BABY GANG
Estratto dell'articolo di Novella Toloni per www.ilgiornale.it
La pistola puntata, la marijuana, il braccialetto elettronico. Sono queste le foto che hanno convinto la terza Corte d'appello di Milano a riportare Baby Gang, all'anagrafe Zaccaria Mouhib, in carcere. A tradire il trapper idolo delle nuove generazioni sono state le immagini condivise sulla sua pagina Instagram e utilizzate per promuovere il suo nuovo album - "L'Angelo del Male" - uscito il 26 aprile, pochi giorni prima di finire nuovamente dietro le sbarre. I legali del cantante italomarocchino assicurano che i post social con foto e video erano stati "autorizzati" dai giudici, ma forse i giudici non si aspettavano una tale ostentazione di criminalità.
BABY GANG
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Il pericolo di reiterazione
Per questo e per altro il tribunale gli ha sospeso i domiciliari, motivando la scelta con parole precise: "Ha comunicato con un numero indeterminato di soggetti, pubblicando fotografie si Instagram, ove viene ritratto mentre impugna una pistola che punta verso l'obiettivo, ostentando il braccialetto elettronico". A tradirlo sarebbe stata dunque l'ostentazione di oggetti e simboli che richiamano alla criminalità e che, per i giudici, lo rendono ancora un soggetto pericoloso con la concreta possibilità di "reiterazione di fatti analoghi". Prima del nuovo arresto, il trapper era ai domiciliari in attesa di scontare le condanne in primo grado a 4 anni e 10 mesi per una rapina e a 5 anni e 2 mesi per una sparatoria avvenuta nell'estate di due anni fa in una zona della movida milanese. […]
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