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    “BAMBINI STUPRATI, TORTURATI E UCCISI” – FOSSE COMUNI, TORTURE, STUPRI, ESECUZIONI SOMMARIE, LA RITIRATA DEI RUSSI LASCIA DIETRO DI SE’ UNA SCIA DI BARBARIE E ORRORI INDICIBILI – A UN UOMO E’ STATA TAGLIATA UNA GUANCIA, UN ALTRO BRUCIATO CON IL LANCIAFIAMME. “BIMBI DI MENO DI 10 ANNI UCCISI CON SEGNI DI STUPRO TROVATI NELLA CITTÀ DI IRPIN” – A MYKOLAIV BOMBE RUSSE SULL’OSPEDALE PEDIATRICO - ECCO COME LE MAMME UCRAINE CERCANO DI METTERE AL SICURO I LORO BIMBI - E I MERCENARI WAGNER... - VIDEO


     
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    Mauro Evangelisti per il Messaggero

     

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    Fosse comuni, torture, stupri, esecuzioni di civili. «Numerosi bambini stuprati e torturati a Irpin», denunciano gli ucraini. La ritirata dell'esercito di Putin dall'area attorno a Kiev sta lasciando dietro di sè una scia di dolore, atrocità e distruzione. I russi contestano, negano anche ciò che immagini e testimonianze dimostrano. Ma una cosa è indubitabile: l'esercito di Putin dal 24 febbraio ha superato i confini dell'Ucraina, ha raggiunto le cittadine a ridosso di Kiev, le ha occupate, le ha bombardate.

     

    Dove sono passati i soldati russi oggi ci sono cadaveri e macerie. Il padre di tutti i lapsus freudiani lo commette l'ambasciatore russo alle Nazioni unite, Vasily Nebenzya, che prende la parola e dice per negare le atrocità commesse dai suoi connazionali a Bucha: «I cadaveri che giacevano nelle strade non esistevano prima dell'arrivo delle truppe russe...». Si accorge di avere di fatto ammesso le responsabilità dell'esercito di Putin e subito si corregge: «Volevo dire prima che i soldati russi se ne andassero, scusate».

     

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    TESTIMONI Gaffe a parte, la linea difensiva di Mosca è chiara: i cadaveri a Bucha sono stati messi dagli ucraini, è una mistificazione. Il problema - il tragico problema - è che le immagini ormai cominciano a essere troppo numerose e dettagliate, troppe le interviste raccolte dalle Tv di tutto il mondo corse nelle città degli orrori, per potere realisticamente pensare a una montatura.

     

    E le immagini del satellite testimoniano come sulle strade i cadaveri fossero giù presenti l'11 marzo, mentre l'esercito russo ha abbandonato la città il 30. Il quotidiano britannico The Telegraph ha raccontato una testimonianza: a Bucha a un uomo è stata tagliata una guancia, un altro è stato bruciato con il lanciafiamme, nei sotterranei di un ospedale pediatrico c'era una camera delle torture. Il video mostrato da Zelensky alle Nazioni unite mostra corpi carbonizzati sulle strade, alcuni sembrano bambini.

     

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    L'ufficio del procuratore generale dell'Ucraina fa anche sapere: a Bucha le truppe occupanti hanno cercato di bruciare i corpi di sei civili per nascondere le tracce delle torture. E si aggiunge: «Durante l'occupazione, i militari delle forze armate della Federazione Russa, in violazione del diritto umanitario internazionale, hanno ucciso civili e dato fuoco ai loro corpi per coprire il crimine». E purtroppo i racconti di atrocità commessi dagli occupanti stanno aumentando e spiegano anche perché 4 milioni tra donne e bambini sono fuggiti dall'Ucraina da quando è cominciata l'invasione ordinata da Vladimir Putin. Scrive su Telegram il difensore civico ucraino Lyudmila Denisova: «Numerosi casi di tortura di civili si registrano nei territori liberati dagli occupanti. Bambini di meno di 10 anni uccisi con segni di stupro e tortura sono stati trovati nella città di Irpin. Nella regione di Kiev, il campo per bambini di Prolisok ha ospitato per tre settimane la base di un'unità dell'esercito razzista.

     

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    Nel seminterrato sono stati trovati cinque cadaveri di uomini con le mani legate dietro la schiena. Sono stati torturati e poi uccisi a sangue freddo. Una delle vittime aveva il cranio schiacciato.

     

    Altri uomini sono stati uccisi con un colpo alla parte posteriore della testa o del torace». Irpin è a Nord-ovest di Kiev, a 30 chilometri. Nel villaggio di Viktorivka, nella regione di Chernihiv, «hanno tenuto la gente in ostaggio nei sotterranei, compresi anziani e neonati. I residenti venivano scortati anche per raccogliere un secchio d'acqua. Non venivano fornite cure, nemmeno a quelli la cui vita dipendeva da trattamenti medici». Secondo la commissaria agli Affari Interni della Unione europea, Ylva Johansson, «l'esercito russo ha ucciso 158 bambini e feriti tanti altri.

