DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per www.repubblica.it
Non fatevi ingannare da barba bianca, renne volanti e letterine dei bambini. Babbo Natale è un “agente straniero” inviato dalle potenze “ostili” a corrompere la Russia e a distruggerne i “valori tradizionali”.
Parola dell’attivista Vitalij Borodin, uno che di professione fa “l’informatore”: raccoglie le prove della slealtà di vari personaggi famosi e poi le spiffera alle autorità.
Autoproclamato leader del fantomatico “Progetto federale per la sicurezza e la lotta alla corruzione”, rivendica che è merito suo se traditrici del calibro delle cantanti Alla Pugaciova e Diana Arbenina sono finite nel registro del ministero della Giustizia degli “agenti stranieri”, quelli che sotto Stalin venivano chiamati “nemici della patria”. Ora tocca a Babbo Natale.
Sulle malefatte del nonnino panciuto dalla giacca rossa e dal cinturone nero Borodin ha compilato un ampio dossier ora nelle mani della procura generale. Contiene l’elenco di tutte le aziende straniere che sfruttano il marchio del sovversivo Babbo Natale a partire dalla “Father Christmas Ltd” che possiede i brand “Santa Claus”, “Father Christmas” e “Cyber Santa”. Tutte insieme, ha calcolato, valgono 1,6 trilioni di dollari.
nonno gelo (versione russa di babbo natale)
“C’è un’alta probabilità – assicura Borodin – che queste società straniere possano finanziare l’immagine di Babbo Natale in Russia con l’obiettivo di distruggere i valori tradizionali russi”. La prova? “Il Santa Claus americano sta oramai sostituendo nell’immaginario del nostro tradizionale Ded Moroz, Nonno Gelo. Il suo riconoscimento è vicino al 100 percento”. Perciò va messo all’indice.
L’informatore Borodin non è solo nella sua crociata. Soltanto pochi giorni fa, il presidente del movimento panrusso “Russia ortodossa” e deputato della Duma regionale di Brjansk, Mikhail Ivanov, aveva protestato perché Babbo Natale appare sempre più spesso sugli scaffali dei negozi russi al posto di Ded Moroz, e aveva esortato a “purificare lo spazio dai simboli alieni”.
“Babbo Natale è diventato non tanto un simbolo del Natale quanto un simbolo del commercio e della produzione di massa. La sua onnipresenza nelle vetrine dei negozi non è un incidente, ma il risultato di una strategia di marketing mirata, da cui il vero spirito della festa sta scomparendo e i nostri valori vengono distrutti. È tempo di riportare Ded Moroz nelle nostre case e nei nostri cuori!”, ha detto Ivanov.
A differenza del grassoccio Santa Claus occidentale, Ded Moroz, Nonno Gelo, è snello e indossa un lungo cappotto foderato di pelliccia e i tradizionali stivali di veltro valenki. E porta un bastone magico. Niente elfi. Lo accompagna la sua bellissima nipote Snegurochka, la Fanciulla di Neve. E niente renne. A guidare la sua slitta sono tre cavalli d’acciaio.
E dire che c’era un tempo in cui neppure Ded Moroz era benvisto in Russia. Nel 1928, nel pieno dell’ateismo di Stato comunista, il Natale fu abolito e Nonno Gelo fu esiliato dopo essere stato “smascherato come alleato dei preti e dei kulaki”, i possidenti terrieri, salvo essere scongelato qualche anno dopo da Iosif Stalin per “aumentare la sua popolarità e affermare la stabilità”. [...]
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