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    BALO IS BACK: “GIOCARE CONTRO RONALDO NON MI ESALTA” - L'OPERAZIONE RILANCIO DI 'SUPERMARIO' RIPARTE DA BRESCIA E DALLA SFIDA ALLA JUVE: “MAI ALLENATO COME IN QUESTI GIORNI. PESO COME AI TEMPI DEL CITY, QUANDO AVEVO 20 ANNI – LA NAZIONALE? ORA SINCERAMENTE NON CI PENSO – GLI INSULTI RAZZISTI PEGGIO DI UNA COLTELLATA”


     
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    Antonio Barillà per “la Stampa”

    FOTOMONTAGGIO DI MARIO BALOTELLI CON LA MAGLIA DEL BRESCIA FOTOMONTAGGIO DI MARIO BALOTELLI CON LA MAGLIA DEL BRESCIA

     

    I primi calci a Bagnolo Mella, l' asilo a Concesio, le elementari in città alla Torricella con il sorriso della maestra Tiziana. Per Mario Balotelli, Brescia non è semplice tappa di una carriera da campione incompiuto: è casa, affetti, ricordi, è emozione di vestire i colori per cui tifa. Mai era successo, dopo il battesimo al San Bartolomeo e all' Oratorio Mompiano, la prima maglia fu quella del Lumezzane: aveva undici anni e dopo quattro era già in prima squadra, in C1.

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    Troppo giovane, servì una deroga della Lega, il tempo del record e il decollo nel grande calcio, i successi e gli eccessi, i gol e i gossip, i troppi capricci e le occasioni perdute, i lampi talentuosi e le promesse mancate. Così, a 29 anni, dopo un lungo girovagare, eccolo in provincia, nella sua provincia, a caccia di rilancio.

     

    MARIO BALOTELLI AL BRESCIA MARIO BALOTELLI AL BRESCIA

    Qui, dieci anni fa, Roberto Baggio visse una seconda giovinezza; Balotelli prova a colorare la prima, a ritrovare continuità di rendimento e linearità di condotta, a riprendersi la Nazionale smarrita ancora dopo la chiamata di Roberto Mancini. Numero nove nella sua prima Italia, «unico centravanti di caratura internazionale» disse il Ct, è uscito di scena perché a Marsiglia era forse indolente e di sicuro appesantito.

     

    Ritmo partita A Brescia è tornato in forma («Mai allenato come in questi giorni. Peso come ai tempi del Manchester City, quando avevo vent' anni») ed è pronto a tornare bomber, leader e riferimento. «Ma all' azzurro, adesso, sinceramente non penso: devo solo fare bene con il club». Scalpita, non vede l' ora di debuttare. Aspetta dal 18 agosto, quando il presidente Massimo Cellino ufficializzò l' ingaggio, ma adesso il countdown è al tramonto, domani contro la Juventus può finalmente scendere in campo.

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    L' attesa è ultimo riflesso di uno dei suoi eccessi, che a volte in verità paiono tali solo perché appartengono a lui, un fallaccio su Daniel Congré del Montpellier costato quattro giornate di squalifica. Non è detto giochi, il ritmo partita è carente, però avrà di certo il primo vero abbraccio del Rigamonti. «Sono pronto» giura il centravanti, e i tifosi sognano un gol alla Juventus.

    mario balotelli e la scommessa da duemila euro persa a napoli 9 mario balotelli e la scommessa da duemila euro persa a napoli 9

     

    Già, perché i folletti del pallone, calcolando la sanzione del giudice francese da scontare, dopo la cessione, in Serie A,hanno fissato l' esordio contro i bianconeri: un galà, un appuntamento speciale, la neopromossa ribelle contro la Signora degli scudetti e anche SuperMario contro CR7: «Giocare contro Ronaldo non mi esalta - spiega nell' intervista a Dazn -. Lui è un grande, il migliore insieme a Messi, ma da qui a dire che mi esalta no. Io devo pensare a fare bene per me e per la squadra».

     

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    Triennio in Ligue1 Torna in Italia dopo tre stagioni in Ligue 1, vissute a Nizza con uno spezzone a Marsiglia, tante cose sono cambiate, altre no, altre peggiorate addirittura: le giornate di campionato che ha seguito dalla tribuna sono state ferite da troppi episodi razzisti, l' ultimo ieri a Parma, con il fiorentino Dalbert offeso dalla curva atalantina. Balotelli ha sperimentato sulla sua pelle l' ignoranza e a giugno ne aveva parlato proprio a Parma, ospite dell' istituto Boldani: «Devo tanto a questo Paese, ma ho fatto molta fatica a integrarmi quando ero più giovane anche se sono nato e cresciuto qua. Penso che un insulto razziale sia peggio di una coltellata. Il colore della mia pelle ha influenzato la mia carriera? Secondo me sì, poi il mio carattere sicuramente in certe situazioni non mi ha aiutato».

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