     

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    Questi crimini non possono restare impuniti». In serata nuovo bilancio del procuratore ucraino: i minori uccisi sono 165. Proprio ieri, dall'altra parte del mondo, è giunta la notizia dal Mali che mercenari russi della brigata Wagner in Africa hanno partecipato a un'operazione che ha causato 300 morti tra i civili.

     

    A Bucha sono stati trovati almeno 350 corpi. Ci sono le fosse comuni, ma anche le immagini, che probabilmente saranno ricordate a lungo anche in futuro quando si parlerà dell'invasione russa in Ucraina nei libri di storia, dei cadaveri con le mani legate sul ciglio della strada, a volte giustiziati con un colpo alla testa. Ma è in tutta l'area attorno a Kiev, quella a lungo occupata dall'esercito russo, che sono segnalati di atrocità. Secondo Zelensky a Borodjanka, a 25 chilometri da Bucha, il bilancio delle vittime potrebbe essere anche peggiore. I bombardamenti degli aerei russi hanno distrutto quasi tutti i palazzi, tra le macerie ci sono decine di corpi. Su un cadavere, trovato con le mani legate, i segni di torture. Racconta all'Ansa il sindaco della cittadina, Georgiy Erko: «Ci sono i corpi di circa 200 civili sotto le macerie dei palazzi colpiti a Borodjanka dalle bombe dei russi. Il 24 febbraio siamo stati la prima città ad essere bombardata. Stiamo cominciando adesso a portare via i cadaveri perché i russi non ce lo hanno permesso fino a quando c'è stata l'occupazione.

    Bambini in Ucraina si nascondono 5 Bambini in Ucraina si nascondono 5

     

    Ci hanno detto che potevamo evacuare, ma sparavano a chiunque uscisse in strada, affiggendo cartelli affinché restassimo in casa e disegnando il simbolo dell'occupazione ovunque». Il procuratore generale Iryna Venediktova: «Siamo convinti che il numero delle vittime a Borodjanka sarà più alto di quello di Bucha». A Motyzhyn, quarantacinque chilometri a Ovest della Capitale, le autorità ucraine parlano del ritrovamento di cinque cadaveri, con le mani legate. Tra di loro la sindaca Olga Suchenko, il marito e il figlio. «Hanno torturato e ucciso l'intera famiglia». Più a Èst, a 280 chilometri da Kiev, c'è una città di 90mila abitanti, Konotop. Siamo nella regione di Sumy il cui governatore, Dmytro Zhyvytsky, ha raccontato: sono stati trovati i corpi di tre civili uccisi e torturati.

     

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    FUTURO La linea difensiva dei russi è nota, punta a discreditare le immagini che arrivano dalle città che hanno abbandonato. Ma è ondivaga. In alcune occasioni sostengono che le morti di Bucha sono state causate dalle azioni dell'esercito ucraino, in altre parlano di messinscena, recita, di cadaveri che in realtà nei video si muovono. Tutte le verifiche indipendenti, che hanno passato al setaccio i video, hanno invece dimostrato che sono credibili, mentre le immagini satellitari dimostrano che nel caso più importante di Bucha i cadaveri per strada c'erano anche prima della ritirata dell'esercito di Putin.

     

    Secondo gli ucraini ora Mosca sta preparando una massiccia operazione di mistificazione, una campagna di disinformazione «per nascondere la loro colpa per le uccisioni di massa di civili a Mariupol». Secondo Zelensky «cercheranno di nascondere le tracce dei loro crimini. Non lo hanno fatto a Bucha, quando si sono ritirati. Ma ora stanno cercando di distorcere i fatti. Non saranno in grado di ingannare il mondo intero». A Bucha il sindaco Anatoliy Fedoruk dice che la città sta reagendo: «Già oggi potranno tornare medici e servizi pubblici. Spero che tra una settimana potremo riprendere lentamente la vita normale».

     

     

     

    I NOMI SCRITTI SULLA SCHIENA PER SALVARE I PIÙ PICCOLI

    Claudia Guasco per il Messaggero

     

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    All'alba del 24 febbraio Vladimir Putin ordina all'esercito russo di invadere l'Ucraina. Lo stesso giorno Aleksandra Makoviy, detta Sasha, prende una penna e scrive sulla schiena della figlia Vira quelle poche informazioni essenziali che possono salvarla: la data di nascita, 10-11-19, i numeri di telefono di mama (mamma) e nana (papà). Poi prepara un altro biglietto da metterle in tasca, con qualche informazione in più in inglese e in ucraino.

     

    La bimba ha due anni e mezzo, i capelli biondi e il pannolino, se il conflitto li avesse separati o i genitori fossero morti sotto le bombe sarebbe stata in grado a malapena di dire il suo nome. Così Sasha ha pensato che l'unico modo per risparmiare alla bimba il destino di sommersa, senza nome né parenti che potessero prendersi cura di lei, era trasformare la sua schiena in una carta d'identità, «nel caso ci fosse successo qualcosa e qualcuno l'accogliesse come sopravvissuta».

