Natalia Aspesi per ''la Repubblica''
pierluigi pizzi foto di bacco (3)
Era lo studio, la "botega" di Tiziano Vecellio, un luogo appartato nel silenzio, tra San Polo e San Tomà, e siccome quel grande artista era anche un geniale imprenditore, titolare di una rinomata azienda pittorica, si trattava di un vero palazzo, con il portego, il tipico immenso androne che dà alle antiche abitazioni veneziane quell' incanto superbo, regale, fatto per contenere genio e bellezza. Ci abita da anni Pier Luigi Pizzi che di quello spazio aveva bisogno per la sua collezione sempre arricchita d' arte barocca, iniziata dopo una mostra parigina da lui curata: appesi sulle alte pareti rosso pompeiano, si affollano qualche languida Maddalena e una gran quantità di San Sebastiani a torso nudo provvisto di frecce, opere di Guido Reni, Luca Giordano, Salvator Rosa, Guercino, Massimo Stanzione e Cecco del Caravaggio: «Chissà che mi porti buono, Tiziano è morto vecchissimo lavorando sino all' ultimo».
Natalia Aspesi
Il regista-scenografo-costumista di più longeva fama ha cominciato a lavorare a 21 anni, ne compirà 90 il 15 giugno, «proprio il giorno in cui dovrebbero riprendere i cinema e i teatri, i concerti, la lirica, mi pare un buon auspicio anche per me».
Spuntano dappertutto novantenni vigorosi e impegnatissimi, una categoria a cui sommessamente appartengo anche io, almeno per la gragnuola di anni; e proprio in un tempo in cui per mantenere in vita gli anziani, soprattutto se anzianissimi (anche se si dice che oltre i 90 il Covid-19 ci rifiuta, mah), si consiglia di tapparli in casa sine die; affinché, si sospetta tra reclusi costretti alla fuga (tipo Il centenario che saltò dalla finestra, romanzo e film danesi di gran successo mondiale), i famosi giovani riescano a impossessarsi del mondo senza ingombri canuti e colpevolmente troppo svegli.
Tra i tanti devoti che festeggeranno il maestro con un video, c' è la sua meravigliosa amica di infanzia Liliana Segre, bella e instancabile signora che compirà 90 anni in agosto. Certo a seppellire in vita anche i più ingombranti, noiosi e incalliti tra noi, aggrappati al cartaceo e al telefonico, c' è la nostra zuccaggine tecnologica, una specie di pretomba molto antipatica.
Ma non per Pier Luigi Pizzi che, dal suo regno veneziano da cui vede la maestosità del Canal Grande, ha scoperto «le videoconferenze che mi hanno permesso di lavorare con i miei collaboratori lontani per due progetti di mostre per i prossimi mesi». Una è al Museo della Scala di Milano, che lui stesso aveva reinventato nel 2004, si intitola Va' pensiero e racconterà il teatro visto dalla critica e dalla letteratura, da Montale ad Arbasino, da Carlo Porta ad Hemingway; l' altra al Château de Versailles dedicata a Hyacinthe Rigaud, autore barocchissimo di ritratti di massimo potere monarchico, di Luigi XIV e Luigi XV sepolti sotto monumentali parrucche nere.
pierluigi pizzi foto di bacco (2)
«Sono molto incuriosito da ciò che la tecnologia offre al mio lavoro, a regia e luci, e anche alla vita pratica, con il mio ipad che mi consente di avere una corrispondenza veloce.
Con una mia amica parigina di 95 anni ci mandiamo mail raccontandoci di tutto: sappiamo che è meglio parlarci nell' istante in cui lo si desidera, domani chissà».
Rinchiuso nel suo paradiso tra milioni di libri e vetri veneziani rossi, Pizzi sta già lavorando per l' estate 2021. Non le dà un minimo di incertezza pensare al prossimo anno? «No, non mi pongo l' idea del futuro; per me la vita va avanti in modo naturale, giorno per giorno, mi fanno proposte, se mi piacciono le accetto e comincio subito a pensarci, è un modo questo di vivere il domani oggi stesso».
NATALIA ASPESI
Doveva inaugurare l' 8 agosto il Festival rossiniano di Pesaro con il Moïse et Pharaon, ma l' opera è stata appunto posticipata all' anno prossimo e inaugurerà il teatro in città finalmente restaurato: «Lo sto già progettando facendo i conti con la fondamentale scoperta della fondazione Rossini, nel 1983, del Mosé in Egitto, la versione originale napoletana e giovanile dell' opera parigina, che è un' altra faccenda, una Grand Opera in quattro atti e non due, in più venti minuti di danza, pedaggio obbligato in Francia. Sto studiando quindi un diverso spazio scenico, però rispetto al Mosè che ho messo in scena più di 30 anni fa manterrò la solennità antinaturalistica e austera nei momenti corali e un naturale passionale trasporto nei colloqui. Personalmente trovo più poetica la prima versione italiana ma poi, si sa, Rossini ha sempre ragione».
A noi suoi coetanei e appassionati rossiniani, non resta che affidarci alle sue certezze per immaginarci ancora là, l' agosto dell' anno prossimo, con i fan che sempre arrivano da tutto il mondo, destino permettendo. I giovani collaboratori che ogni giorno si affacciano via Zoom al suo schermo dicono di lui «un fulmine entusiasta, una valanga di idee, mai stanco».
il premiolino 2016 natalia aspesi e l'avv. cesare rimini
Non è proprio così, dice lui, «è ovvio che non ho più le stesse energie di una volta, il fisico non è più lo stesso, ma davvero non sento il peso dell' età o forse non ci penso, e cerco di tenermi in forma col lavoro, però credo che il motore fondamentale per tutti sia la curiosità. Ancora non mi stanco di guardarmi attorno, tutto mi interessa, anche ciò che non condivido ma che voglio conoscere ».
Già tra un paio di mesi, comunque, inaugurerà il Festival di Spoleto, con Orfeo di Monteverdi, sotto la direzione del clavicembalista Ottavio Dantone con il suo complesso Accademia Bizantina, star della musica barocca. «È stata una bella sfida, con le restrizioni che per ora ci sono ma che magari per agosto saranno allentate: l' opera sarà allestita nella grande piazza con alle spalle la cattedrale, e sul palcoscenico ci saranno tutti, interpreti e orchestra: l' obbligo del distanziamento mi è servito per esaltare l' isolamento dei personaggi e il senso di solitudine della storia. Il pubblico con mascherina sarà distanziato sulla gradinata che prolunga lo spazio».
pierluigi pizzi vittorio sgarbi foto di bacco (1)
Questa lunga pausa che sta molto preoccupando la gente del teatro e le regole restrittive che consentiranno la ripresa danneggeranno l' interesse del pubblico, soprattutto quello in là con gli anni? «Spero che certe precauzioni prima o poi non siano più necessarie, perché lo spettacolo è fatto anche dal rapporto tra il pubblico e la scena, e non è sufficiente seguirlo dal divano di casa su uno schermo: ne morirebbe. Ma io come sempre ho fiducia nella vita e spero che anche la necessità di sicurezza diventi più accettabile». E il pubblico sarà disponibile? «Ne sono quasi sicuro: quando hanno sentito di Spoleto, gli amici e i conoscenti anche stranieri hanno subito detto "ci saremo", e mi risulta che gli alberghi siano stati già prenotati».
gabriella pescucci pierluigi pizzi milena canonero federica tittarelli cerasi pierluigi pizzi