MI SENTO TRADITO E ADDOLORATO DAI CASI DELL'ARBITRO BUCCA. SE AVESSIMO SAPUTO DI UN'ALTRA INCHIESTA NON AVREBBE POTUTO PATTEGGIARE. ORA BUCCA È SOSPESO. VEDREMO COME SI SVILUPPERÀ L'INDAGINE PENALE, MA CI PARE EVIDENTE CHE LA PERSONA ABBIA PROBLEMI. LA SITUAZIONE È MOLTO BRUTTA ED È DIFFICILE IMMAGINARLO DI NUOVO IN GARA".


     
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    Cosimo Cito per repubblica.it

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    Dal 2021 Paolo Azzi, 62 anni, è presidente della Federazione Italiana Scherma. Ex arbitro internazionale, uomo di continuità rispetto al lungo governo di Giorgio Scarso, ora Azzi amministra la Fis in uno dei suoi momenti più complicati. "È vero, prima la pandemia, poi la guerra. E poi è arrivata quest'altra storia". Le storie sono due, con un solo protagonista, l'arbitro internazionale di sciabola Emanuele Bucca.

    A maggio 2021 il presunto tentativo di violenza sessuale su una minorenne siciliana, a Riccione, a margine di un torneo giovanile, denunciato alla magistratura ordinaria a luglio. A ottobre 2021 un altro tentativo di violenza su un'aspirante arbitra ventenne, concluso con un patteggiamento e una sospensione di 30 giorni per l'arbitro. Bucca, 42 anni, è un personaggio di peso nell'ambiente, uno dei due fischietti italiani ai Giochi di Tokyo.

     

    Presidente Azzi, tornando indietro non crede che 30 giorni di sospensione, senza pubblicazione della sentenza, siano stati una pena troppo blanda?

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    "In quel momento, la Procura ha fatto un'altra valutazione che ha tenuto conto dei mesi in cui l'arbitro era già stato fermato, dell'esclusione di Bucca dalle liste internazionali che è stata decisa da noi, e dalla volontà di arrivare comunque a una sanzione. Abbiamo provato più volte a convincere la vittima a sporgere denuncia penale, invano".

     

    Bucca era già indagato dalla Procura di Rimini per presunta violenza su una schermitrice minorenne risalente a maggio 2021. Voi sostenete di non esserne mai stati al corrente fino ad aprile 2022 e che, al momento del patteggiamento, l'episodio ai danni dell'aspirante arbitra per voi era il primo.

    "Confermo. Se avessimo avuto informazione di un altro procedimento in atto, questo avrebbe reso tecnicamente impossibile il patteggiamento. C'è il rammarico di non essere stati informati per tempo in modo da agire diversamente".

     

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    La Procura generale del Coni ha dato parere negativo, però.

     

    "Non esattamente. In un primo momento ci ha inviato un parere positivo al patteggiamento. Solo successivamente, a procedimento chiuso, è tornata sulle sue posizioni e ha manifestato una posizione contraria".

     

    Ma è realistico che in una federazione di soli 21 mila tesserati non fossero mai arrivate segnalazioni sui guai di Bucca?

    "Sapevamo che aveva avuto in passato qualche atteggiamento sopra le righe, niente che potesse far presagire altro".

    Questo caso farà scuola almeno? Impedirà in futuro di patteggiare per molestie sessuali?

    "Me lo auguro. È un principio che va assolutamente codificato e che deve valere per tutte le federazioni. Questa storia ce lo insegna. Deve essere questo il lascito di questa brutta vicenda. E ho un altro auspicio: una collaborazione maggiore tra Procure della Repubblica e Procura federale. La giustizia sportiva troppo spesso ha armi spuntate. La federazione ha il rammarico di essere stata informata troppo tardi".

     

    Il 2 aprile 2022 Bucca, tornato alle gare, è stato designato a Santa Venerina, Catania, per un torneo in cui era iscritta proprio la ragazza minorenne che lo aveva denunciato. Non le sembra grave? Non c'era modo di evitarlo?

    "Abbiamo ritenuto prioritario agire secondo le regole, senza forzature sui tempi e sui modi. Il Comitato siciliano si è mosso subito dopo, l'ha fermato. Capisco l'impatto emotivo della compresenza nella stessa gara, ma dovevamo procedere in quella maniera. La sorella della presunta vittima ci aveva scritto il giorno prima, è vero, ma dando per scontato che noi fossimo a conoscenza dell'inchiesta penale".

     

    Ha contattato la famiglia della ragazza?

    "Sì, ieri ho parlato con il padre, è stata una telefonata cordiale, da genitore a genitore. Ho spiegato cosa è successo, manifestando la nostra vicinanza".

    Forse è mancata la fiducia nella federazione e nella giustizia sportiva.

    "Rispettiamo il dolore e le scelte delle vittime. Chiediamo aiuto alle famiglie e a ogni tesserato: denunciate sempre, aiutateci in questa battaglia".

     

    Se aveste saputo, Bucca non sarebbe andato alle Olimpiadi?

    "Se avessimo saputo, Bucca sarebbe certamente stato fermato per tempo".

    Bucca non arbitrerà più?

    "Ora è sospeso. Vedremo come si svilupperà l'indagine penale, ma ci pare evidente che la persona abbia problemi. Mi sento tradito e addolorato. La situazione è molto brutta ed è difficile immaginarlo di nuovo in gara".

     

    Ha parlato con la sottosegretaria allo Sport e leggenda della scherma Valentina Vezzali?

    "Non di recente".

    E con il presidente del Coni Malagò?

    "Mi ha chiamato, gli ho spiegato tutto. Per il futuro la linea è chiara".

     

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