    UCRAINA - CORPI DEI CIVILI MASSACRATI A BUCHA UCRAINA - CORPI DEI CIVILI MASSACRATI A BUCHA

     

    Sasha ha postato l'immagine sulla sua pagina Instagram tre giorni fa, Vira è nella sua cameretta e sta disegnando. «Ho passato cinque minuti a fissare il pulsante pubblica post. Pensieri e sentimenti si accavallavano, non trovavo la forza di inviarlo. Ma dovevo parlarne, prima di tutto a me stessa. Fa male scorrere la galleria fotografica, c'è una vita meravigliosa che abbiamo avuto».

     

    Nella foto, scrive Sasha, «Vira è tornata al primo giorno di guerra. Le ho scritto sulla schiena con le mani che tremavano. Ma perché raccontartelo, figlia mia? Sai già com' è svegliarsi con i suoni assordanti e potenti delle esplosioni che si sentono per decine di chilometri. Nelle prime ore tremavo come te». L'angoscia per il destino della bambina, dice, «mi fa balenare un pensiero folle nella mente: perché non tatuarle queste informazioni?».

     

    UCRAINA - RESTI DI UN CIVILE MASSACRATO A BUCHA UCRAINA - RESTI DI UN CIVILE MASSACRATO A BUCHA

    Ma anche una biro può salvare. «Le ho scritto sulla schiena nel caso si fosse persa. Eventualità che, secondo la mia logica, poteva succedere solo se fossi morta». Di quei numeri di telefono non c'è stato bisogno. Nello scatto successivo Vira, con un abitino di tulle rosa da ballerina, è accanto a un vaso di fiori gialli. «Io e Vira siamo al sicuro. Siamo fuggite all'estero e siamo nel sud della Francia.

     

    Vira indossa un vestito che i genitori francesi hanno preparato con cura. Sono molto commossa e non riesco a capire come nel mondo possano esserci allo stesso tempo questo male che ha invaso le nostre città e questo bene sconfinato». Sasha e la figlia ce l'hanno fatta, ma dall'inizio della guerra sono fuggiti dall'Ucraina due milioni di bambini e «molti di loro non sono accompagnati, ciò li espone al rischio di traffico illegale di minori», è l'allarme dell'Unione europea. La Lituania sta indagando sul caso di 43 piccoli sottratti per adozioni fuorilegge, fino a oggi l'esercito russo «ha ucciso 158 bimbi e ne ha feriti molti altri. Crimini che non possono restare impuniti».

     

    UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

    In un mese di guerra, segnala l'Unicef, dall'Ucraina sono scappati 4,3 milioni di minori, più della metà dei 7,5 milioni del Paese. «L'invasione ha causato uno dei più rapidi sfollamenti su larga scala di bambini dalla Seconda guerra mondiale», afferma il direttore generale Catherine Russell.

     

    TARGHETTE E BRACCIALETTI Il post di Sasha ha svelato un mondo. Mamme che scrivono sulla pelle dei loro figli, cuciono biglietti nei vestiti, attaccano pezze adesive sulle giacche con il gruppo sanguigno, fanno incidere medagliette e bracciali con i loro dati essenziali. Anche Anastasia Budilova ha scelto la soluzione estrema, le informazioni tracciate sulla schiena. «Quando l'ho fatto ero terrorizzata, ho pianto di nascosto perché il mio bambino non mi vedesse».

     

    UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

    Margo Vyazhu ha messo in tasca alla figlia una fotocopia del passaporto e «sul retro ho segnato i telefoni di mamma, papà e fratello. Le ho fatto ripetere cento volte che è impossibile perdere un pezzo di carta. E se mamma e papà non si trovano, non potevo dirle che potevamo essere morti, allora cerca tuo fratello maggiore. Ha 21 anni e vive in un'altra città, la mia bambina ne ha 9». La sera del primo giorno di guerra Liliya Aksenenko si è organizzata: «Ho fatto incidere delle targhette di metallo, come quelle dei militari, con il gruppo sanguigno. Ho fatto uno zainetto per ogni figlio, dove ho messo una fotocopia dei certificati di nascita. Sentiamo solo le sirene, non so cosa accadrà domani, quindi non tocco nulla dalle tasche».

     

    bucha strage bucha strage

    Anche Orobra Serce consiglia le medagliette, «una intorno al collo l'altra in un altro posto. Sono più affidabili. Il tessuto si bagna e si disfa, la scritta sulla pelle si cancella. I documenti, anche plastificati, possono danneggiarsi. La targhetta resta». È dal 21 febbraio, dal discorso di Putin, che le mamme ucraine si preparano al peggio, confrontandosi su Facebook sul punto migliore per attaccare gli adesivi con il gruppo sanguigno sui vestiti dei figli. Le scuole lo hanno reso obbligatorio. Ora i contatti dei familiari vengono scritti direttamente sulla pelle e «l'Europa sta ancora discutendo del gas», commenta amara Anastasiia Lapatina, giornalista del Kyiv Independent. 

     

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